Hijab: la Francia vieta il velo alle minori di 18 anni (e non solo)

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È passata al senato francese la proposta di legge che, in uno stato laico, vieta alle donne minori di 18 anni di indossare l’hijab o qualsiasi segno religioso, incluso il burkini nelle piscine e nei bagni pubblici. Questa decisione è frutto di tre emendamenti che vogliono evitare di rendere le donne inferiori agli uomini. Ancora una volta si vive con un’islamofobia interiorizzata, poiché l’hijab o il burkini sono delle scelte personali della donna e dare per scontato che siano oppresse o sottomesse è solo un grave segno di islamofobia di cui l’Europa è colma.

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Fonte: twitter

I tre emendamenti sono stati visti come delle vittorie da parte del governo e soprattutto da Bruno Retailleu, il leader dei senatori di LR, che ha affermato che «ogni volta che abbiamo proposto di inasprire questo testo, soprattutto nei confronti del velo e dei segni ostentati, il governo si è tirato indietro». Secondo la sua opinione, infatti, il velo altro non è che una «rivendicazione sessista» e un «segno della sottomissione delle donne», ma soprattutto «la bandiera del separatismo» che il governo rifiuta di vedere. (fonte)

Gli emendamenti non parlano esplicitamente di hijab, tuttavia lo si può benissimo leggere fra le righe. Infatti con «qualsiasi abbigliamento o vestiario che indicherebbe una presunta inferiorità della donna rispetto all’uomo» non si può che pensare all’hijab, e solo perché c’è una grave ignoranza nei confronti del velo che le donne musulmane indossano intorno ai capelli e al collo. Se questa proposta di legge sarà approvata all’Assemblea Nazionale, diverrà una vera e propria legge, e possiamo dire addio alla liberté.

La Francia contro l’hijab

La legge comunque non è la prima che viene scritta proprio contro i musulmani, infatti già nel 2004 una legge vietava l’uso del velo nelle scuole e, per un paese che tanto vanta la sua libertà, fa un po’ pensare. Una donna deve essere libera di vestirsi come vuole, che sia con un hijab o con una gonna. Una donna deve essere libero di portare i capelli lunghi e sciolti oppure di averli nascosti dal velo. È questo che non si comprende: si pensa di far un favore alle donne musulmane come se fossero costrette a portare l’hijab, quando si tratta solo di religione e di scelta personale.

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Fonte: twitter

Oddio, parlare di fare un favore è un po’ azzardato, poiché semplicemente si tratta di islamofobia. Perché, dovete sapere, che questa legge non coinvolge solo le minori di 18 anni, ma anche le mamme che non potranno portare l’hijab se decidono di accompagnare i propri figli in gita scolastica (questo sempre per completare la legge del 2004). E, ancora, le piscine potranno vietare alle ragazze o alle donne che indossano un burkini (il costume intero che copre tutto il corpo) di entrare nella propria proprietà. Non vi basta?

Le pazienti musulmane non potranno neanche più scegliere il proprio medico in base alla religione e poi, la peggiore, il peggior atto di razzismo ed islamofobia che un paese europeo potrebbe mai fare: sembrerebbe che le autorità francesi stiano forzando i supermercati halal (halal è il cibo che i musulmani possono mangiare poiché rispetta le norme religiose) a vendere non solo alcool ma anche carne di maiale (fonte). Sempre per la libertà, sia chiaro. Ma la libertà di chi?

Abbiamo parlato tanto della Polonia omofoba, della Turchia sessista, ma in Francia la situazione non è poi così migliore. Tra l’altro, divieti simili esistono anche Austria, Bulgaria, Belgio, Danimarca, Germania, Svizzera e Olanda. Quando impareremo che la diversità non è sbagliata o cattiva e che la libertà consiste proprio nell’essere se stessi, che sia amando una persona dello stesso sesso, sedendosi su una sedia e non su un divano o indossando un hijab, forse l’Europa sarà un posto migliore e, sicuramente, più libero. Se volete far qualcosa, potete firmare questa petizione.

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Photo by RODNAE Productions on Pexels.com

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