Se solo Giulia De Lellis si commuovesse per le pellicce così come si commuove per After 2…

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6 gennaio 2021 e abbiamo già un altro drama con cui sfamarci, e riguarda sempre una Giulia. Pochi giorni fa abbiamo parlato di Giulia Salemi che ha subito slut shaming, oggi invece ci concentriamo su Giulia De Lellis, che ne ha combinata una più grave dell’altra. In primis, è andata in Svizzera sebbene fosse stato chiesto un po’ a tutti di fare un sacrificio, in secundis perché ha indossato una pelliccia vera. Nel 2021.

Iniziamo con il primo argomento che è quello su cui non voglio soffermarmi più di tanto, più che altro perché non c’è l’obbligo di non andare all’estero. O meglio, ci sono delle regole specifiche in base ai luoghi e la Svizzera, che si trova nell’elenco C, non ha alcun divieto sugli spostamenti, infatti leggiamo testualmente sul sito ufficiale del governo: «gli spostamenti da/per questi Paesi sono consentiti senza necessità di motivazione», quindi questa polemica su Giulia De Lellis è più basata sulla morale e sul rispetto (insomma, siamo sempre in pandemia), che sulla legalità del suo viaggio.

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Fonte: facebook

Mentre per parlare della seconda, ci metteremo un po’ più di sentimento, perché pensare che nel 2021, quando esistono già da diverso tempo delle pellicce sintetiche create proprio per evitare di uccidere animali innocenti che soffrono solo per farci stare al caldo, ci siano ancora persone che si comportano come gli uomini di Neanderthal, fa un po’ schifo. Ma forse Giulia De Lellis questo non lo sapeva.

Ve la ricordate la storia dei poveri visoni, uscita qualche mese fa? I poveri e simpatici animaletti che venivano allevati per essere uccisi e per cui bene o male tutti ci siamo commossi? Quegli animali che poi vennero sterminati ancora di più solo perché, a causa dell’essere umano (ricordiamo anche questo), avevano contratto una nuova forma di Covid-19 tanto che l’epidemiologo Kåre Mølbak aveva affermato che «è più pericoloso essere un allevatore di visoni che essere impiegato nel sistema sanitario»? Bene, a quanto pare adesso ce la siamo dimenticata.

Giulia De Lellis e la pelliccia

Inutile dire che Giulia De Lellis ha già cancellato il suo post (ma è ancora presente su Facebook e ha poi postato un’altra foto, con un’altra pelliccia, non di volpe ma di ermellino), come se eliminandolo dal proprio profilo sparisse del tutto. È una delle influencer più seguite di Italia, ha un fandom composto da persone adulte che sono capaci di capire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato ma anche da ragazzine che usano lei come ispirazione e che forse avrebbero bisogno di sapere che, in fondo, si può anche scegliere di non usare una pelliccia di pelle vera per stare al caldo.

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Fonte: facebook

La cosa più divertente di questa storia che coinvolge Giulia De Lellis, anche se più che divertente direi che fa piuttosto piangere, è che aveva ironizzato sul “gemellaggio” con il pelo del suo cane, poiché avevano la stessa pelliccia. La stessa pelliccia che è stata tolta in maniera brutale ad un animale vivo e che non è sicuramente meno importante di lei o di qualsiasi altra persone che non riesce a comprare una pelliccia sintetica. Capite la situazione? Lei non ha neanche pensato che questo sarebbe potuto essere sbagliato.

È proprio la sensibilità che manca a Giulia De Lellis. Io non me la sento di chiamarla in modi dispregiativi come hanno fatto sul web, in fondo è una ragazza anche lei e le sarebbe bastato pensarci qualche secondo in più per comprendere che, che le sia stata donata per una sponsorizzazione o che l’abbia comprata lei con i propri soldi, non è corretto indossare pellicce vere nel 2021. Tuttavia, mi permetto di giudicare la sua sensibilità.

Sul web, i suoi fans, hanno detto che è sensibile per essersi commossa per After 2, un film molto discutibile poiché racconta di una relazione molto più che tossica che potrebbe far emozionare solamente i 14enni che ancora non hanno compreso che la gelosia eccessiva non è una cosa carina ma che è normale avere una propria vita, dei propri amici, i propri spazi e che un fidanzato come una fidanzata ti cambiano, se ti cambiano!, in meglio, non in peggio. Eppure Giulia De Lellis si è commossa per quel film, come ogni italiano medio che sogna ancora quel tipo di relazione tossica.

Per After 2 scendono le lacrime di Giulia De Lellis, ma per l’animale morto e privato della propria pelliccia mentre era ancora in vita solo per finire sulle spalle di una influencer che tiene al guinzaglio il proprio cane in una giornata di neve (e che dà anche consigli su come non far sentire freddo alle zampette del proprio cane mentre si trovano sulla neve). Voglio condividere ora con voi un pensiero molto forte ed esplicito, se siete sensibili non leggetelo. È stato scritto da Luigi Leonardi e poi condiviso su Facebook:

«Ad oggi non si può più dire “Non lo sapevo”.

Le crudeltà che passano gli animali usati per la loro pelliccia è conosciuta da tutti.

L’animale viene immobilizzato con l’ausilio di una pertica metallica che gli cinge il collo afferrato per la coda ed estratto dalla gabbia.

Una pinza metallica gli bloccherà saldamente le mascelle per impedirgli di mordere.

Un elettrodo alla bocca, uno inserito nell’ano (o nella vagina).

Una scarica di 110-230 Volt e 0,3A attraverserà il corpo dell’animale causando un dolorosissimo irrigidimento dei muscoli, fibrillazione ventricolare, ed infine un arresto cardiaco.

L’animale è pienamente cosciente durante la crisi cardiaca e vive l’angoscia di un arresto cardiorespiratorio.

Tutto questo per non rovinare il pelo.

Oggi le persone possono fare una scelta:

Essere partecipi di queste inutili crudeltà o non esserlo.

È davvero molto triste come chi ha il potere di influenzare le scelte di altre persone non si batta per un mondo migliore per tutti.

Questa signora, Giulia De Lellis, nella foto, nella sua folle dissonanza cognitiva si permette di fare anche una battuta riferita a cane e pelliccia.

E’ anche vero che questi “influencer” indosserebbero cappotti di pelle umana per apparire.

Ma in un momento storico in cui si è appena scoperto come il coronavirus possa subire variazioni più pericolose negli allevamenti di visoni, sponsorizzare pellicce vuol dire non averci capito un cazzo.»

Vi farei leggere le reazioni sul web ma, questa volta, sono piuttosto cattive, da insulti come “microcefala” a “patetica” e, noi di Cup of Green Tea, non vogliamo in alcun modo incitare l’odio verso Giulia De Lellis come verso nessun altro. Non essere d’accordo con le sue scelte di vita è più che lecito, ma essere cattivi non lo è mai. Condividerò solo questa che, bene o male, è quella più rispettosa e rivolta più ai suoi followers che a lei.

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