Giuseppe Conte parla del caso di Denise Pipitone a Ore 14, con Milo Infante

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Milo Infante dimostra ancora una volta di avere a cuore il caso di Denise Pipitone, e non per visualizzazioni e per l’hype, ma perché davvero vuole che si faccia luce sul caso di una bambina scomparsa da 18 anni. Approfittando della campagna politica e di come i diversi politici si stiano muovendo fra più programmi televisivi, ha posto a Giuseppe Conte, del Movimento 5 Stelle, una fatidica domanda: perché lo stato italiano non fa nulla per il caso di una bambina scomparsa, lasciando i genitori a lottare da soli, per anni e anni, bocciando persino la commissione d’inchiesta?

Facciamo il nostro solito recap, prima di parlare della risposta di Giuseppe Conte. Voglio ricordarvi che qualche mese fa è stato pubblicato l’age progression di Denise Pipitone aggiornato al 2021, e potrebbe essere davvero utile per cercare l’oggi 21enne in quanto è diverso da come tutti ce la siamo sempre immaginata (molto simile alla mamma, invece nella locandina la vediamo anche molto simile al padre, Piero Pulizzi). Piera Maggio invita a condividerla quanto più possibile, senza ritagliarla o modificarla:

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Il caso di Denise Pipitone è tornato sulla bocca di tutti, dai social ai programmi televisivi, da quando Olesya, una ventenne russa alla ricerca della sua mamma, ha contattato un programma russo. E subito la ragazza ci è sembrata la nostra Denise, scomparsa da 17 anni. Tuttavia, il gruppo sanguigno non coincideva con quello della bambina, per cui la storia si è chiusa in quel momento. O così si pensava. Perché qualche settimana dopo siamo stati avvisati della riapertura delle indagini sulla scomparsa della bambina, anche in seguito a tutti gli errori che sono stati fatti nel primo periodo.

Le indagini sono state piene di depistaggi, di bugie, di cose che non tornano, di intercettazioni che non funzionano solo con le persone indagate e qualche mese fa durante una puntata di Chi l’ha visto ci abbiamo aggiunto anche la mafia. Ma la madre di Denise Pipitone, così come tantissime persone che da anni cercano giustizia, vorrebbero solo che la bambina tornasse finalmente fra le braccia della sua famiglia che, per tutti questi anni, non ha perso la speranza e continua ad aspettarla.

Ogni giorno ci sembra di essere più vicini alla verità ma allo stesso tempo non ci vogliamo illudere, e quindi non ci resta che, ancora, inesorabilmente, aspettare. Negli ultimi mesi abbiamo seguito con tanto interesse non solo le indagini riaperte ma anche le vecchie intercettazioni che non sono minimamente state prese in considerazioni all’epoca dei fatti. Abbiamo visto come il signor Battista Della Chiave non è stato minimamente ascoltato, con un’interprete ancora troppo inesperta che non è riuscita a comprendere quello che l’uomo davvero volesse dire.

Oggi Denise Pipitone non è ancora a casa, ma speriamo che questa sia solo una situazione temporanea. Qualche mese fa, l’avvocato Frazzitta ha esposto le motivazioni per cui il caso non deve essere archiviato, soprattutto in seguito alle ultime intercettazioni, ma a quanto pare non è servito a nulla.

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Vi ricordiamo anche che prima che la commissione d’inchiesta sulle indagini fosse accettata, Italia Viva, partito di Matteo Renzi, ha fatto ostruzionismo decidendo di ricattare i colleghi. Igor Iezzi, in diretta con Milo Infante su Ore14, ha fatto sapere che lui è «rimasto stupito dal tono di questi emendamenti. Il problema è che posso capire l’esigenza di allargare il campo d’azione della commissione, partire da Denise Pipitone per poi allargare sul fenomeno». Tuttavia, per fortuna, non hanno avuto la meglio.

Poi, comunque, la commissione d’inchiesta è un testo ufficiale e vediamo per davvero la prima luce infondo al tunnel. «Una norma costituzionale prevede che si possa seguire questo iter e i deputati avranno tutti i poteri dell’autorità giudiziaria. Diciamo che è una forma di “avocazione”, di spostamento, dell’indagine a Roma. Noi confidiamo nella ricerca della verità, anche dopo 17 anni», disse l’avvocato Frazzitta e dopo l’okay definitivo alla commissione affari costituzionali, la commissione è stata ufficialmente bocciata. Il giorno in cui si saprà la verità sul caso, sembra essere ancora lontano.

Giuseppe Conte sul caso di Denise Pipitone

Inizialmente Milo Infante ha introdotte l’iter della commissione d’inchiesta e sulla storia di Denise Pipitone, su cui l’avvocato Conte è preparato. «Perché lo Stato italiano a un certo punto rinuncia a stare dalla parte delle vittime, perché dice “vabbè hanno rapito una bambina, non sappiamo chi è stato, tanti in bocca al lupo ai genitori che devono cercarsi la bambina da sola”. Perché ancora oggi lo Stato non cerca Denise, la piccola Celentano e le persone che hanno subito un torto, un’ingiustizia?», chiede Milo Infante, citando anche il caso di Angela Celentano, altra famiglia abbandonata dallo stato.

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Risponde subito Giuseppe Conte, leader del M5S: «Guardi, tocca un tema che è al centro della nostra battaglia in campo della giustizia. Perché il Movimento 5 Stelle credo che sia l’unica forza rimasta a sostenere questa prospettiva. Quando ci sono delle persone che ricevono una forte ingiustizia, e in questo momento ci sono dei genitori privato dalla propria figlia, c’è stato un rapimento e non hanno ancora la prospettiva giudiziaria di un quanto meno sapere quale sorte c’è, avere verità e giustizia, una sentenza che passi il giudicato e certifichi ai genitori cosa è accaduto», ha iniziato.

Poi, continua: «Ecco questo significa quando lo Stato non riesce ad assicurare una risposta del genere a chi domanda giustizia, è uno Stato che abdica, che rinuncia a una sua funzione essenziale. Ecco perché ci avete visto sempre contro la prescrizione. Tra l’altro la riforma Cartabia ha ribaltato quella che era una nostra impostazione con la riforma Bonafede, cioè un processo deve terminare con una sentenza che non sia mai di prescrizione».

Chiarisce che la prescrizione «significa che lo Stato dice alle vittime del reato: “guarda tu hai ragione a chiedere giustizia, ma è passato tot anni, e siccome sono passati tot anni, per me adesso non è più importante la tua richiesta di giustizia, è più importante che chiudiamo qui». E quindi conclude dicendo che il Movimento 5 Stelle si batterà affinché «uno stato risponda al desiderio di giustizia, al bisogno di giustizia, non solo dei genitori ma da tutti i cittadini e telespettatori che sanno del caso di Denise Pipitone e di tanti altri casi come la Celentano».

Chissà se con il nuovo governo arriverà giustizia, se Piera Maggio e Pietro Pulizzi potranno riuscire a dormire sereni la notte, sapendo cosa è successo quel primo settembre 2004, sapendo dove si trova loro figlia, con i rapitori di una bambina dietro le sbarre, e non liberi vivendo la propria vita dopo 18 anni dall’aver commesso uno dei peggiori crimini. Dove sono i politici che continuano a ripetere fino al vomito “i bambini non si toccano”?

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