Erdogan: le persone LGBT “sono una degenerazione della nostra struttura familiare”

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Viviamo in un mondo ancora troppo omofobo, nonostante le troppe persone che facciano pensare che “in realtà l’omofobia non esiste più” e che fanno passare per “opinione” degli insulti e delle mancanze di rispetto. Un esempio è avvenuto solo pochi giorni fa, quando il Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan ha ancora una volta attaccato la comunità LGBT, parlando di “degenerazione” nei confronti dei paesi che nell’ultimo periodi sono andati incontro alla comunità, introducendo dei diritti.

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Tuttavia… Siamo stupiti? Qualche mese fa parlavamo della polizia turca che ha arrestato 70 persone durante a un Pride, un evento pacifico. Gli agenti antisommossa entrarono nell’Università, circondarono gli studenti (disarmati!) che manifestavano per i diritti delle persone LGBT, muniti di bandiere arcobaleno e arrestarono i presenti per il solo essere lì. Sapete qual è la motivazione? Nel 2015 il governo di Recep Tayyip Erdogan ha vietato le manifestazioni LGBT in Turchia.

L’avvocato degli studenti Mahmut Şeren fece sapere che gli arresti sono stati almeno 70 e alcuni docenti sono rimasti feriti nel tentativo di prevenire i fermi. Il legale inoltre affermò che sulla parata, arrivata alla sua nona edizione, non c’era stato alcun divieto da parte dell’ufficio del governatore né dal rettore (ANSA). Questa situazione si aggiunge anche alla tragica situazione delle donne, che è notevolmente caduta quando il Presidente della Turchia Erdogan ha ufficialmente firmato il decreto per uscire dalla Convenzione di Istanbul, firmata nel 2011 e che aveva come obiettivo principale quello di proteggere le donne dalla violenza domestica. 

Per chi non sappia cosa sia la Convenzione di Istanbul, ecco un breve riassunto: «Questo nuovo trattato del Consiglio d’Europa è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza, e di prevenire, perseguire ed eliminare la violenza contro le donne e la violenza domestica. La Convenzione istituisce anche un meccanismo di controllo specifico (“GREVIO”) al fine di garantire l’effettiva attuazione delle sue disposizioni dalle Parti». Insomma, mira a difendere le donne dai femminicidi. Per cui, perché Erdogan ha deciso che per la Turchia non va più bene?

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Ebbene, Erdogan decise di rimuoverla perché «vogliamo portare avanti la nostra lotta per portare la dignità e il rispetto verso le donne turche al livello che meritano nella società, preservando il nostro tessuto sociale e tradizionale» e «per questo scopo sublime, non è necessario cercare il rimedio all’esterno, imitando gli altri. La soluzione è nelle nostre tradizione e nei nostri costumi, nella nostra essenza». E la situazione, da quel momento, non è mai migliorata, nonostante gli interventi anche dell’ex premier Draghi.

Erdogan e l’attacco alla comunità LGBT

«Di recente hanno introdotto diritti LGBTQI nella società, cercando di degenerare la nostra struttura familiare. Quindi, faremo quello che serve», ha detto il Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, come riporta Anadolu. Dichiarazioni del genere in un paese apertamente omofobo dove c’è addirittura stata una protesta anti-LGBT ed è ancora oggi presente una petizione con più di 150.000 firme per chiedere una legge contro la propaganda LGBTQ+, non stupisce.

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Nello stesso discorso ha anche proposto emendamenti alla Costituzione per proteggere il diritto della donna a portare il velo islamico in pubblico, quindi un ennesimo attacco ai diritti delle donne. Nel Paese, comunque, l’omosessualità non è considerata esplicitamente un reato, ma viene comunque considerata una violazione alla pubblica morale, e di fatti non esiste alcuna legge a tutela.

«Erdogan minaccia la comunità lgbt+. Lo fa sostenendo che il riconoscimento di diritti, sempre più evidente in molti paesi europei, tenti ‘di degenerare la nostra struttura familiare’. Come la peggiore destra retriva che anche noi, purtroppo, conosciamo, usa un’idea monolitica e staccata dalla realtà di famiglia per attaccare una comunità che nel suo Paese non gode di alcun diritto», ha detto Marilena Grassadonia, responsabile Diritti e Libertà di Sinistra Italiana.

Aggiunge che «c’è di più. Di ritorno dal vertice europeo di Praga, il presidente turco ha aggiunto che, per contrastare questa presunta degenerazione “faremo quello che serve”. E propone emendamenti alla Costituzione per “proteggere” il diritto della donna a portare il velo islamico in pubblico. Un diritto che nessuno attacca, per altro, men che meno in Turchia. È vero, invece, che le leggi che obbligano le donne a portare il velo vengono utilizzare per compiere violenze inaudite, morti, arresti e una repressione ferocissima, ad esempio, in Iran».

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