Tragedia di Mottarone: famiglia delle vittime completamente abbandonata

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Il 23 maggio 2021 vi raccontavamo della tragedia della funivia Mottarone. In quest’anno si è tanto parlato del piccolo Eitan, l’unico sopravvissuto che dopo la tragedia fu persino rapito dai nonni, ma sembra che tutti si siano dimenticati delle famiglie distrutte dal crollo di quella funivia, di 14 persone che hanno perso la vita. A denunciare questa situazione è la nonna di uno dei bambini morti, che in quell’incidente ha perso non solo il nipote ma anche la figlia e il genero. Si chiama Teresa Pelaggi, e ha parlato con La Repubblica.

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La funivia precipitata

Erano le 12.30, una bella giornata di sole e delle famiglie si stavano godendo quel bel tempo, soprattutto dopo un brutto periodo di pandemia. Si cominciava a respirare l’aria di libertà, accompagnata da quella estiva. Poi, però, la tragedia. La funivia è crollata, e al momento è aperta un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Entro il 30 giugno dovranno essere presentate le ultime perizie, mentre per il 14 luglio è previstala prima udienza del processo.

Il processo darà giustizia, ma nessuno potrà restituire alle famiglie delle vittime le persone che hanno perso. Nonni, nonne, nipoti, fratelli, sorelle, figli e figlie. Persone. C’erano delle persone in quella funivia che un anno fa è crollata, quattordici persone con una vita, con un futuro. C’erano tre bambini (uno unico sopravvissuto), di due e cinque anni. C’erano degli studenti, di 27 e 32 anni. C’erano delle famiglie che semplicemente volevano godersi una bella giornata, che per un’incoscienza umana, per un errore, adesso hanno perso la vita:

  1. Biran Amit, nato il 2 febbraio 1991 e residente a Pavia
  2. Peleg Tal, nata il 13 agosto 1994 e residente a Pavia
  3. Biran Tom, nato il 16 marzo 2019 e residente a Pavia
  4. Cohen Konisky Barbara, nata l’11 febbraio del 1950
  5. Cohen Itshak, nato il 17 novembre 1939
  6. Shahaisavandi Mohammadreza, nato il 25 agosto 1988, residente a Diamante (Cosenza)
  7. Cosentino Serena, nata il 4 maggio del 1994 e residente a Diamante (Cosenza)
  8. Malnati Silvia, nata il 7 luglio del 1994, residente a Varese
  9. Merlo Alessandro, nato il 13 aprile del 1992, residente a Varese
  10. Zorloni Vittorio nato l’8 settembre del 1966, residente a Vedano Olona (Varese)
  11. Zorloni Mattia nato il 9 agosto del 2015, residente a Vedano Olona
  12. Personini Elisabetta nata il 9 luglio 1983, residente a Vedano Olona
  13. Gasparro Angelo Vito, nato il 24 aprile 1976, residente a Castel San Giovanni (Piacenza)
  14. Pistolato Roberta, nata il 23 maggio del 1981, residente a Castel San Giovanni (Piacenza)

Le parole di Teresa Pelaggi: le famiglie delle vittima della funivia abbandonate dallo Stato

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La funivia precipitata

Teresa Pelaggi, 71 anni, madre di Elisabetta Personini, nonna di Mattia e suocera di Vittorio Zorloni, si è sfogata con La Repubblica, raccontando che la figlia e il compagno «si sarebbero dovuti sposare un mese dopo, ma abbiamo fatto loro il funerale. E ho dovuto anche chiedere un prestito per pagare la sepoltura. Sembrava che tutti volessero aiutarci... Invece nessuno si è fatto vivo. Si è parlato tanto del bambino sopravvissuto, Eitan, e lo capisco. Ma noi abbiamo perso un nipotino della stessa età. È uno strazio».

E poi racconta della cuginetta, che chiede sempre di voler giocare con Mattia, chiedendo perché non vanno più a trovare la «Zia Lilly». «La nostra vita è devastata, mio marito è andato in depressione, non si alzava più dal letto, non mangiava più, dopo due mesi stava per raggiungere anche lui nostra figlia. Ogni tanto ci mettiamo sul divano, guardiamo le foto…», racconta ancora. Parole strazianti.

Di quel pomeriggio racconta che «tutti lo sapevano, tranne noi. Avevo anche sentito la notizia alla televisione ma non sapevo che loro fossero andati al Mottarone. Alla fine l’altro mio figlio ha fatto il numero di mio genero e hanno risposto i carabinieri. Hanno detto che Elisabetta e Vittorio erano morti e che il bambino era gravissimo ed era stato portato in ospedale a Torino. Ma non ce l’ha fatta. A quel punto sono usciti i nomi, la gente ha iniziato a chiamarci».

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La funivia precipitata

Hanno anche «nominato un’avvocata, Mariacristina Butti, ma per adesso non sappiamo nulla. Noi vogliamo la verità. Mio marito ha già detto che lui non perdonerà nessuno, ma almeno vogliamo giustizia. Sono morte 14 persone innocenti e tutto si poteva evitare. Questa storia assomiglia a quella del ponte Morandi». Entrambe delle tragedie che hanno coinvolto tante famiglie innocenti, a causa di un’errore di pochi.

E poi parla dell’aiuto dei cittadini, le uniche persone che hanno dato loro una mano, perché «dalle istituzioni non abbiamo avuto nulla, dall’assicurazione nemmeno. Avevo chiesto una mano al Comune per pagare il funerale perché proprio non li avevo quei soldi e mi sono sentita dire che mia figlia non abitava più qui, nonostante ci fosse cresciuta. Alla fine ho chiesto un prestito alla banca e lo sto restituendo poco per volta».

E sente parlare di come «lo Stato potrebbe dare contributi per una nuova funivia. Aiutano tutti tranne noi. Ma sono pronta a dare battaglia per avere giustizia. Io non mi toglierò mai dagli occhi quello che ho visto quando sono andata a riconoscere il cadavere di mia figlia, so io quello che ho visto. Chi ha sbagliato deve pagare». E noi ci auguriamo che la signora, insieme a tutte le famiglie distrutte, possano avere la giustizia che meritano.

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