Giorgia Meloni contro il “gender nelle scuole”, senza sapere cosa il gender sia

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La destra italiana non smette di farci sognare. Tra Matteo Salvini che dopo che Fedez ha elencato una serie dei suoi che hanno scritto e pronunciato frasi omofobe ha deciso che la cosa migliore da fare era attaccare il cantante per il logo della Nike sul cappellino e Giorgia Meloni che in una conferenza stanza ammette, senza se e senza ma, di non sapere cosa sia il gender che tanto lei e il collega leghista criticano nel DDL Zan, noi davvero non sappiamo più cosa pensare. Soprattutto perché, come abbiamo detto più volte, non esiste alcuna ideologia gender nelle scuole nel DDL Zan.

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Fonte: The Italian Times

Prima di vedere quello che Giorgia Meloni ha detto in una conferenza stampa di Fratelli d’Italia, ripassiamo l’ave Maria del DDL Zan, per evitare in qualsiasi modo che le fake news si diffondano ancor di più, un po’ come è successo con il caso Biancaneve. Dicono che il DDL Zan non sia necessario, che sia liberticida o, ancora, che esiste già un’altra legge che tutela le violenze. Oh, e non dimentichiamo neanche la storia dell’utero in affitto e dell’ideologia gender nelle scuole che a quanto pare sono le preferite della destra, Giorgia Meloni inclusa, per cercare di contrastare il disegno di legge contro la violenza omotransfobica. Ma è davvero così?

Non voglio far approvare il DDL Zan perché sono contro l’utero in affittoLetteralmente il DDL Zan è una legge che lotta contro la discriminazione e la violenza omotransfobica, quindi l’utero in affitto non c’entra nulla con questa proposta di legge. In più sottolineiamo anche che in Italia la «gestazione per altri», conosciuta in altri termine con «utero in affitto», è illegale. Quelle della destra che quindi usano l’utero in affitto come scusa per andare contro il DDL Zan, sono quindi delle fake news.

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GIORGIA MELONI FRATELLI D’ITALIA

È liberticida: no. Il DDL Zan non è liberticida. L’articolo 4 dello stesso (ancora una volta, prima di criticare sarebbe utile informarsi, anche per evitare di fare figuracce) recita: «Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri­conducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a de­terminare il concreto pericolo del compi­ mento di atti discriminatori o violenti». Potete comunque trovare il testo completo e leggerlo con i vostri occhi qui.

Esiste già una legge: no, non esiste già una legge. L’articolo 61 del codice penale che in genere viene citato come legge già esistente prevede che un giudice possa applicare le aggravanti presenti nell’art. 61 del codice penale se una persona viene picchiata per il proprio orientamento sessuale o per la sua identità di genere o per la sua disabilità, tuttavia non è obbligato a farlo. Quindi una persona potrebbe essere più tutelata. Non penso questo sia normale.

Fuori i bambini dalla politica. Il DDL Zan prevede la strategia Nazionale attivata dall’UNAR, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, che è già presente con interventi anti-discriminatori nei campi dell’educazione e dell’istruzione, come anche in quelli del lavoro e delle carceri. Il loro nome è corso di educazione al rispetto. Quindi, cara destra, non si tratta di educazione gender, ma solo di educazione a rispetto di chi ama una persona delle stesso sesso, di chi ha un colore di pelle diverso dal tuo o, ancora, di chi non si identifica nel sesso in cui nasce.

Ed è proprio a quest’ultimo punto che ci colleghiamo con l’intervista di Giorgia Meloni durante la conferenza stampa.

Giorgia Meloni: «non ho mai capito che vuol dire» gender

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Fonte: twitter

Partiamo dal principio. Parlando del DDL Zan, Giorgia Meloni dice: «ho letto a grandi linee la proposta di Salvini nel senso che non ho letto il testo, ma mi pare un’iniziativa intelligente di circoscrivere al tema che si porta, ovvero la discriminazione», e già il fatto di ritenere intelligente una proposta su cui non si è informata e che non ha letto, ci fa capire che pur di andare contro il DDL Zan, farebbe di tutto. Ma poi, continua con «lasciando da parte materie che secondo noi non c’entrano niente, come il gender nelle scuole, materie che non hanno molto a che fare».

Quindi la solita storiella sull’ideologia gender, lasciate i bambini fuori dalla politica e bla, bla, bla, storie che abbiamo già smentito sopra poiché il DDL Zan non prevede alcuna educazione gender, bensì un’educazione al rispetto. In ogni caso, dopo questa risposta, una giornalista ha chiesto a Giorgia Meloni cosa sia il gender di cui lei, insieme a Matteo Salvini e altri esponenti, parlano spesso. E qui è cascato l’asino.

«Ah guardi, io non l’ho mai capito bene», ha risposto Giorgia Meloni. «E credo neanche quelli che lo propongono, infatti ne propongono sempre di nuovi», ha continuato la leader di Fratelli d’Italia senza troppi giri di parole, come se fosse normale non essere a conoscenza di un tema che critica da anni. È come quando un bambino dice che la pasta con i fagioli gli fa schifo, senza averla mai mangiata. Insomma, Giorgia, madre, donna e cristiana, che caduta di stile.

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