Come Fedez ha umiliato a parole il dirigente nazione di Fratelli d’Italia

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Fedez e Chiara Ferragni sono le persone del momento (da qualche mese). Per loro, solo belle parole, non solo per essersi impegnati durante la quarantena per cercare di aiutare (mentre altri influencer facevano passare un messaggio sbagliato o semplicemente non dicevano nulla), ma anche negli ultimi giorni, per quanto riguarda l’omicidio di Willy Monteiro, avvenuto per mano di 4 razzisti.

Entrambi i Ferragnez si sono espressi sul caso del povero 21enne che è stato ucciso per aver cercato di sedare una rissa, ma è stata Chiara, che ha repostato in una storia un post dove si parlava apertamente di un omicidio avvenuto per mano di fascismo e razzismo, a far esplodere il putiferio. In realtà, in quel posto di @spaghettipolitics, non c’era niente che non fosse vero. Se Willy Monteiro avesse avuto un altro colore di pelle ora sarebbe vivo e questa è la triste verità.

«Due giorni fa è stato ucciso Willy Monteiro, italiano 21enne dalla pelle nera, da un gruppo di 4 fasci che l’hanno ammazzato a calci», così inizia la storia, ma non è questo il punto. Nel post, ci si concentra su un’altra grave situazione (che, dopo la condivisione del post da parte di Chiara e Fedez non ha fatto che dimostrarsi reale): quella del giornalismo che estremizza. Questo è il post:

fedez-antifascismo
@spaghettipolitics su Instagram

Questo repost da parte di Chiara è stato molto apprezzato su Twitter, dai più giovani ma anche dagli adulti che sono capaci di comprendere che, in fin dei conti, Willy Monteiro è davvero morto per razzismo, e non per un incidente. Tuttavia, c’è chi non l’ha presa allo stesso modo.

Francesco di Giuseppe contro Fedez e Chiara Ferragni

Per chi non lo conoscesse, Francesco di Giuseppe è niente di meno che il «dirigente Nazionale #FratellidItalia – Vice Presidente #GioventùNazionale – Portavoce FdI Roseto», 31enne «inguaribile sognatore, amante di sport estremi», così si legge sul suo profilo Twitter, dove ha attaccato i tanto amati Ferragnez.

«La #Ferragni si scaglia contro la sub-cultura post fascista che sta sfornando narcisisti palestrati coi capelli ossigenati e con un basso livello di istruzione! Quello in foto è il marito.»

fedez-antifascismo
Fonte: twitter

Allegando poi la foto di Fedez, muscoloso, tatuato e ossigenato, come se il problema dei fratelli Bianchi e compagnia fosse il loro aspetto fisico e non la loro violenza o il loro rispetto pari a zero per la vita umana. Come se, adesso, chiunque abbia tatuaggi, sia muscoloso e abbia i capelli ossigenati, sia automaticamente un criminale. Un po’ come quando si vede un ragazzo nero e gli si dice subito che è un criminale.

Tuttavia, Fedez ha risposto in un modo così iconico grazie a cui persino chi non è fan del cantante, della moglie o della coppia si è complimentato con lui e si è trovato a ritwittare il suo pensiero.

La risposta iconica di Fedez

Dritto al punto, tagliente e questa volta tocca (pianissimo) anche la politica. Perché, come ha scritto Fedez stesso, né lui, né sua moglie, né quel post, parlavano di alcun partito politico, per cui in che modo il dirigente nazionale di Fratelli d’Italia, partito di Giorgia Meloni, si è sentito attaccato così tanto da volersi difendere? In che modo quello che ha condiviso Chiara Ferragni ha attaccato il partito o la destra italiana?

Sarà… forse… che ha osato nominare il fascismo? Solo teorie, ovviamente. Dopotutto, «condannare il fascismo non è di sinistra è solo di buon senso». Chapeau, Fedez.

E pensare che solo qualche giorno fa Giorgia Meloni aveva attaccato la sinistra che vuole «sfruttare la sua (di Willy) storia per attaccarci, anziché chiedere giustizia e unire le forze affinché tragedie come questa non accadano mai più»! E dov’è finita la giustizia? L’unire le forze? Chiara Ferragni e Fedez, che tra l’altro non sono neanche politici ma vogliono solo informare e cercare di fare giustizia informando e spronando a parlarne, in che modo sarebbero stati una minaccia così grande?

Aspettiamo notizie da Giorgia, sperando faccia una ramanzina al suo dirigente nazionale. Intanto, voi continuate a parlare di Willy, condividete la sua storia e non lasciate che cada nel dimenticatoio, non finché non avrà la giustizia che merita.

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