Fedez: la live su Instagram con Alessandro Zan, Marco Cappato e Giuseppe Civati

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Fedez l’ha fatto ancora: ha ricordato alla politica italiana che lui e la moglie non sono dei politici e non devono alcun incontro, bensì sono dei cittadini come tutti e hanno la possibilità e il dovere di giudicare qualcosa che non gli va bene (in questo caso la scelta di Italia Viva di schierarsi contro il DDL Zan). Dopo che Matteo Renzi ha infatti invitato la moglie a un incontro per parlare dell’argomento, Fedez ha deciso di invitare in diretta live con lui Alessandro Zan, Marco Cappato e Giuseppe Civati, che sono più informati del rapper sull’argomento DDL Zan. La live inizia alle 18 e noi la seguiremo passo passo.

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Fonte: Twitter

Da dov’è (ri)cominciato tutto? D’altronde sembrava che la strada per il DDL Zan fosse finalmente in discesa, essendo stato calendarizzato e mancando giusto del voto al Senato, finché… Finché non è arrivato Matteo Renzi che, come al solito, deve rovinare i piani, che si tratti di far cadere un governo e far tornare alle poltrone persone che ci hanno rovinato, e che si tratti di non difendere minimamente i diritti civili delle persone (e no, non ci importa che in passato lo abbia fatto, bisogna guardare il presente: Matteo Renzi, alleandosi con la Lega, ha voltato le spalle alla comunità LGBT).

Riguardo questa scelta e la risposta di Renzi, Fedez ha risposto oggi (perché ieri c’era la partita) al senatore:

«La cosa che mi stupisce, ogni volta che io e mia moglie ci permettiamo di esprimere il nostro pensiero, è vedere giornalisti, intellettuali e politici che per darci degli stupidi mettono sullo stesso piano il pensiero di Chiara Ferragni e quello della politica italiana. Non colgono la differenza: Matteo Renzi è un politico pagato dagli italiani per rappresentarli, Chiara Ferragni non grava sulle tasche degli italiani. E’ un’imprenditrice che esprime il suo pensiero e può permettersi di esprimere anche un pensiero banale. La cosa che fa capire il livello basso della politica italiana è un politico come Matteo Renzi che chiede un dibattito pubblico a Chiara Ferragni, questa è la cosa triste».

In ogni caso, oggi non parliamo di Matteo Renzi e delle sue scelte del passato, ma parliamo del DDL Zan, e ne parleremo con delle persone molto informate. Alessandro Zan non ha bisogno di presentazioni, dopotutto è colui che ha dato il nome alla legge. Marco Cappato è invece un politico e attivista italiano, mentre Giuseppe Civati è un politico, saggista e blogger italiano, fondatore di “Possibile“. Queste tre persone, con Fedez da conduttore, oggi parleranno del DDL Zan e più in particolare della scelta di Matteo Renzi, «paladino dei diritti o paraculo?» e se sia necessario il voto segreto sul DDL Zan.

Cosa non è il DDL Zan

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Fonte: Twitter

Non voglio far approvare il DDL Zan perché sono contro l’utero in affittoLetteralmente il DDL Zan è una legge che lotta contro la discriminazione e la violenza omotransfobica, quindi l’utero in affitto non c’entra nulla con questa proposta di legge. In più sottolineiamo anche che in Italia la «gestazione per altri», conosciuta in altri termine con «utero in affitto», è illegale. Quelle della destra che quindi usano l’utero in affitto come scusa per andare contro il DDL Zan, sono quindi delle fake news.

È liberticida: no. Il DDL Zan non è liberticida. L’articolo 4 dello stesso (ancora una volta, prima di criticare sarebbe utile informarsi, anche per evitare di fare figuracce) recita: «Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri­conducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a de­terminare il concreto pericolo del compi­ mento di atti discriminatori o violenti». Potete comunque trovare il testo completo e leggerlo con i vostri occhi qui.

Esiste già una legge: no, non esiste già una legge. L’articolo 61 del codice penale che in genere viene citato come legge già esistente prevede che un giudice possa applicare le aggravanti presenti nell’art. 61 del codice penale se una persona viene picchiata per il proprio orientamento sessuale o per la sua identità di genere o per la sua disabilità, tuttavia non è obbligato a farlo. Quindi una persona potrebbe essere più tutelata. Non penso questo sia normale.

Fuori i bambini dalla politica. Il DDL Zan prevede la strategia Nazionale attivata dall’UNAR, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, che è già presente con interventi anti-discriminatori nei campi dell’educazione e dell’istruzione, come anche in quelli del lavoro e delle carceri. Il loro nome è corso di educazione al rispetto. Quindi, cara destra, non si tratta di educazione gender, ma solo di educazione a rispetto di chi ama una persona delle stesso sesso, di chi ha un colore di pelle diverso dal tuo o, ancora, di chi non si identifica nel sesso in cui nasce.

Live Fedez sul DDL Zan [DIRETTA]

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Alessandro Zan

Ore 18:30, la diretta è iniziata e Fedez ha commentato alcuni fatti esterni al DDL Zan. Non appena il senatore si unisce, il rapper chiede cosa porta il fatto che Italia Viva abbia deciso di allearsi con Salvini. Alessandro Zan ha risposto affermando che il partito di Matteo Renzi è stato molto partecipativo nella stesura del disegno di legge finale che si sta proponendo adesso e contro cui poi il partito si è opposto, come l’aggiunta di abilismo. «Qual è la linea di Renzi oggi?», chiede Fedez.

«La tesi di legge è questa: al senato la legge non passa poiché ci saranno voti segreti e trappole se non riusciamo a mediare con la Lega la legge non passa. Il problema è che prima di dire che la legge non passa bisogna difendere la legge che si è voluto alla Camera perché è il lavoro faticoso passato alla Camera di tanti parlamentari.

So che non sarà una passeggiata al Senato, ma se prima di dire che non passa si dicesse che noi difendiamo questo testo e vogliamo portarlo a casa perché l’abbiamo fatto anche noi sarebbe molto positivo. Il problema è che Renzi vuole mediare con la Lega perché è al governo ma questa legge non c’entra con il governo.»

Alessandro Zan

«Come si può pensare di mediare con un partito che ha votato per la Carta Valoriale di Orban, che ha all’interno del partito chi ha detto che ci sono facoltà da uomini e da donne che sono più per le facoltà di accudimento, o che metterebbe il figlio nel forno se fosse gay, come si può pensare di mediare con chi ha un pensiero di questo tipo?», ribatte subito Fedez. E Alessandro Zan conferma, andando contro la legge transfobica di Orban. Aggiunge anche che la Lega ha proposto una modifica che elimina l’identità di genere «che esiste in tante leggi del nostro emendamento».

Parlano poi di identità di genere e di transfobia e di come la Lega vada contro questi due “problemi”, sottolineando anche che l’Italia è il paese con più omicidi di persone trans in Europa. «Quello che penso è che è meglio nessuna legge che una legge cattiva che discrimina, ma qui si sta pensando che pur di portarla a casa si possono fare tutte le mediazioni possibili», ha detto Alessandro Zan. E Fedez ritiene che secondo lui si tratta anche di una mania di protagonismo e che sempre secondo lui ormai è tutto perduto, al contrario di ciò che pensa il senatore.

«Nel caso in cui non dovesse passare, non vorrei che dovesse passare la narrazione che un politico che non aveva realmente a cuori i diritti delle persone dicesse di averci provato quando io vedo nel tentativo di Renzi qualcosa che vanno al di là del DDL Zan. Può aver senso questo mio pensiero?», chiede Fedez. Alessandro Zan «non vuole crederci», ma pensa che a Renzi vada riconosciuta una grande forza di volontà per i diritti civili, come le unioni civili, ma ai tempi era Presidente del Consiglio, e ora non è più così.

Marco Cappato

Adesso Fedez invita Marco Cappato alla live. «Come questa mediazione sarà distruttiva per il DDL Zan?», chiede all’attivista. «Perché questo potrebbe avere senso se come il testamento biologico o le unioni civili si potrebbe entrare nel compromesso come ai tempi: il compromesso qui vuole buttare la parte migliore della legge e tenere l’aspetto del codice penale, del crimine, dell’istigazione, che è un po’ a valla. L’altra parte, sull’educazione, sulla scuola, è quella che deve aiutare la prevenzione, la cultura», risponde Cappato.

«La questione dell’identità di genere è irrinunciabile perché significa che come mi sento io, come mi percepisco io, lo decido io, non lo decide la caratteristica, che può essere anche di chi non ha fatto il cambio di sesso. Il ragionamento di Renzi che in astratto è un ragionamento della nobiltà della politica, non possiamo accettarlo perché il compromesso lo potremmo fare con chiunque se salvasse il cuore della legge.

Ma se butta via la parte che è la parte che ha fatto intervenire il Vaticano con il concordato e i trattati internazionali, allora è nel merito che quella proposta diventa una strada sbagliata, perché a quel punto tutti speriamo che possa passare, ma piuttosto che avere una legge mutata preferiamo che nella prossima ci preoccupiamo di abrogare tutte le discriminazioni e ci arriviamo per un’altra strada. Il compromesso non può essere fine a se stesso ma bisogna salvare il cuore che non è di indottrinamento ma è semplicemente che a scuola non devo sentirmi donna, uomo, trans, ma solo che devo rispettare come ti senti tu o come lo decidi tu o il professore».

Marco Cappato

Ha poi aggiunto che Salvini è stato «molto esplicito» sull’aumentare le pene, e secondo Cappato non è questo il punto: «chi commette una violenza non ha in mente il codice penale, ma è la prevenzione a partire dalla scuola che deve aiutare, non per indottrinare ma per educare alla libertà e alla tolleranza. È per questo che Renzi non affronta il punto chiave della questione». Zan concorda e ritiene che se ci sono tutti i partiti che hanno votato la legge alla Camera, la maggioranza c’è anche in Senato.

«Stiamo parlando di mediazioni senza parlare di persone, di vite», sottolinea Alessandro Zan. Si passa poi a parlare del voto segreto, e Marco Cappato si dice contrario: «bisogna rispondere agli elettori di quel che decidono. Ci può essere un parlamentare della Lega a favore e uno del PD contrario, bisognerebbe poter discutere con i propri elettori delle proprie scelte. Per questo dico che se fosse una mediazione che porta a casa di sicuro un buon risultato non sarebbe una brutta idea quella di Renzi, ma in questo caso non ne vale la pena».

«Il DDL Zan che conosciamo è frutto di tante mediazione, ma gli emendamenti che abbiamo accettato non avevano discriminazioni o disparità di comportamento perché questa non deve essere una legge che discrimina», ha detto Zan. «Il tentativo di mediazione della Lega è una trappola» e ritiene che stiano usando Italia Viva come cavallo di Troia, poiché «vogliono togliere un pezzo di umanità». Fedez torna sul voto segreto: «ha senso quando si deve votare qualcosa che va contro il resto del partito, ma parlando di diritti umani e civili la trovo no sense perché il cittadino vuole sapere».

«Il DDL Zan non passa: quale può essere il futuro dell’Italia?», chiede Fedez a Marco Cappato che si collega all’eutanasia legale. Si dice che il DDL Zan abbia un sostegno solido e «nella democrazia italiana ci sono altri modi per prendere decisioni come le leggi di iniziativa popolare», per cui secondo Marco Cappato nel caso non ci si dovrebbe perdere d’animo e non appena ci sarà la prossima legislatura, anche se si potesse votare online tramite SPID, si potrebbe organizzare una serie di proposte in un pacchetto e di portare il popolo a votare, poiché «per i partiti è difficile votare su questi temi».

«Il governo Draghi non è nato per decidere su eutanasia e omotransfobia, ma per combattere la pandemia, per cui tocca al Parlamento decidere e se non riesce ci sono gli strumenti della partecipazione popolare che possono coinvolgere un’opinione pubblica che, come ha dimostrato il referendum sul divorzio, è più avanti del ceto politico», ha aggiunto ancora. Fedez adesso spiega chi è Marco Cappato: «un cittadino con un “culo così” che sta raccogliendo fino al 30 settembre mezzo milione di firme per il referendum sull’eutanasia» (qui il sito per avere altre informazioni).

Giuseppe Civati

Adesso il politico e attivista è uscito dalla diretta e si unisce Giuseppe Civati, che ringrazia chi sta combattendo per questi diritti ma anche i ragazzini e i ragazzi che stanno partecipando ai Pride con degli slogan e senza alcuna bandiera politica. Fedez poi dice che di lui si può pensare quel che si vuole ma in fin dei conti sta esprimendo solo il suo pensiero: «la televisione non è depositaria del pensiero politico, tutti i luoghi sono buoni per parlare di politica». Inizia poi la sua “intervista” e chiede al blogger cosa pensi lui di Renzi.

«Io penso una cosa banale: che in realtà la posizione di Scalfarotto fino a un mese fa era la nostra stessa ma che adesso Renzi pensi al suo posizionamento, lui cita sempre il quirinale e mischia il DDL Zan con una battaglia politica su cui si vuole mettere. Parla del voto segreto perché si fa segno a una politica che è diversa da quella di cui stiamo parlando. Noi potremo dividerci su tanti temi ma ci interessa questa questione perché ne apre a tante altre. Per descrivere Renzi userei “strumentalizzazione”», risponde.

Fedez allora dice che lui preferirebbe andare al voto con il dubbio se ci sono o non ci sono i voti piuttosto che non andarci: «pesa tanto Italia Viva sul voto?», chiede. «Se Italia Viva vota la legge, la legge passa. Renzi, Scalfarotto, hanno detto una cosa molto chiara: la Lega è al governo dunque per non rendere il governo in fibrillazione (non mi sembra che sia in fibrillazione poiché Draghi ha detto chiaro che lui è Presidente del Consiglio e lo Stato è laico)… Italia Viva ha detto che se le mediazioni con la Lega non trovassero un terreno comune noi assicuriamo il voto al DDL Zan, perché quella legge l’abbiamo creato anche noi», risponde Zan.

Quindi il rapper chiede il perché del voto segreto: «io ho bisogno di sapere chi ha detto una cosa e ne ha fatta un’altra». Zan afferma che tutti nella società hanno figli, amici, parenti omosessuali o transessuali, e sembrerebbe che con il voto segreto in molti parlamentari abbiano votato a favore, per cui questo potrebbe essere un «boomerang». E poi cita anche la senatrice di Forza Italia che ha fatto coming out e che, come altri colleghi del partito, vogliono votare a favore della legge, per cui «non sono tutti Pillon ma sono davvero liberal», ha aggiunto.

«Quindi perché voler mettere in discussione una legge in cui Renzi è stato contributore?», chiede Fedez. Secondo Zan Renzi si sente il merito del Governo Draghi per aver fatto cadere il governo Conte e quindi vuole includere la Lega, tuttavia il senatore chiede di «tenere fuori il governo. Se Salvini mi dice che la legge Orban è innocua, che tipo di mediazione posso fare con chi crede che una legge approvata da Orban è innocua?», sottolineando anche che Italia Viva e Renzi avevano preso le distanze da questa legge.

Fedez allora chiede quanto l’intervento del Vaticano abbia contribuito sulla situazione di oggi. A rispondere è Civati: «questa cosa è stata molto sentita, Letta dice che “il Vaticano va ascoltato” ma Draghi stesso ha detto che l’Italia è un Paese laico, per cui se lo dice lui, se lo fanno altri paesi europei, facciamo quello che riteniamo essere utile per i cittadini, perché questa legge tutela persone che non sono tutelate. Dovremmo essere un Paese che vota questa legge, perché se è votata in tutta l’Europa civile, possiamo permettercela anche noi».

Zan concorda: «Io penso che l’intervento del Vaticano oltre a essere stato un’ingerenza abnorme, nel momento in cui uno Stato estero si ritiene contrario a una legge che non è ancora stata approvata, questo è stato sentito come un boomerang perché ha costretto il Vaticano a fare un passo in dietro e il segretario di Stato è stato costretto a dare ragione a Draghi» e poi fa i complimenti a Fedez che si è sempre speso per questa battaglia, insieme a tante persone del mondo dello spettacolo. «Il dibattito che si è creato intorno al tema dei diritti è stato importantissimo e al di là di come andrà ne rimarrà traccia e questo è già un successo, secondo me», conclude.

Civati poi cita un suo professore che difendeva il voto di coscienza dei senatori, ma che ricordava che esiste anche la libertà di coscienza dei cittadini, per cui il voto dei primi non deve colpire quello dei secondi. «Mi sembra uno scenario distopico in cui ci troviamo, ma è davvero l’opportunità di essere al passo con i tempi, però ditemi se ha senso questa chiusa: visto che il tema sollevato è un politico che ha scelto di fare questo giro di volta e cambiare le carte in tavolo, io vorrei dirgli che visto che vuole fregiarsi di essere un paladino dei diritti, facendo votare il suo partito pro-DDL Zan riuscirebbe a…» dice Fedez, ma si interrompe.

«Dopo l’Arabia Saudita potrebbe riscattarsi», continua. Zan afferma che sono pronti a dare anche il merito a Renzi se passasse la legge, ma basta che passi. La diretta si conclude alle 19:30 e i tre ci salutano, con Fedez che ringrazia i followers per aver seguito la diretta nel suo “dibattito a porte aperte” e, conclude, con “potere della condivisione”. Alla prossima diretta!

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