Femminicidi in Italia: 125 donne uccise in un anno

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È stato pubblicato il dossier del Viminale concernenti i femminicidi in Italia nell’ultimo anno, tra il 1 agosto 2021 e il 31 luglio 2022: più di una donna ogni 3 giorni è stata uccisa, e c’è stato un incremento rispetto all’ultimo anno. Sono aumentati del 15,7% i femminicidi, 108 maturati in ambito familiare e 68 quelli commessi dal partner o dall’ex partner. Calano invece le denunce per stalking, 15.817 contro le 18.653 dell’anno precedente, ma aumentano gli ammonimenti del questore 3.100, di cui 1.640 per violenza domestica e diminuiscono i provvedimenti di allontanamento (414).

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Durante gli ultimi due anni i casi di femminicidio sono aumentati fin troppo, e sapete quali sono state le reazioni di alcuni cittadini (uomini e donne) italiani? «È normale che i femminicidi aumentino, siamo stati chiusi in casa per due anni», scrivono alcuni. Altri invece aggiungono che «le donne sono insopportabili, quindi gli uomini raggiungono il limite della sopportazione». Femminicidio e victim blaming, come è stato fatto alla giovanissima Roberta Siragusa. In altri casi, invece, si tende semplicemente a umanizzare l’assassino.

Ma diamo prima un occhio ai dati. In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne la Polizia Criminale ha postato sul sito del Viminale i dati che vanno dal 1° gennaio 2021 al 21 novembre 2021, secondo cui su un totale di 263 omicidi volontari compiuti in Italia il 35% (quindi 93) sono femminicidi. “Ma è sempre un omicidio, non è un femminicidio“. Apriamo quest’altra parentesi per chi ancora non ne conoscesse la differenza. Se un giorno decidi di uccidere una persona a caso che incontri per strada, e per casualità è una donna, quello è un omicidio. Se invece decidi di uccidere la tua fidanzata perché vuole lasciarti, quello è un femminicidio.

Di 116 donne uccise nel 2021, 100 sono state uccise in ambito familiare o affettivo, 68 per via di un partner o di un ex. Il 12% di loro aveva denunciato, che è comunque un numero molto basso e allarmante perché ci porta a chiederci: perché le donne non denunciano? In realtà noi questa domanda ce la siamo già posta (ci dicono di denunciare ma non ci proteggono), e siamo giunti alla soluzione che semplicemente molte non denunciano perché sono consapevoli che non cambierebbe molto, e la testimonianza è quel 12% che è stata comunque uccisa. Resta comunque il fatto che denunciare è importante, o almeno chiedere aiuto a qualcuno.

I femminicidi nel 2022

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Fonte: Pexels

Sono 125 i femminicidi avvenuti in Italia in Italia tra l’agosto 2021 e il 31 luglio 2022, quindi il 15,7% in più rispetto alle 108 dell’agosto 2020-luglio 2021. Questi sono i dati emersi dal Dossier Viminale pubblicato per Ferragosto dal Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Delle 125 donne vittime negli ultimi dodici mesi, 108 sono state uccise in ambito familiare-affettivo, 68 da partner o ex partner. Le donne uccise sono state il 39,2% del totale degli omicidi commessi (319).

Le denunce per stalking sono state 15.817, gli ammonimenti del questore 3.100 e gli allontanamenti 361. Dei dati comunque molto preoccupanti che evidenziano come sia necessario educare i giovani e rieducare i più grandi. Non si può morire in casa propria, non si può morire perché il tuo compagno ha deciso che non vai più bene, che lo stressi o che lo tradisci. Invece di preoccuparci di “ideologia gender” e “lobby gay“, preoccupiamoci di educare i ragazzini al rispetto per il prossimo.

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«Il contrasto alla violenza contro le donne è e deve essere una priorità. I dati del Dossier del Viminale presentato oggi ce lo confermano con estrema chiarezza: 125 donne uccise in un anno, più di una ogni tre giorni», ha scritto su Facebook la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti. «Il tema della violenza sulle donne non è entrato nel dibattito dei partiti ma sarà con forza nel nostro programma elettorale in virtù delle cose che abbiamo fatto, per la prima volta abbiamo investito nei centri antiviolenza», continua.

«C’è un rammarico in merito alla legge a firma mia e delle ministre Cartabia e Lamorgese, una legge che finalmente avrebbe dato alle forze dell’ordine e ai magistrati strumenti per difendere le donne vittime di violenza. Tanti femminicidi avrebbero potuto essere evitati con questa legge che è stata bloccata in Parlamento e che a questo punto non potrà essere approvata. Si tratta di una irresponsabilità grave nei confronti delle donne del nostro Paese. Il mio impegno personale è portarla a termine il prima possibile nella prossima legislatura. Non è un punto da bandierina elettorale ma un impegno di responsabilità nei confronti delle donne che meritano di essere protette dalle istituzioni».

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