Facebook ha ingannato gli investitori? Le parole di un ex dipendente

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«Facebook sta prendendo in giro gli inserzionisti e gli investitori, i dati sugli utenti attivi sono falsati», ha detto La “talpa di Facebook” France Haugen, ex ingegnere informatico. A quanto pare quindi il social network di Mark Zuckerberg (sulle bocche di tutti in questi giorni a causa del down che ha colpito i suoi tre social) stia ingannando i suoi investitori e inserzionisti circa il numero effettivo di utenti di Facebook. Insomma, non ci sembra neanche troppo strano considerando che da quando esistono Instagram e TikTok, il nostro primo social è ormai popolato soprattutto da persone adulte.

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Fonte: Twitter

Durante le nostra adolescenza Facebook era una certezza. Passavamo ore a chattare con i nostri amici, a volte anche in gruppo. Scoprivamo le nuove emoticon, condividevamo post, foto, rispondevamo a quel “a cosa stai pensando?”. Adesso, però, il social non è più tanto utilizzato come prima. O meglio, il pubblico fisso è soprattutto formato dagli adulti, mentre i giovani si sono spostati su piattaforme nuove come Instagram, sempre di proprietà di Mark Zuckerberg, e soprattutto TikTok. Ma, secondo la talpa, sembra che questo l’azienda non lo dica.

Facebook: le parole di Frances Haugen

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Fonte: Wikipedia

Secondo Frances Haugen, ex ingegnere informatico, il social starebbe da anni scientemente ingannando gli investitori e gli azionisti manipolando i dati sul numero di utenti effettivamente iscritti e attivi. Per questo motivo ha presentato un esposto alla SEC, ovvero l’authority della borsa statunitense, per denunciare questa situazione. Se dovesse risultare veritiera, Facebook passerà dei guai molto seri. Lei ha svelato la sua identità solo domenica e ritiene che «i prodotti di Facebook mettano in pericolo i bambini, indeboliscano la nostra democrazia e producano divisioni».

«I vertici della compagnia sanno come rendere Facebook e Instagram più sicuri, ma non apporteranno i cambiamenti necessari perché hanno messo i profitti astronomici davanti alle persone. Nessuna autorità può affrontare il problema, perché Facebook non vuole che sappiano abbastanza sulle sue cause: altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di un whistleblower», ha detto, chiedendo anche l’aiuto del Congresso. «Non c’è nessuno al momento che possa chiedere conto della responsabilità a Mark Zuckerberg, tranne lui stesso».

«La quotazione in borsa di Facebook si basa quasi interamente sulle proiezioni dei ricavi futuri delle inserzioni pubblicitarie», ha detto la talpa. Continua, poi: «Facebook sta manipolando alcune delle metriche principali, agli investitori e agli inserzionisti vengono proposti numeri non corretti. La manipolazione dei dati riguarda anche il numero di contenuti prodotti e la crescita del numero di utenti individuali iscritti e attivi (soprattutto per le demografiche di maggiore valore».

Se non bastasse, poi, «l’errata gestione da parte di Facebook di account duplicati costituisce un’ampia frode contro i suoi inserzionisti e false dichiarazioni nei confronti degli investitori». Dicendo ciò quindi accusa l’azienda di essere a conoscenza del fatto che lo staff sa quali utenti hanno più di un profilo, ma non intervengono in alcun modo per eliminarlo. «FB sta anche addebitando agli inserzionisti somme molto più alte di quelle dovute e lo fa alterando il numero di utenti individuali raggiunti dalle pubblicità», aggiunge.

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Fonte: Twitter

Quello che sta facendo «è frode. Rappresentare falsamente il numero di utenti singoli con account multipli in modo così sistematico significa ingannare gli inserzionisti ed ingannare gli investitori». E per chi non le crede, sottolinea che le sue «non sono solo chiacchiere, la denuncia si basa su decine di dossier interni di Facebook che la whistleblower ha copiato e rubato segretamente nel corso degli ultimi mesi».

Viene anche citato un rapporto interno: «gli adolescenti e i giovani adulti DAU (daily active users) sono in declino dal 2012/2013. I risultati dei dati indicano che solo gli utenti dai 25 anni in su aumentano il loro utilizzo su Facebook», leggiamo. E ancora leggiamo che i giovani adulti «vogliono contenuti edificanti e motivanti, ma vedono i contenuti FB come negativo, falsi e noiosi». Al momento esiste anche un’inchiesta del Wall Street Journal, “Facebook’s File” a riguardo.

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