Genova, 22enne arrestato per possesso di più di 10mila video pedopornografici

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Succede a Genova, nel 2020, un 22enne è stato arrestato per possedere più di 10mila video e foto di minori dai 0 ai 14 anni (quindi dai neonati alla pre-adolescenza). Ad arrestarlo la Polizia Postale di Genova e del Centro Nazionale di contrasto alla pedopornografia online (CNCPO).

22enne arrestato a Genova

Durante l’arresto gli investigatori hanno rinvenuto nel computer del 22enne più di 10mila video pedopornografici, tanto che il pedofilo aveva dovuto persino acquistare un abbonamento online per conservare e distribuire tutti i video e le foto di cui era in possesso grazie ad applicazioni di messaggistica istantanea (non c’è alcuna fonte, ma la prima applicazione che si pensa è Telegram, già sotto i riflettori per questo motivo).

Apparentemente sembrerebbe che li distribuisse online a una rete di pedofili mondiale. Durante la perquisizione locale e informatica la Polizia Postale ha persino notato che i video pedopornografici fossero ordinati sia per età che per prestazione sessuale, e questo riguardava anche dei neonati. Questo vuole dire che dei 10mila file non erano solo foto ritraenti bambini in posizioni da adulti, sensuali, ma erano dei veri e propri stupri.

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Fonte: freepik

Questo perché, è normale, un bambino, in particolare uno che va dai 0 ai 14 anni, non pensa a fare sesso, in particolare con un adulto (può capitare forse alle medie che avvenga con il fidanzatino coetaneo, internet ormai ha reso più adulti i bambini delle medie). La scorsa estate c’erano persone che affermavano che «la pedofilia è un orientamento sessuale, non si sceglie». Ma un orientamento sessuale non può rovinare la vita a dei bambini.

Come si può pensare di avere un rapporto sessuale con un bambino, con un neonato (i video del 22enne, ricordiamolo, partivano dai neonati con 0 anni), e non essere malato? Possono anche esserci pedofili che non fanno del male ai bambini, ma finché esistono quelli come il 22enne di Genova o il 52enne, sempre dello stesso capoluogo ligure, la pedofilia non può essere normalizzata per il bene del bambini.

Il precedente a Genova

Come abbiamo appena scritto, non è la prima volta che a Genova viene arrestato un pedofilo. Anzi, l’ultima volta è anche recente, meno di due settimane fa, e coinvolge un 53enne disoccupato e arrestato per possedere una grande quantità di video con sfruttamento sessuale, per cui stuprati. Ma non era la sua prima volta.

Il pedofilo era iscritto all’Anagrafe degli italiani all’estero poiché viveva a York, nel Regno Unito, ma era stato espulso dal paese proprio per detenzione di video pedopornografici nel 2016. Aveva scontato tre mesi di carcere per la sua pena e poi era stato costretto a lasciare York e il Regno Unito.

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Fonte: pixabay

Aveva mentito alla frontiera italiana, fornendo indicazioni false, e poi si era stabilito a Genova, senza registrarsi però in Italia, commettendo lo stesso errore che aveva fatto a York, senza pentirsi minimamente di quello che aveva fatto e che gli aveva fatto scontare 3 mesi di detenzione.

L’uomo tra l’altro, oltre a possedere migliaia di file pedopornografici, era anche attivo su molte chat e applicazioni di messaggistica istantanea criptate, come telegram, whatsapp e tam tam, dove era costantemente alla ricerca di scambi di immagini e video pedopornografici. I bambini, i poveri innocenti stuprati da questi mostri, perciò, non solo subivano lo stupro ma poi venivano completamente deumanizzati, divenendo merce di scambio.

Un tempo ottenere file pedopornografici era più complesso, ora con tutte le applicazioni criptate diviene quasi semplice, soprattutto perché, in queste applicazioni, si può fare poco e nulla. Su Telegram, ad esempio, chi scambia foto, che siano di ragazze maggiorenni inconsapevoli o di bambini innocenti, si crede invincibile.

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