Gender Gap: le latinoamericane sono le meno pagate sul lavoro negli USA

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Il gender gap, in particolare il gender pay gap, è da sempre uno dei problemi di cui si discute, in Italia come in tutto il mondo. Tantissime donne lottano ancora oggi per far sì che ci sia quell’uguaglianza di cui si ha bisogno per vivere in modo decente, lottando anche contro quei ragazzi che ritengono che oggi non ci sia più bisogno del femminismo poiché le donne entrano gratis in discoteca o, ancora, per quella che viene chiamata teoria Redpill. Eppure, leggendo i dati condivisi dal Washington Post ci rendiamo conto che il femminismo e l’uguaglianza ha ancora tanta strada da fare.

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Fonte: Pinterest

Prima di parlare dei dati condivisi dal Washington Post che riguardano proprio le donne latinoamericane sottopagate non solo rispetto agli uomini, ma anche rispetto alle altre donne, vediamo in primis cos’è il gender gap e com’è la situazione del gender pay gap nel nostro Paese, che non è tanto grave come quella in America o in altri luoghi del mondo, ma che comunque non è così accettabile da poter fare un sospiro di sollievo.

Accodandoci alla definizione di Treccani, il gender gap è il «divario tra generi, con particolare riferimento alle differenze tra i sessi e alla sperequazione sociale e professionale esistente tra uomini e donne». Il Gender Pay Gap, invece, è la «differenza tra la retribuzione di uomini e donne a parità di ruolo e di mansione». Un esempio è la situazione in Europa, dove quasi la metà della forza-lavoro è rappresentata da donne, e meno di un quarto accede a cariche dirigenziale. Questa differenza è dovuta al sesso del lavoratore.

In Italia la situazione non è fra le migliori. È al 63esimo posto nella classifica sull’ampiezza del divario di genere in tutto il mondo realizzata dal WEF. Nel 2022 le donne italiane detengono il 32% delle posizioni aziendali di comando, 2 punti in più del 2021. Le donne CEO sono al 20%. In ogni caso, qualcosa in Italia e in Europa si muove. Lo scorso anno la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen presentò la direttiva sulla trasparenza salariale per garantire a entrambi i sessi la stessa retribuzione.

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Fonte: Pinterest

Dal 2011, invece, abbiamo la legge Golfo-Mosca che obbliga le società quotate a riservare almeno un terzo dei posti nei board di controllo alle donne. Mariano Corso, del Politecnico di Milano, disse a riguardo che la proroga della Legge Golfo-Mosca sulle quote di genere nei CdA era stata una misura necessaria per dare un segnale importante e per evitare pericolosi passi indietro. Ma non basta. Le vere pari opportunità non si costruiscono nei CdA o nei Collegi Sindacali. Sono altre le vere stanze dei bottoni, altre le palestre di sviluppo professionale.

«Per creare pari opportunità bisogna promuovere un cambiamento di cultura e modelli organizzativi per incoraggiare e promuovere la leadership delle donne e vigilare perché non ci siano discriminazioni e disparità di trattamento fin dai livelli operativi e poi ad ogni livello di crescita manageriale», ha aggiunto. Tuttavia, mentre ci sono paesi che vivono bene il gender gap (come l’Islanda, al primo posto da anni), altri lottano ancora oggi queste differenze. Un esempio è l’America che, nonostante si trovi al trentesimo posto della classifica, ha ancora tanta strada da fare, anche per le differenze di donne rispetto ad altre.

Gender gap: la situazione delle donne latinoamericane

«Una donna latina guadagna di solito solo 55 centesimi per ogni dollaro guadagnato da un uomo bianco non ispanico e deve lavorare circa 23 mesi per guadagnare quello che un uomo bianco guadagna in un anno. Questo significa che ci vogliono quasi due anni per una donna latina per guadagnare quanto un uomo bianco guadagna in uno», leggiamo sul Latin Equal Pay Day. «Anche se le latine sono entrati nella forza-lavoro con numeri da record e ora ci sono più di 11 milioni di lavoratrici, devono comunque affrontare i maggiori divari salariali tra le donne».

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A fine anno il Washington Post ha postato un report di TheLily.com in cui si nota come le latine siano le meno pagate di tutti i gruppi etnici negli USA. Il Latina Equal Pay Day, il giorno in cui si celebra il gender pay gap per le donne latine, ha denunciato questa situazione di disparità, non solo fra donne latine e uomini, non solo fra donne latine e donne bianche, ma anche fra donne latine e donne nere o donne indigene. Sono letteralmente le donne che più vengono sfruttate in tutta l’america.

L’Equal Pay Act del 1963 è la legge federale statunitense che mirava ad abolire ufficialmente le gender gap dello stipendio in base al sesso dei lavoratori. Tuttavia, è evidente, c’è ancora troppo per cui lottare. Poiché, se da una parte i salari delle donne americane sono salite, quello delle donne latine sono scesi. Joe e Jill Biden stanno cercando di lottare contro questa disparità, ma sembra che ancora non siano riusciti nel loro intento. Viene comunque lecito chiedersi perché le donne latine siano così svalutate.

In primis, perché i lavori svolti da loro non sono remunerativi, in quanto per aver un lavoro ben pagato spesso bisogna avere un livello di istruzione alto, e non tutte le latine hanno la possibilità di studiare, probabilmente anche a causa dei problemi economici in cui vivono. Un terzo delle collaboratrici domestiche negli USA è latinoamericana, e quindi non ci si può aspettare che abbiano uno stipendio alla pari di chi lavora in un’azienda. Ma la colpa, di chi è? Secondo i prognostici, solo fra duecento anni ci sarà una parità di salario anche per le donne latinoamericane. Quindi, ancora bisogna lottare.

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