Festa della Liberazione: 5 canzoni per celebrare il 25 aprile virtualmente

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Niente cortei in tutta Italia, anche quest’anno. Sarà un 25 aprile simile a quello dello scorso anno ma diverso da tutti gli altri. L’importante, comunque, è lasciare un pensiero a chi per liberarci, per darci tutto ciò che abbiamo oggi, per la nostra libertà, ha perso la propria vita. Nella giornata di oggi, durante la Festa della Liberazione, condividete un pensiero, una vecchia frase, magari dei racconti dei vostri nonni o dei parenti che quel 25 aprile c’erano e lo hanno vissuto. Fatevi raccontare da loro perché tutti dovremmo essere antifascisti.

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Fonte: twitter

Oggi c’è molta ignoranza dietro il termine antifascismo, come c’è anche dietro tantissimi altri termini e solo perché in genere li si usa a sproposito e magari con troppa leggerezza. L’antifascismo è, letteralmente, l’opposizione al fascismo nella sua forma più pura. L’opposizione alla dittatura, a quella persona che ha portato tantissimi italiani a morire, a colui che è arrivato a far uccidere chi non la pensava nel suo stesso modo. Ma significa anche non rassegnarsi, non abbattersi di fronte alle morti, alla dittatura. Significa vivere, non essere indifferenti. Rendere ogni giorno la Festa della Liberazione.

Antonio Gramsci diceva «vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti», proprio perché antifascismo significava e significa tutt’oggi scendere in campo, metterci la faccia, dedicare la propria vita a proteggere la libertà e chiunque ne abbia bisogno, gli oppressi, le minoranze, chi muore perché diverso. Ed è proprio il caso di ricordare i 130 morti di qualche giorno fa, morti nella più totale indifferenza, dopo due giorni in mare.

«Gli Stati si sono opposti e si sono rifiutati di agire per salvare la vita di oltre 100 persone. Hanno supplicato e inviato richieste di soccorso per due giorni prima di annegare nel cimitero del Mediterraneo. È questa l’eredità dell’Europa?», ha detto la portavoce dell’Oim, l’organizzazione dell’Onu per i migranti, Safa Mshli. Oggi, per la Festa della Liberazione, ricordiamo anche loro e le loro vite.

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Fonte: twitter

Antifascismo non significa sapere a memoria Bella Ciao, andare ai cortei con qualche fumogeno durante la Festa della Liberazione e fare gli scioperi da scuola; non significa lottare solo per la Festa della Liberazione. L’antifascismo deve essere ogni giorno, perché sebbene siano passati 76 anni, nel 2021 c’è ancora tanta indifferenza, ci sono ancora tante discriminazioni, ci sono troppe persone che hanno dimenticato il ventennio fascista e, ancora, osannano il duce. C’è chi lo fa con un’arrogante e becera ironia, ma c’è anche chi ha il virus del fascismo e ci crede davvero, e che per la Festa della Liberazione ha anche il coraggio di sputare veleno. E lo può fare solo perché libero.

Festa della Liberazione: 5 canzoni da ascoltare oggi

Oggi, in questo 25 aprile, in questa festa della liberazione, non potremo festeggiare, andare in piazza, cantare le solite canzoni ed essere felici, mentre ricordiamo tutte quelle persone che hanno perso la vita per darci tutti i privilegi che abbiamo oggi, per farci avere un Costituzione antifascista, tuttavia possiamo sia seguire degli eventi online (in diverse regioni ci sono molti eventi, insieme a quelli dell’Anpi) e anche ascoltare qualche canzone. Io vi propongo le mie preferite sul tema, con cui sono cresciuta e che probabilmente hanno innescato in me la skill antifascista, e che sicuramente canterò anche oggi, per la festa della liberazione.

Molte di queste canzoni sono degli inni partigiani, moltissime band le hanno ricantate. Voi avrete sicuramente la vostra versione preferita, ma io vi consiglio sempre quella dei Modena City Ramblers. E voi, che canzoni ascoltate per la festa della liberazione?

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Fonte: twitter

Festa della Liberazione: Bella Ciao

No, non è la canzone di La Casa de Papel, ma un canto popolare italiano, proprio di alcune formazioni della Resistenza, diventato popolare dopo la Liberazione perché idealmente associato all’intero movimento partigiano. Se pensate alla Festa della Liberazione, dovete pensare a Bella Ciao. Ecco il testo:

Una mattina mi son svegliato,
oh bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.

O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.

E seppellire lassù in montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»

«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!»

Festa della Liberazione: Fischia il vento

Fischia il vento è una celebre canzone partigiana comunista italiana su aria russa, il cui testo era stato scritto da Felice Cascione, giovane poeta e medico neolaureato ligure, a Bologna, prima dell’8 settembre 1943. Qui trovate il testo per la cantarlo insieme a noi per la Festa della Liberazione:

Fischia il vento e infuria la bufera
Scarpe rotte eppur bisogna andar
A conquistare la rossa primavera
Dove sorge il sol dell’avvenir
A conquistare la rossa primavera
Dove sorge il sol dell’avvenir

Ogni contrada è patria del ribelle
Ogni donna a lui dona un sospir
Nella notte lo guidano le stelle
Forte è il cuor e il braccio nel colpir
Nella notte lo guidano le stelle
Forte è il cuor e il braccio nel colpir

Se ci coglie la crudele morte
Dura vendetta sarà del partigian
Ormai sicura è la dura sorte
Del fascista vile e traditor
Ormai sicura è la dura sorte
Del fascista vile e traditor

Cessa il vento e calma la bufera
Torna a casa il fiero partigian
Sventolando la rossa sua bandiera
Vittoriosi e alfin liberi siam
Sventolando la rossa sua bandiera
Vittoriosi e alfin liberi siam

Fischia il vento e infuria la bufera
Scarpe rotte e pur bisogna andar
A conquistare la rossa primavera
Dove sorge il sol dell’avvenir
A conquistare la rossa primavera
Dove sorge il sol dell’avvenir

Festa della Liberazione: I ribelli della montagna

I ribelli della montagna è uno dei pochissimi canti partigiani originali di cui sia rimasta traccia, composto nel marzo del 1944 alla Cascina Grilla da soldati della 3ª brigata d’assalto, che operava sul monte Tobbio, in provincia di Alessandria. Anche questa è un’ottima canzone da cantare oggi, per la Festa della Liberazione:

Dalle belle città date al nemico
Fuggimmo un dì su per l’aride montagne,
Cercando libertà tra rupe e rupe,
Contro la schiavitù del suol tradito.

Lasciammo case, scuole ed officine,
Mutammo in caserme le vecchie cascine,
Armammo le mani di bombe e mitraglia,
Temprammo i muscoli ed i cuori in battaglia.

Di giustizia è la nostra disciplina,
Libertà è l’idea che ci avvicina,
Rosso sangue è il color della bandiera
D’Italia siam l’armata forte e fiera.

Sulle strade dal nemico assediate
Lasciammo talvolta le carni straziate.
Sentimmo l’ardor per la grande riscossa,
Sentimmo l’amor per la patria nostra.

Siamo i ribelli della montagna,
Viviam di stenti e di patimenti,
Ma quella fede che ci accompagna
Sarà la legge dell’avvenir
Ma quella fede che ci accompagna
Sarà la legge dell’avvenir.

Siamo i ribelli della montagna,
Viviam di stenti e di patimenti,
Ma quella fede che ci accompagna
Sarà la legge dell’avvenir
Ma quella fede che ci accompagna
Sarà la legge dell’avvenir.

Siamo i ribelli della montagna,
Viviam di stenti e di patimenti,
Ma quella fede che ci accompagna
Sarà la legge dell’avvenir
Ma quella fede che ci accompagna
Sarà la legge dell’avvenir
.

Festa della Liberazione: El Pueblo Unido – Inti Illimani

Molto popolare in Cile durante i tre anni della presidenza Allende, divenne un simbolo della lotta per il ritorno alla democrazia tanto in Cile quanto nel resto del mondo, in particolare dopo il golpe cileno che portò al potere i militari guidati da Augusto Pinochet. È più che adatta per la Festa della Liberazione. Ecco il testo:

De pie, luchar
Que vamos va a triunfar
Avanzan ya
Banderas de unidad

Y tú vendrás
Marchando junto a mí
Y así verás
Tu canto y tu bandera florecer

La luz
De un rojo amanecer
Anuncian ya
La vida que vendrá

De pie, luchar
El pueblo va a triunfar
Será mejor
La vida que vendrá

A conquistar
Nuestra felicidad
Y en un clamor
Mil voces de combate se alzarán

Dirán
Canción de libertad
Con decisión
La patria vencerá

Y ahora el pueblo
Que se alza en la lucha
Con voz de gigante
Gritando: ¡adelante!

El pueblo unido, jamás será vencido
El pueblo unido, jamás será vencido

La patria está
Forjando la unidad
De norte a sur
Se movilizará

Desde el salar
Ardiente y mineral
Al bosque austral
Unidos en la lucha y el trabajoIrán
La patria cubrirán
Su paso ya
Anuncia el porvenir

De pie, luchar
El pueblo va a triunfar
Millones ya
Imponen la verdad

De acero son
Ardiente batallón
Sus manos van
Llevando la justicia y la razón

Mujer
Con fuego y con valor
Ya estás aquí
Junto al trabajador

Y ahora el pueblo
Que se alza en la lucha
Con voz de gigante
Gritando: ¡adelante!

El pueblo unido, jamás será vencido
El pueblo unido, jamás será vencido

El pueblo unido, jamás será vencido
El pueblo unido, jamás será vencido

El pueblo unido, jamás será vencido
El pueblo unido, jamás será vencido

El pueblo unido, jamás será vencido
El pueblo unido (Lara-lara-lara)

Festa della Liberazione: La guerra di Piero – Fabrizio De André

Un classico, scritta da Fabrizio De André che a riguardo scrive «Io della guerra ne ho parlato molto, ne ho parlato soprattutto ne La guerra di Piero, attraverso i racconti che me ne faceva mio zio, il fratello di mia mamma, che si fece tutta la campagna di Albania». Una canzone perfetta per la Festa della Liberazione. Ecco il testo:

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.

“Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente.”
Così dicevi ed era inverno
e come gli altri verso l’inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve

Fermati Piero, fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po’ addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
“Chi diede la vita ebbe in cambio una croce”

Ma tu non lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera.

E mentre marciavi con l’anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore
Sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue.

“E se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore”.

E mentre gli usi questa premura
quello si volta, ti vede e ha paura
ed imbracciata l’artiglieria
non ti ricambia la cortesia

Cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato.

Cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno.

Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all’inferno
avrei preferito andarci in inverno.”

E mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.

E voi quale di queste canzoni per la Festa della Liberazione preferite? Ce n’è una che vi piace più delle altre o le sapete tutte a memoria?

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