Giorgia Meloni chiarisce sulla norma anti rave, ma ancora non ci ha convinti

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Sono diversi giorni che si discute su questa problematica legge anti rave, in seguito al rave di Modena che ha letteralmente fatto più scalpore del raduno di fascisti a Predappio con tanto di saluto romano e inni al duce (tra l’altro, in otto sono stati persino arrestati). Il Presidente Giorgia Meloni (noi al contrario di qualcuno rispettiamo i pronomi e le volontà del singolo) ha quindi risposto ai dubbi tramite un post su Facebook, che tuttavia più che confortare chi sa già che ci sarà da manifestare o occupare, fa salire ancora più dubbi.

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In quanto nessuno dello staff di Cup of Green Tea è un avvocato o comunque possiede le competenze per poter parlare a livello legale della norma del codice penale chiamata “legge anti rave“, utilizzeremo altre fonti di persone un po’ più studiate di noi. In un articolo di Qui Finanza viene sottolineato che nell’articolo 5 del decreto varato dal governo il 31 ottobre si introduce il reato di invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica (434-bis del Codice penale).

L’invasione si effettua nel momento in cui 50 o più persone invadono in modo “arbitrario” dei terreni o degli edifici, pubblici o privati, e da questo ne deriva «un  pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica». Nel decreto si stabilisce anche che chi «organizza o promuove l’invasione» è «punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da 1.000 a 10.000 euro», aggiungendo anche che «per il solo fatto di partecipare all’invasione la pena è diminuita».

Come avrete potuto notare, sebbene il decreto si chiami “anti rave“, i rave non vengono minimamente citati nel testo, ed è anche questo che preoccupa, in quanto, scritto così, potrebbe effettivamente vietare qualsiasi raduno illegale che potrebbero essere delle proteste sul lavoro, un’occupazione scolastica o universitaria. Ma per Giorgia Meloni non c’è da preoccuparsi, mica una manifestazione contro dei fascisti è finita a manganellate mentre il corteo di fascisti di Predappio è stato lasciato manifestare come se non fossimo uno stato antifascista (certo, poi si sono indagate 8 persone, ma nel frattempo non è stato fatto nulla).

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Il costituzionalista della Sapienza, Gaetano Azzariti, ha sottolineato come ci sia «una stretta e un controllo sugli individui che si può dedurre dalla possibilità di intercettare tutti, anche i minori. A dispetto delle rassicurazioni di esponenti del governo, i pm potranno mettere sotto controllo i telefoni di moltissime persone, pur giovanissime, senza che abbiano commesso alcun reato. Senza neppure poter escludere quelli di politici o sindacalisti che organizzano raduni ritenuti pericolosi».

Le parole di Giorgia Meloni sulla norma anti rave

Il presidente Giorgia Meloni inizia dicendo di aver letto alcune dichiarazioni da parte dell’opposizione (ah, quindi esistono?) riguardo i rave party abusivi, e subito spiega che è «una norma che rivendico e di cui vado fiera perché l’Italia – dopo anni di governi che hanno chinato la testa di fronte all’illegalità – non sarà più maglia nera in tema di sicurezza». Ritiene corretto «perseguire coloro che – spesso arrivati da tutta Europa – partecipano ai rave illegali nei quali vengono occupate abusivamente aree private o pubbliche, senza rispettare nessuna norma di sicurezza e, per di più, favorendo spaccio e uso di droghe».

Il problema, però, è che molti son preoccupati per come è stato scritto quel decreto, che i rave li cita solo nel titolo. Ma per lei la preoccupazione sul «diritto a manifestare» è solamente una «strumentalizzazione» che lascia «il tempo che trova», e quindi vuole «rassicurare tutti i cittadini»: «non negheremo a nessuno di esprimere il dissenso. A negarlo in passato, semmai, sono stati proprio coloro i quali oggi attaccano i provvedimenti del nostro Esecutivo, difendendo di fatto chi invade terreni ed edifici altrui».

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Conclude, poi: «Abbiamo dimostrato che se lo Stato c’è, può garantire ai cittadini di vivere in una Nazione più sicura e che anche in passato si sarebbero potuti arginare episodi simili. Infine, vorrei ringraziare le Forze dell’Ordine che hanno gestito in modo ordinato e in piena sicurezza lo sgombero del capannone a Modena».

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al Corriere della Sera ha anche precisato che l’obiettivo della norma sui rave party è quello di «allinearci alla legislazione degli altri Paesi europei anche ai fini di dissuadere l’organizzazione di tali eventi che mettono in pericolo soprattutto gli stessi partecipanti – ricordo che a Modena si ballava in un capannone pericolante e si rischiava una strage – e finiscono per tenere in scacco intere zone, pregiudicando attività commerciali e viabilità».

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