Difesa gay/trans panic: in Oregon diventa illegale

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Sembra assurdo che nel 2021 ancora ci sia e ci fosse una difesa chiamata “gay o trans panic defense” con cui una persona che commette un omicidio potrebbe giustificarsi dicendo di essere rimasto «sconvolto» dall’identità di genere o dalla sessualità della vittima, così tanto da non essere più responsabile delle sue azioni finendo con l’ucciderlo. Eppure in Oregon è appena divenuto illegale, ed è il quattordicesimo Stato degli USA a prendere questa decisione.

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Sì, esatto, avete capito bene. Mentre qui in Italia si discute se approvare o no un disegno di legge che protegge gli omosessuali, in alcuni Stati degli USA è ancora lecito usare il gay o trans panic come scusante per uccidere qualcuno. Come se una persona potesse rimanere sconvolta da un eterosessuale che dice di essere eterosessuale e quindi ucciderlo in quanto tale. Solo che l’eterofobia non esiste ed è solo frutto della malata mente di qualche omofobo, mentre l’omofobia è un problema reale e si vede.

In ogni caso, l’Oregon ha deciso di fare un passo avanti e di accodarsi agli altri tredici Paesi dell’USA che hanno già abolito la gay o trans panic defense: California, Illinois, Rhode Island, Nevada, Hawaii, Maine, Connecticut, New York, New Jersey, Washington, Colorado, Virginia, e Vermont. Come vedete, però, c’è ancora un bel po’ da fare, poiché gli Stati dell’USA sono una cinquantina.

La legge «relativa al divieto di difesa in base a determinate caratteristiche della vittima» è stata approvata all’unanimità dalla Camera dei Rappresentati dell’Oregon e Karin Power, che ha portato la Senate Bill 704 in Senato, ha affermato che «l’approvazione di questa legge invierà un messaggio forte che l’autore di un omicidio di secondo grado non sarà in grado di giustificare il crimine semplicemente sulla base di chi è la loro vittima». La governatrice dell’Oregon Kate Brown ha firmato il Senate Bill 704 facendolo divenire legge.

Gay o trans panic: cos’è e perché è sbagliato

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Fonte: Pinterest

Il gay o trans panic, che poi già dire “panico” ci sembra assurdo poiché non riusciamo proprio a capacitarci di come un orientamento sessuale possa mandare in panico qualcuno come se fosse uno school shooter o un assassino, è in poche parole una difesa che utilizzano degli assassini che hanno ucciso delle persone della comunità LGBTQ. In poche parole, il coming out della vittima li avrebbe storditi così tanto da fargli compiere un omicidio. Il famosissimo omicidio da coming out.

Le persone accusate di queste violenze in genere dicono che la vittima li ha molestati o semplicemente ci ha provato con loro, e quindi, poveri assassini non abituati alle molestie o al catcalling, non hanno capito più nulla e l’hanno uccisa. Il gay o trans panic, in poche parole, fa ridurre l’omicidio preterintenzionale in omicidio colposo. E alle vittime chi ci pensa? Anche gli avvocati hanno cercato di far notare questa cosa: il gay o panic defense sposta parte della colpa alla vittima omosessuale, che ottiene meno giustizia rispetto alle persone eterosessuali e cis.

Questo ci fa tanto pensare, perché qui in Italia abbiamo Simone Pillon o Matteo Salvini o ancora Giorgia Meloni che si lamentano di come il DDL Zan, che ha come unico obiettivo quello di difendere tutte le persone che vengono discriminate o picchiate per il proprio orientamento sessuale, possa “favorire” gli omosessuali, a discapito degli eterosessuali. Negli USA, invece, hanno il gay o trans panic, che letteralmente addossa la colpa agli omosessuali, anche se vittime, solo perché omosessuali.

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In fin dei conti non è poi così diverso, più che altro perché in entrambi i casi si discriminano gli omosessuali (e la comunità LGBT in generale) e non si comprende che i cittadini devono essere visti tutti sotto la stessa luce. Il DDL Zan non parla di favorire gli omosessuali, bensì di condannare maggiormente chiunque discrimini per orientamento sessuale (per cui, se un giorno un eterosessuale verrà discriminato in quanto tale, sarà protetto anche lui). Allo stesso modo, la gay o trans panic defense non concede a una vittima omosessuale la stessa giustizia di una eterosessuale o cisgender.

I cittadini devono essere tutti uguali di fronte alla legge, ma allo stesso tempo una minoranza non lo è a prescindere. Se io, donna bianca ed etero, vengo picchiata da uno sconosciuto perché non gli piace la maglia che indosso, non è grave allo stesso modo di una donna lesbica, che viene picchiata perché lesbica, perché magari sulla sua maglietta c’è la bandiera della comunità LGBT. Non puoi mettere alla pari i due casi. Non puoi paragonare la pazzia con l’odio.

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