Pio e Amedeo vs Fedez sulla Rai: ma il rapper risponde a tono

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Il web è in fiamme, ieri in prima serata Pio e Amedeo hanno deciso di dissare Fedez, così dal nulla, perché si sa che se nomini Fedez indubbiamente vai in tendenza. E così è stato. Oggi ci siamo svegliati con “Pio e Amedeo” e il nome del rapper in tendenza su Twitter. Le radici della polemica risalgono al Concertone del Primo Maggio, il concerto e il pre/dopo concerto in cui Fedez ha deciso di non stare in silenzio, di denunciare l’omofobia di molti politici e tra l’altro anche la Rai che aveva cercato di censurarlo, con diverse prove audio a testimonianza. Ancora oggi l’influencer fronteggia le querele che arrivano per aver letto dei post pubblici di politici leghisti omofobi.

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Noi siamo stati i primi a paragonare il discorso del Primo Maggio di Fedez, quello che la Rai avrebbe voluto censurare, pronunciato con le mani e la voce tremante, mentre leggeva gli insulti omofobici di politici ancora in carica e da cui nessun partito ha preso le distanze, con l’obiettivo di creare un futuro migliore per i suoi figli, alla prima serata sulla Mediaset di Pio e Amedeo, mentre tra una risata e l’altra spiegavano alle minoranze che per combattere il razzismo e l’omofobia basta una risata. Quel discorso che probabilmente come base voleva prendere in giro i razzisti o gli omofobi, ma possiamo dire che così è stato?

Partiamo dal presupposto che noi non abbiamo nulla contro Pio e Amedeo, anzi, stiamo aspettando il loro film e lo vedremo con piacere perché come messaggio, la lotta fra una persona che vuole andare al nord e una invece legata alle sue radici, ci intriga molto.

Tuttavia, sebbene il loro intento potesse essere nobile e siamo sicuri che non volevano urlare frocio, negro o fare catcalling alle donne per mancare di rispetto, possiamo dire che è questo il messaggio che è passato? Perché al momento sono diventati gli idoli di persone che omofobe e razziste lo sono per davvero. Gli idoli di chi non considera il catcalling una molestia e ritiene la donna un mero oggetto sessuale per compiacere l’uomo e procreare.

Per cui, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e mi spiace tanto. E, dal mio umile punto di vista, è stata inutile anche la “risposta” caotica che hanno dato nelle loro storie quando Fedez ha voluto rispondere a quel che loro in primis hanno detto. Perché cosa c’entrava Fedez in quella serata? Perché dover citare lui, il suo discorso o la censura della Rai? È inutile anche solo negare che sia stato fatto per difendere la rete televisiva che era stata accusata proprio da Federico di censura, perché è evidente quel che è avvenuto come era anche scontata una risposta.

Pio e Amedeo vs Fedez

Su Rai1 erano in onda i Seat Music Awards, condotti da Carlo Conti e Vanessa Incontrata. I due comici sono stati premiati con il Premio «per aver innovato il linguaggio televisivo e saper cogliere le sfaccettature della vita quotidiana». Innovato il linguaggio televisivo in che modo? Insultando delle persone per il colore della loro pelle o per il loro orientamento sessuale? Perché allora non insultiamo anche per il credo religioso? Ah, giusto, quello potrebbe ferire i cattolici. E poi, quali sarebbero le sfaccettature che hanno saputo cogliere? Il fatto che se dico a un mio amico “negro” non si offende perché è mio amico e lo faccio scherzando?

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Un tempo in tv, al cinema, i registi sfidavano la censura con film del calibro di Il Grande Dittatore di Charlie Chaplin, della Dolce Vita di Federico Fellini, cercavano di sdoganare dei messaggi e delle ideologie, ma persino Arancia Meccanica di Stanley Kubrik o The Rocky Horror Picture Show di Jim Sharman che ancora oggi sono amati e guardati dai più giovani. Dei film che in qualche modo erano una denuncia alla società. Ma cosa volevano denunciare Pio e Amedeo? Volevano denunciare che sono stanchi di non poter insultare liberamente delle persone?

«Se Pio e Amedeo sono su Rai Uno vuol dire che la Rai è libera. Nessuno si è permesso di venire da noi a chiedere ‘ragazzi che dite?’, uno poi arriva in diretta e dice quello che pensa, non è che arriva un bodyguard a prenderti e cacciarti dal palco», hanno detto una volta saliti sul palco. Come se loro fossero politicamente scorretti. Forse oggi, nel 2021, non ci siamo resi conto che il politicamente corretto e scorretto ormai non esistono più, o meglio, che la situazione è neutra. Se dici “frocio” o “negro” in tv diventi l’idolo di una parte dell’Italia e vieni linciato dall’altra, e viceversa se difendi le persone nere o la comunità LGBT.

«Qualcun altro avrebbe potuto fare così senza fare tante polemiche, dai Federico non si fa la polemica e poi ‘Op fai swipe’ e si vende i prodotti ‘compra lo smalto che ho fatto io’… Insomma applauso alla Rai che non ci ha censurato», hanno continuato, facendo riferimento alla denuncia di Fedez sul palco della Rai. Non si capisce perché abbiano voluto proprio citare Federico che, in quella serata, non era neanche presente poiché impegnato con le riprese della nuova stagione di LOL. Non lo dico, ma sappiamo tutti che, se nomini Fedez o Ferragni, vai in tendenza. Obiettivo compiuto.

Concludono con una dedica: «Noi dedichiamo questo premio alla libertà di opinione. Augurandoci che la libertà non passi per la decisione di qualche associazione, per l’oligarchia del gusto, viva la libertà». Ricordate quando libertà e rispetto andavano di pari passo? Ricordate quando erano le vittime a far sapere come lottare contro la propria battaglia e non qualcuno che, in realtà, c’entra poco e niente? Ricordate quando qualcuno diceva che «la tua libertà finisce dove inizia la mia»? Forse Pio e Amedeo non lo ricordano abbastanza, o semplicemente hanno deciso di non volerlo ricordare.

Come non ricordano neanche il Concertone del Primo Maggio 1991, quando Elio e le Storie Tese salivano sul palco in diretta su Rai 2 e venivano censurati proprio dalla Rai per aver cominciato a leggere in musica un estratto di un’inchiesta de L’Espresso in cui facevano nomi e cognomi di politici che avevano a che fare con quella che poi sarebbe rimasta nella storia come Tangentopoli. Però la Rai non censura e non ha mai censurato, vero Pio e Amedeo?

La risposta di Fedez

Ovviamente il rapper, influencer, collezionatore di querele, non poteva non rispondere e, come quasi ogni volta, lo ha fatto con tanta classe, con calma e con tanta ironia. Ha prima spiegato che stava per andare a dormire quando si è trovato diverse notifiche in cui gli annunciavano di essere stato dissato da Pio e Amedeo. «Figo, onesto, una delle cose più fighe che ho visto in Rai», ha detto l’influencer all’inizio delle sue storie, prima di lanciare la bomba che tutti aspettavamo.

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«Nella Rete in cui non vorrebbero che tu citassi i nomi dei politici perché non è presente il contraddittorio, ti ripulisci la coscienza ingaggiando due rivoluzionari anticonformisti, cercando di sputtanare l’avversario senza contraddittorio», continua. Perché, in effetti, è proprio quello che la Rai ha fatto. Per carità, magari la Rai non c’entra niente con il discorso, magari non era stato concordato nulla, magari semplicemente vuole aggraziarsi la parte d’Italia che apprezza chi vuole urlare frocio e negro per divertimento. Ma Fedez non ha torto.

Aggiunge poi: «FIGO! Bravi tutti, mi è piaciuto, bravi Pio e Amedeo spero un giorno di diventare un anticonformista rivoluzionario come voi domani. Comincerò uscendo per la strada dando del negro e frocio a tutti e strapperò un sacco di sorrisoni». Il tutto con un grande sorriso sul volto, senza neanche un tentennamento. D’altrondo è esattamente questo il messaggio che è passato dalle serate di Pio e Amedeo, anche se loro si rifiutano di ammetterlo. E a dirlo sono state le persone omosessuali, come anche chi ha perso un figlio per il bullismo.

Alla fine delle storie, ha detto quello che tutti noi avremmo voluto dire da sempre ai due comici che dicono di andare contro il politicamente scorretto: «Sono un po’ deluso comunque da Pio e Amedeo. Avete fatto questo atto rivoluzionario di sdoganare la parola neg*o e fro**o, siete in diretta sulla Rai ma una bella bestemmia non me la tiri? I negri e i froci ti rispondono con un sorriso, i cristiani sono obbligati a perdonarti, siete un po’ arrugginiti state perdendo lo smalto e se volete ve ne presto un pochino (e mostra il dito medio, ndr)».

I comici hanno fatto una serie di storie un po’ confusi, con un po’ di swipe up qua e là, gli smalti di Fedez come un’ossessione (speriamo che glieli mandi davvero), e un  «abbiamo semplicemente detto un fatto di cronaca e che si può essere liberi anche in Rai, ovunque. Basta volerlo. Ti chiami Fedez, hai una cosa da dire? Dilla, nessuno ti avrebbe fermato». Beh, letteralmente esiste un filmato in cui viene chiesto al rapper di non fare i nomi e i cognomi, evidentemente non è così.

Personalmente non ritengo neanche utile citare quello che hanno detto nelle 12 storie, però potrebbe essere divertente bere uno shottino di qualsiasi cosa vogliate ogni volta che hanno citato ad capocchiam “swipe up”, neanche fossero i senatori durante una seduta per il DDL Zan che non riuscivano a non citare “influencer” in ogni intervento. Sono molto teatrali, recitate e imbarazzanti. Sempre per la mia libertà di opinione e di critica nei confronti di due persone pubbliche.

Non si comprende comunque perché proprio loro due, i comici più amati da quelli che Fedez ha nominato durante il concertone del Primo Maggio, abbiano voluto dimostrare che la Rai non censura ed è libera. Magari portiamo in trasmissione qualcuno che ha le stesse ideologie di chi stava per essere censurato, e non di chi è l’idolo degli omofobi e dei razzisti che urlano alla censura solo perché vogliono dire ovunque frocio e negro. Così non vale, Pio e Amedeo. Provate davvero a bestemmiare in diretta, poi ne riparliamo.

L’opinione del web

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