Gianluca Vacchi, l’ex colf lo denuncia: “Insulti se non ballavamo a tempo”

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Mentre Amazon Prime Video ha prodotto la serie “Mucho Màs” con protagonista Gianluca Vacchi, la sua ex colf, una donna di 44 anni, l’ha denunciato a causa di vessazioni e stress a cui lei e altri dipendenti (che hanno anche chiesto un risarcimento dei danni) erano sottoposti. Dalla denuncia sembra che Vacchi sia solo l’ennesimo imprenditore che ce l’ha fatta ma che si dimentica di essere umano, insomma una Elisabetta Franchi, al maschile.

Tutti, o quasi, conoscono Gianluca Vacchi, popolare suoi social e dov’è è molto seguito da tantissimi giovani che cercano di imitare non solo il suo stile di vestirsi ma anche il suo stile di vita: Mister Enjoy è il suo motto, ma la verità è che il suo patrimonio stimato diversi milioni di euro sembra provenga soprattutto dall’IMA, dall’impresa familiare fondata dal padre all’inizio degli anni ’60. Lui, poi, ha acquistato diversi immobili ma anche partecipazioni in molti gruppi.

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In ogni caso, Gianluca Vacchi ha studiato, si è impegnato e si è laureato in Economia e Commercio. Fino a 29 anni ha lavorato nell’azienda di famiglia, raggruppati poi un po’ di soldi comincia a comprare, come abbiamo detto nel paragrafo precedenti, dei gruppi, fra cui Eurotech, Toy Watch, e dà vita anche a un proprio brand di gioielli, magliette ed… emoji. Il successo più grande, però, lo ha sul web, dove racconta la sua storia e la sua vita, giorno dopo giorno.

Eppure, eppure… C’è un lato oscuro anche nella vita dell’imprenditore più amato sui social.

Gianluca Vacchi e le denunce da parte dei dipendenti

Una ex collaboratrice domenica di Gianluca Vacchi ha avviato ufficialmente un contenzioso contro l’ex datore di lavoro, a causa di turni di lavoro massacranti, riduzione o completa assenza dei riposi e delle ferie che, ricordiamolo, sono previste dalla legge. A ciò si aggiungono anche straordinari non retribuiti. Insieme a lei, hanno denunciato anche altri due ex dipendenti, che hanno chiesto un risarcimento di 70 mila euro per le condizioni di lavoro che definiscono «degradanti».

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In particolare, una lavoratrice 44enne di origini filippine ha raccontato degli scatti d’ira di Vacchi se i suoi dipendenti, pagati per lavorare e non per fare video insieme a lui, non ballavano «a tempo di musica» e se i balletti non erano «eseguiti alla perfezione». Aggiunge anche che «Vacchi inveiva contro i domestici», si legge nell’atto, «lanciando il cellulare e spaccando la lampada usata per le riprese».

In più, come se non bastasse, racconta di come per contratto avrebbe dovuto lavorare 6 giorni a settimana per circa 6 ore al giorno, ma i turni arrivavano fino a 20 ore in una giornata, senza ovviamente ricevere gli straordinari. «L’orario si estendeva indicativamente dalle 10 di mattina alle 3 di notte, a volte anche fino alle 4 o alle 5», dice riguardo il periodo alla villa di Porto Cervo in Sardegna. E poi parliamo della preparazione dei bagagli: Gianluca Vacchi aveva previsto una sanzione di 100 euro per ogni capo di abbigliamenti dimenticato.

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Quest’ultima testimonianza è raccontata in messaggi vocali in cui, racconta la Repubblica, «Gianluca Vacchi aveva teorizzato la possibilità di multarli con 100 euro da detrarre dalla busta paga. Una volta per aver dimenticato di preparare gli occhiali da sole del manager, non facendoglieli trovare già pronti in macchina. Un’altra, come si sente nei messaggi vocali in possesso di Repubblica, per aver spostato le punture di testosterone dal loro solito post».

Il miliardario, poi avrebbe chiesto alla donna di firmare un contratto di riservatezza, pena la decurtazione di 50mila euro da detrarre dal tfr. L’atto di citazione della donna, però, ha ritenuto la clausola vessatoria e, dopo il licenziamento, lei e altri due collaboratori hanno deciso di portarlo davanti a un giudice. A novembre il tribunale deciderà se accogliere o meno la richiesta.

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