Erasmus: weekend a Budapest!

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Bentornati nella rubrica Erasmus. La scorsa settimana vi avevo già detto che l’articolo sarebbe uscito oggi e non domenica, come al solito, proprio perché sarei dovuta andare a Budapest. A dire la verità mi sento esausta e spero di non dimenticare nulla, ma a breve scriverò proprio un articolo su cosa visitare a Budapest in 30 ore, in modo da raccontarvi di più del viaggio. Essendo infatti questa la rubrica Erasmus non posso dedicare tutto l’articolo al weekend, ma posso dirvi che è stato bellissimo e sono felice di aver fatto quest’esperienza!

Vi ho già detto di come il mio ragazzo mi abbia fatto una splendida sorpresa, venendomi a trovare a Zadar, dove mi trovo in Erasmus, per il mio compleanno. Lui è ancora qui con me e se ne andrà il 22, per cui abbiamo ancora qualche giorno da trascorrere insieme. Per il resto, comunque, è stata una settimana molto tranquilla e rilassante. Sono stata a lezione, ho studiato, ho letto, ho compilato il mio bullet journal. A proposito di quest’ultimo, ormai non ho praticamente più ansia, quindi comincio a pensare che il problema non sia io, ma semplicemente la mia università di casa.

A proposito di quest’ultima, voglio un po’ lamentarmi. Non ricordo se vi ho mai parlato dei tantissimi problemi che la mia splendida università sta causando a tutti gli studenti Erasmus. Tutti, letteralmente tutti. Vi basti solo sapere che io ho finito il mio primo Erasmus tra giugno e luglio, e sto ancora aspettando la borsa di studio. Aspetto il 50% del MIUR e il 100% di quella dell’università, questo perché siamo letteralmente l’unica università che aspetta che si chiuda l’anno accademico per far scalare le graduatorie. Dovrei ricevere tutto a dicembre, ma chissà. Ormai non ho aspettative.

Quest’anno, poi, lasciamo perdere. Pochissime borse di studio, tutti si lamentano ma nessuno fa niente. Noi (con un’associazione per i diritti del cittadino) ci abbiamo provato a settembre, per prevenire. Ma nessuno ci ha ascoltato. Ora si lamentano tutti. Che ridere. Ma le associazioni studentesche? Ah sì, quelle che da due settimane fanno propaganda per le elezioni dicendo che fanno questo e quest’altro, quelle che dicono di aiutare sempre gli studenti, quelle che dicono dicono ma poi chi se ne frega degli studenti Erasmus, tanto non sono in sede e non possono votare. Già, brutalmente visualizzati senza risposta. Qualcuno risponde dopo mesi.

Ma vabbè, lasciamo perdere i problemi della mia università e passiamo alla mia settimana.

Erasmus: si vola (in bus) a Budapest

Ovviamente la parte della settimana più importante è il weekend, ma voglio parlare anche del resto della settimana, sebbene, sarò onesta, non ricordo poi un granché. Sarà che ho il cervello ancora stanco e non vedo l’ora di dormire, ma davvero non ricordo. Sicuramente sono stata a lezione, ho seguito le varie lezioni, sono intervenuta, ho avuto delle consultation con i docenti e, ovviamente, ho aiutato degli studenti Erasmus della mia università. Perché la segreteria non lo fa (e a loro proprio non piace leggere l’accordo finanziario o il bando).

erasmus-viaggio-a-budapest

Ricordo che sono stata a mensa con Erina e Patrycja (la ragazza tedesca che abita accanto a me e la ragazza polacca che abbiamo conosciuto, anche lei è in Erasmus) e poi ci siamo prese un caffè, anche se io non lo bevo e ho preso una cioccolata calda. Oh, a lezione ho anche corretto dei “compiti” ed è stato molto bello. Mi è piaciuto spiegare e rispondere alle domande sulla grammatica, sebbene alcune domande non abbiano davvero una risposta. Passiamo comunque al weekend.

Il nostro viaggio è iniziato alle 3 di notte, ma in realtà ci siamo incontrate prima a causa di una delle ragazze, la spagnola che tra l’altro ho conosciuto il giorno stesso ed è davvero una persona preziosa e molto simpatica. Abbiamo un po’ bevuto e mangiucchiato qualcosa, cantato canzoni al karaoke e poi siamo andate (anche il mio ragazzo è venuto, ovviamente, ma hey maggioranza femminile, ho intenzione di usare il femminile) alla fermata del bus. Il primo viaggio è stato abbastanza stancante, abbiamo dormito poco e niente e alle 7 siamo arrivate a Zagabria.

Qui siamo andate a un Mlinar (è un panificio molto popolare in Croazia, è anche molto buono e offre diversi prodotti) e abbiamo fatto colazione. Il bus che ci ha portate a Budapest è stato alle 10 del mattino, ed è arrivato in orario. In realtà però, poi, c’è stato un grande ritardo. Diciamo che è stato dovuto al fatto che ci hanno controllato i documenti e ci hanno messo tantissimo tempo, ma al ritorno sono stati più veloci considerando che eravamo di più. Al ritorno ci hanno chiesto anche il Green Pass, all’andata no.

Parlando di Covid, nel bus nessuno indossava la mascherina. Letteralmente solo noi Erasmus. Era abbastanza fastidioso e irrispettoso, perché sì, probabilmente tutti quelli sul bus erano vaccinati, ma ciò non ti rende immune e le persone dovrebbero comprenderlo. È stato abbastanza frustrante, soprattutto perché l’autista del Flixbus non diceva assolutamente nulla. Però vabbè. Il viaggio è stato stancante ma molto bello. Nel prossimo articolo ve ne parlerò meglio. A Budapest invece le persone sui bus/tram indossavano la mascherina, ma nei centri commerciali no. Non ho capito perché.

In ogni caso, adesso mi tocca scrivere l’articolo sul viaggio, per cui vi do appuntamento alla settimana prossima (in realtà a domenica) e se volete potete leggere l’articolo su cosa vedere a Budapest. Alla prossima!

P.s. Mentre eravamo in discoteca ci siamo letteralmente trovate accanto Ethan e Thomas dei Maneskin. Io ero tipo “hey ma quelli li conosco…” e poi ho realizzato.

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