Giornata mondiale contro l’omofobia: ne abbiamo ancora bisogno

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Sarebbe bello un giorno, magari un 17 maggio, svegliarsi e pensare che, anche se è la giornata contro l’omofobia, questa giornata non serve più, perché le persone hanno compreso che l’orientamento sessuale di una persona non deve essere usato come motivazione per insultare, picchiare o, in casi estremi, uccidere. Tuttavia, nel 2021, ancora c’è bisogno di ricordare questa giornata, di parlarne, di informarsi e di cercare di sensibilizzare quante più persone possibile, perché a volte le cattiverie si dicono inconsciamente, ma possono comunque ferire.

Voglio aprire una piccola parentesi prima di iniziare: in questo articolo parliamo di discriminazioni per orientamento sessuale, che possono essere l’omofobia come la lesbofobia la bifobia ma anche l’afobia. Ci sono tantissimi orientamenti sessuali nel mondo e, insieme agli orientamenti sessuali, ci sono anche le fobie. Mi spiace se dimenticherò o non citerò qualcuno, non è fatto con cattiveria né per discriminazione. Cup of Green Tea è contro qualsiasi odio o discriminazione basata sull’amore.

Negli ultimi anni, mesi, settimane, giorni, abbiamo perso tantissime persone a causa dell’omofobia. Non parlo solo di suicidi, ma anche di omicidi, come quello di Alireza Fazeli-Monfared, un ragazzo omosessuale iraniano che stava pianificando di viaggiare e andare a vivere con il suo fidanzato in Europa, per essere libero, ma che è stato decapitato dalla sua stessa famiglia perché non potevano accettare di avere un parente gay. Una notizia che, nel 2021, ci fa raggelare il sangue, perché dovrebbe essere quasi scontato avere il diritto di amare.

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Fonte: pinterest

In fin dei conti, si tratta solo di questo. Amore. Come può l’amore essere sbagliato? Come può una coppia che si ama essere contro natura solo perché dello stesso sesso? Come può l’amore essere contro natura? In Italia in questi giorni si parla molto del DDL Zan, del disegno di legge che vuole semplicemente rendere l’Italia un posto più sicuro per le persone LGBT, eppure quello stesso disegno di legge ci ha fatto davvero vedere il peggio delle persone, che preferisce poter essere libero di urlare fr*cio a un ragazzino piuttosto che evitare che uno psicopatico attraversi dei binari per picchiare una coppia di ragazzi che si tiene per mano.

Sapete perché abbiamo ancora bisogno della giornata mondiale contro l’omofobia? Perché se una coppia eterosessuale fa sesso in spiaggia o in un parco e viene scoperta o multata, partono gli applausi sui social, vengono addirittura presi in giro i poliziotti che hanno multato o i vicini che hanno segnalato la vicenda, tuttavia se una due ragazzi si scambiano un innocente bacio in una serie tv su Netflix, non va bene perché «ci sono bambini che guardano», o ancora il DDL Zan non va bene perché porta l’orientamento sessuale nelle scuole (in realtà porta il rispetto).

Non avremo più bisogno della giornata mondiale contro l’omofobia quando non ci saranno degli eterosessuali che vanno a spiegare in televisione cosa non è offensivo per un omosessuale, e che addirittura vuole spiegare come reagire, come se un ragazzino di quindici anni, età già complessa di per sé, possa riuscire a farsi una risata davanti a dei compagni di scuola che lo prendono in giro perché indossa lo smalto, o dei pantaloni rosa. Oggi c’è molta più consapevolezza, la nostra mentalità è molto più aperta rispetto a dieci anni fa. Ma c’è ancora tanta strada da fare per essere migliori.

Giornata contro l’omofobia: come possiamo essere migliori?

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Panchine arcobaleno in Liguria
Fonte: Twitter

Non serve essere omosessuali per sostenere i diritti degli omosessuali, che in fin dei conti non sono altro che diritti civili che si dovrebbero avere a prescindere. In Croazia dalla scorsa settimana le coppie LGBT potranno ufficialmente adottare dei bambini, mentre in Italia ancora si storce il naso per un matrimonio fra due persone dello stesso sesso. Oggi è la giornata contro l’omofobia, ma ancora si giudicano le persone che inseriscono i pronomi in bio, o dei ragazzi che indossano lo smalto sulle unghie, o delle persone che non vogliono, che non sentono, di voler fare sesso. Come possiamo essere migliori se è la nostra mente a essere fin troppo influenzata?

Se un omosessuale, una lesbica, un transgender, un bisessuale, un asessuale, ci dicono che una determinata cosa, che sia chiamarlo fin*cchio, che sia sessualizzarla, che sia chiamarlo/a con il proprio deadname o utilizzare i pronomi sbagliati, chi siamo noi per dire che esagerano e che dovrebbero farsi una risata, perché è sbagliato dare valore a quelle parole? Come se poi una persona vittima ogni giorno di ingiustizie non sapesse che quelle persone non hanno valore. Certo che lo sanno, ma fanno comunque male. È come dire sorridi che passa tutto a una persona che soffre di depressione.

E a proposito di sessualizzazione delle lesbiche, parliamo di questo argomento perché, sì, anche questa potrebbe essere definita omofobia. Più che altro, trovate che sia corretto schifare due ragazzi che si tengono per mano per strada, ma poi tornare a casa e fare solo Dio sa cosa davanti a un video a luci rosse di due ragazze? E soprattutto, basta. Basta con i «ti posso guarire» (che vengono detti anche e soprattutto alle persone asessuali) come se aveste una bacchetta magica fra le gambe e soprattutto come se l’omosessualità fosse una malattia da guarire.

Vi svelo un piccolo segreto: l’omosessualità esiste sin dai tempi antichi. Anzi, vi dico la verità, nella Roma antica non eri nessuno se non violentavi un uomo. Sì, è una cosa definitivamente sbagliata, ma gli antichi romani, quelli dell’Impero immenso che hanno sottomesso popolazioni intere, ritenevano che fare sesso con un uomo fosse più virile che fare sesso con una donna, e questo perché l’uomo è comunque più virile di una donna che invece è debole. Assolutamente un pensiero sbagliato ma che ci dimostra come l’omosessualità non era vista male nei tempi antichi, come spesso si crede.

Antinoo e Adriano sono una delle prime coppie LGBT di cui abbiamo testimonianza, Alessandro, re della Macedonia, dormiva con uomini e donne. E Saffo, poi, come non citare Saffo? In più, pensate un po’, anche Giulio Cesare, il capostipite e membro più illustre della Gens Iulia, pontefice massimo, imperatore, militare, console, scrittore, era bisessuale. Chiedereste mai a Giulio Cesare di fare una cosa a tre solo perché bisessuale? Sfatiamo anche questo mito: solo perché una persona è bisessuale non significa che voglia fare una cosa a tre con voi e con un vostro amico, o con la vostra fidanzata.

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Fonte: pinterest

E no, non pensate neanche che la colpa sia della chiesa. Non osate giustificare con il cristianesimo il vostro odio represso, la vostra omofobia, perché la religione non è odio, la religione è amore, fede e rispetto (lo è adesso, almeno, in tempi più antichi o il secolo scorso è stata causa di omofobia, ma diamine siamo nel 2021!). Siete voi che non riuscite a non prendere alla lettera un testo scritto più di 2000 anni fa, il problema siete voi, non la Bibbia. Quindi com’è nata l’omofobia? Quando è stata presa la decisione che due uomini che si amano non vanno bene?

In tempi relativamente moderni, parliamo di poco prima del Cinquecento, secolo in cui ormai l’unico orientamento sessuale riconosciuto era quello fra eterosessuali. Poco prima c’erano comunque stati elementi che ci fanno pensare che l’omosessualità non fosse accettata, infatti diversi ragazzi erano stati accusati di sodomia, tuttavia solo dal ‘500 la cosa sembra essere divenuta ufficiale. Il termine deriva da homos, che vuol dire stesso e da fobos, che vuol dire paura, per cui letteralmente significa paura dello stesso, ma poi assume il significato di avversione per gli omosessuali.

Ma l’omofobia non è la paura degli omosessuali, non è paura. L’omofobia è cattiveria, ignoranza, egoismo, odio, bullismo, fascismo, violenza, è vietare a qualcuno di amare, di sposarsi e di avere una famiglia, è andare contro i diritti civili. «Odio la parola omofobia. Non è una fobia. Tu non sei spaventato. Sei stronzo», diceva Morgan Freeman, e mai parole più giuste riguardo l’omofobia furono pronunciate. L’omofobia è tante cose, ma di sicuro non è una paura.

La giornata contro l’omofobia non ci deve solo far pensare alle vittime, sia a quelle che non ce l’hanno fatta che a quelle che combattono ogni giorno, ma deve far pensare a noi, eterosessuali privilegiati, cosa possiamo fare per migliorare. Per far sì che i nostri diritti, quelli che noi abbiamo e che diamo per scontati, diventino anche quelli degli omosessuali. In Italia, in Europa (e non sottovalutate l’omofobia in Europa, ricordate che esiste la Polonia, Stato con LGBT-Free zone e che usa l’elettroshock per curare l’omosessualità), e in tutto il mondo.

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