Fratelli d’Italia presenta una legge contro la maternità surrogata, anche all’estero

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In Italia esista già una legge che prevede multa e reclusione per chi ricorre alla maternità surrogata? Assolutamente sì. Però per il Governo Meloni non basta, la legge deve essere più dura e deve coinvolgere anche gli altri Paesi. La legge già vieta a «chiunque, in qualsiasi forma» di “realizzare, organizzare o pubblicizzare” «la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro», ma ancora non basta. La Lega ci aveva già provato due anni fa, ma adesso che sono al Governo con Fratelli d’Italia, tutto potrebbe succede.

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Maternità surrogata

La destra è molto fissata con il mito della maternità surrogata, tanto da parlarne da anni e anni e metterlo anche in mezzo a questioni in cui non centrava davvero nulla (come, ad esempio, il DDL Zan, dove l'”utero in affitto” non era neanche minimamente citato nel testo, ma i leghisti che chiaramente non l’avevano letto questo non lo sapevano e in ogni discussione era un costante andare contro la maternità surrogata come se poi, a ricorrere a questa pratica, fossero solamente le persone della comunità LGBT e non anche delle famiglie eterosessuali). E ovviamente ora che sono al governo non hanno perso l’occasione per continuare a parlarne.

Peccato, però, che la «gestazione per altri», conosciuta in altri termine con «utero in affitto», è illegale già da qualche anno, quindi qual è il senso di discuterne ancora e ancora e ancora quando in Italia ci sono ben altri problemi? In Italia, ma anche in Europa… Pensiamo a come in Polonia le donne che abortiscono rischiano 25 anni di carcere per abortire, o altre donne che muoiono perché non possono farlo (ricordate Izabela? Perché noi sì).

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Matteo Salvini durante la presentazione del libro di Simona Baldassarre, eurodeputata della Lega, ‘Inchiesta di un politico. Il mondo di sotto. Donne sfruttate e bambini venduti’, a Palazzo Brancaccio, a Roma, a dicembre 2021, disse: «Qualcuno ci aveva provato a selezionare la razza, i bambini biondi, l’occhio azzurro, a me certe pratiche ricordano il nazismo, sono 6 miliardi di business, bisogna avere il coraggio di dirlo». Ed è ironico che lo abbia detto proprio lui, che adesso si trova in un governo con un vice-ministro che ha foto vestito da nazista e con un Presidente del Senato con i busti di Mussolini in casa.

La proposta sulla maternità surrogata: le priorità del Governo Meloni

«Modifica all’articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n.40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano», così recita il disegno di legge contro la maternità surrogata, con le firme della senatrice e sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti e del capogruppo al Senato Lucio Malan. Tuttavia, ricordiamo che la maternità surrogata in Italia è vietata, la pena per chi viola la legge prevede la reclusione da 3 mesi a 2 anni e la multa da 600.000 a un milione di euro, e quindi quello che vuole cambiare Fratelli d’Italia è che «le pene si applicano anche se il fatto è commesso all’estero».7

Sul ddl per la maternità surrogata si legge che «alla diffusione del cosiddetto turismo procreativo, cioè di quel fenomeno per cui coppie italiane che non possono avere figli si avvalgono della tecnica della surrogazione di maternità in un Paese estero in cui la stessa è consentita. Le pratiche della surrogazione di maternità costituiscono un esempio esecrabile di commercializzazione del corpo femminile e degli stessi bambini che nascono attraverso tali pratiche, che sono trattati alla stregua di merci».

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Maternità surrogata

Due senatori di Fratelli d’Italia poi sottolineano che, «ciononostante, il ricorso a queste pratiche è in vertiginoso aumento e la maternità surrogata sta diventando un vero e proprio business che, tanto per fare un esempio, in India vale oltre 2 miliardi di dollari l’anno». Rauti e Malan accusano gli Stati Uniti d’America, dove «il business della maternità surrogata sta aumentando a ritmo esponenziale, con un numero di nascite superiore a duemila ogni anno, rispetto alle quali addirittura si dà agli aspiranti genitori la possibilità di scegliere alcune caratteristiche base del nascituro». Sotto i riflettori anche l’India, dove

«le ‘volontarie’, reclutate nelle zone più povere, ‘producono’ più di millecinquecento bambini all’anno per assecondare la domanda che viene dall’estero, attirata dai prezzi bassi, ‘appena’ 25.000/30.000 dollari rispetto ai 50.000 che si spendono negli Stati Uniti d’America. In India, le volontarie che entrano nel circuito legale delle cliniche per la maternità surrogata guadagnano tra gli 8.000 e i 9.000 dollari a gestazione, una cifra che corrisponde a dieci anni di lavoro di un operaio non specializzato, mentre quelle che ne rimangono al di fuori sono reclutate da veri e propri ‘scout’, attivi nelle zone più povere, sono pagate molto meno – da 3.000 a 5.000 dollari – e sono costrette a firmare dei contratti che non prevedono alcun supporto medico post-parto».

«Negli ultimi anni i giudici italiani hanno dovuto confrontarsi con il fenomeno del ricorso alla maternità surrogata all’estero. Appare evidente come non sia più possibile lasciare i tribunali soli davanti alle problematiche che sempre più spesso si stanno determinando a causa del ricorso da parte di cittadini italiani a pratiche di surrogazione di maternità effettuate all’estero, e quanto sia opportuno che la normativa nazionale sanzioni simili pratiche, esattamente come sono sanzionate se commesse in Italia, con ciò ribadendo in modo chiaro la nostra contrarietà allo sfruttamento e alla commercializzazione di fatto di donne e di bambini». Quindi, l’obiettivo è quello di punire anche chi ricorre alla pratica all’estero.

Tuttavia, ci domandiamo, è questo al momento il problema più grave che sta vivendo l’Italia?

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