Morta Gabriella Carsano, il marito: “l’hanno uccisa gli assistenti sociali”

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Gabriella Carsano è divenuta famosa nel 2010, quando lei, all’epoca 57enne, e il marito, Luigi Deambrosis, all’epoca 69enne, danno alla luce una bambina. La coppia vive a Mirabello, nel Monferrato, e hanno sempre ricevuto tutto il sostegno dalla cittadina, anche quando hanno iniziato la loro lotta per riavere la figlia che è stata loro tolta a causa delle «difficoltà della signora nella gestione della relazione della figlia». Ma la coppia non ha mai smesso di lottare, fino alla morte di lei.

Il loro incubo ha inizio quando vengono accusati di aver abbandonato la figlia. In questi giorni, in cui è stato dato l’ultimo addio alla piccola Diana che è stata davvero abbandonata dalla madre per sei lunghi giorni, finché non è morta, leggere parole del genere fa ancora male. Perché mentre Alessia Pifferi ha completamente ignorato l’esistenza della figlia, godendosi la vacanza con il suo compagno, Gabriella Carsano e Luigi Deambrosis non hanno mai smesso di cercare di riavere con loro la figlioletta.

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Gabriella Carsano, Luigi Deambrosis e la loro figlioletta

Cosa successe nel 2010? Il padre stava scaricando l’auto di fronte casa, entrando anche a scaldare il biberon per la figlia, che intanto resta sette minuti sola in auto e comincia a piangere. I vicini allora segnalano la vicenda, testimoniano e, anni dopo, la coppia è assolta in Cassazione: può riavere indietro la bambina. Ah no? Beh, no, perché ormai la bambina è stata dichiarata adottabile, in virtù del parallelo procedimento civile minorile, e sta crescendo con un’altra famiglia. Gabriella Corsano e Luigi Deambrosis quindi non riescono a riabbracciare la figlia.

Anni dopo la coppia tenta ancora di poter riavere la figlia, visto che sono stati assolti dalla Cassazione, tuttavia gli Ermellini non sapevano che la piccola non aveva contatti con i genitori dal 2013 e che stava crescendo con un’altra famiglia: quindi questo l’avrebbe destabilizzata e avrebbe, secondo loro, prodotto più danni che benefici. In più, secondo la Corte torinese, l’età dei genitori «resta un fatto oggettivo». Inevitabile, quindi, pensare che la bambina sia stata data con molta fretta in adozione, senza aspettare neanche la fine del processo, per l’età dei suoi genitori.

«Dicono che non ho l’immaginario paterno, ma la verità è che non ci hanno dato il tempo di provare a essere genitori. Viola ce l’hanno portata via che aveva due mesi. Se ce l’avessero lasciata un po’ di più avrebbero capito che potevamo essere un buon padre e una buona madre», disse al telefono Luigi Deambrosis. Aggiunse poi di aver lasciato la figlia «dormire nel seggiolino per 7 minuti, il tempo di salire a scaldarle il latte. Dopo, saremmo andati insieme a prendere mia moglie. Siamo stati prosciolti (già in istruttoria, ndr) dall’accusa penale, ma a quanto pare non importa a nessuno».

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Gabriella Carsano e Luigi Deambrosis

Gabriella Carsano: morta dopo anni di lotta per riabbracciare la figlia

E adesso la lotta di Gabriella Carsano si conclude. La donna è stata stroncata da un mesotelioma, aveva 68 anni e viveva con il marito a Mirabello Monferrato, nell’Alessandrino. In città era persino partita una raccolta firme lanciata da Luigi Ferrando, sindacalista della Uil di Casale Monferrato: «Molti anni fa, con l’allora sindaco Luca Gioanola, scegliemmo di raccogliere firme per chiedere la riapertura del processo. Ne avevamo raccolte migliaia e inviate a Roma, ci fu poi la richiamata in appello ma non sortì nulla», ha detto Ferrando.

Racconta poi: «I genitori furono assolti dall’accusa di inadeguatezza genitoriale e abbandono ma era passato diverso tempo così la bimba restò alla famiglia adottiva. Non voglio entrare nel merito dei pronunciamenti della legge, ma questa donna ha sofferto un sopruso enorme, una mamma che si vede strappare una bimba ne soffre e ha sempre lottato, non si è mai rassegnata. Se i tempi della giustizia fossero stati più veloci probabilmente avrebbero potuto riavere la bimba. Cosa abbiamo fatto tutti per alleviare quel dolore?».

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Gabriella Carsano e Luigi Deambrosis

Marco Ricaldone, sindaco di Mirabello, dice invece che «la vicenda che li ha visti coinvolti li ha segnati parecchio, nonostante non avessero mia perso la speranza credo che queste vicende logorino emotivamente e non sia facile». Secondo il marito di Gabriella Carsano, lei è «stata uccisa dagli assistenti sociali, prima con il furto della nostra bimba, poi perché abbiamo vissuto senza poterla vedere». Parole molto dure e forti, ma vere. Perché almeno la bambina avrebbero potuto farla vedere, conoscere, abbracciare.

Lui, comunque, continuerà a lottare, continuerà la lotta che ha iniziato con la moglie, continuerà a «sperare, spero sempre e non vorrei morire di speranza, senza risposta», dice a La Repubblica. In particolare, spera che «la Corte Europea dei diritti dell’uomo mi dia ragione. Abbiamo presentato il ricorso, seguiti dall’avvocato Adriana Boscagli e stiamo aspettando. Aspettiamo che qualcuno ci dica qualcosa». E noi gli auguriamo di poter rivedere e riabbracciare la figlia, anche per sua moglie, Gabriella Carsano, che non potrà più farlo.

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