Erasmus: prima settimana di lezioni in presenza

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Lo devo ammettere: dopo due anni di didattica a distanza, è stato davvero strano tornare in presenza, soprattutto perché in Erasmus è tutto diverso! Dovete capire che sono una delle poche che indossa la mascherina e dopo cinque piani a piedi con la mascherina viene voglia persino a me di abbassarla, a essere onesti. Quest’anno frequento molti più corsi dello scorso anno (accademico), o meglio, ne frequento di meno però quest’anno devo frequentarli. Chi ha seguito la mia avventura sin dall’inizio sa che lo scorso semestre seguivo solo un corso in quanto tutti gli altri erano in croato e quindi per me inutili, ma quest’anno la situazione cambia.

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Non mi abituerò mai alla bellezza di Zadar

Ogni volta che vengo in Erasmus in Croazia sento di crescere e di trovare una parte di me stessa, o meglio di ritrovarla. Ho iniziato l’università in Italia con l’obiettivo di essere un’insegnante, ma più passavo gli esami (o no) e più sentivo di volermi allontanare completamente da quel mondo tossico. A nessuno importava di me. Ero una studentessa come gli altri, un numero, una testa vuota in cui inserire cinque libri da 500 pagine di cui uno scritto dal docente e che ti chiede all’esame solo perché lo ha scritto lui/lei. Ma venendo qui ho ritrovato la mia identità, ho capito di essere qualcuno, e che non tutti i docenti erano come quelli in Italia.

L’ho compreso lo scorso semestre, il primo in Erasmus, e ancora di più in questo, in cui sto seguendo i corsi di italiano e, in qualità di madre lingua, ovviamente mi viene chiesto di spiegare il significato di alcune parole. Martedì farò la mia prima “lezione”, o meglio spiegherò il periodo ipotetico, e non vedo davvero l’ora. Le ragazze (sono solo ragazze in quel corso) mi chiedono delle cose, e così fa anche la docente perché non ha il timore di dire “questa cosa non la so“. In Erasmus ti trattano alla pari, ti trattano come un cervello da riempire con esperienza e informazioni utili al percorso accademico.

Quindi se dovessi dare un voto a questa mia prima settimana di lezioni in presenza in Erasmus, darei un 30 e lode, sebbene non abbia iniziato tutti i corsi (quindi avremo il verdetto definitivo domenica prossima). Opinioni sull’università italiana che odio ogni giorno di più (ma almeno adesso la mia segreteria ha pubblicato l’accordo finanziario per la borsa di studio, insomma ci sono studenti che sono partiti da più di un mese, ma chi se ne importa!), vediamo cosa ho fatto in questa settimana.

Erasmus: la prima settimana di lezioni in presenza

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Le patatine che abbiamo ordinato

Come vi avevo anticipato domenica scorsa, sono stata al Street Food Festival di Zadar con le mie vicine ed è stato davvero bello! Le ragazze sono davvero molto simpatiche, mi sento molto in sintonia con loro e sono felice di condividere quest’esperienza con loro. Abbiamo preso tutte delle patatine e giuro erano strane ma buone. Non so con cosa le avessero fatte, diciamo che siamo un po’ andate a fiducia visto che tutto era in croato (oh, e prima di entrare ci hanno persino chiesto il Green Pass!). In ogni caso abbiamo fatto una passeggiata, abbiamo chiacchierato, ci siamo conosciute e poi siamo tornate a casa.

Da lunedì via alle lezioni! Vado e scopro che in quel giorno c’era solo il welcome day per le matricole, in croato, però parlo con una docente molto disponibile che mi presenta a un’altra che mi spiega un po’ come funziona il dipartimento. Ovviamente entrambe molto giovani, tanto che una mi sembra quasi una mia coetanea! In generale durante le lezioni è tutto molto tranquillo, le docenti spiegano, fanno delle domande e gli studenti intervengono persino! Una professoressa mi ha anche spiegato dei modi per insegnare e mi ha fatto tanto piacere!

Anche gli studenti non Erasmus sono molto disponibili e gentili con me, quelli che hanno genitori italiani o che hanno vissuto in Italia e quindi parlano italiano si avvicinano sempre a me per presentarsi e per dirmi che, se dovessi avere bisogno di aiuto, posso rivolgermi a loro, ed è una cosa che apprezzo tantissimo e a cui non mi abituerò mai. In genere sono sempre io la persone gentile che chiede a qualcuno se ha bisogno d’aiuto, e vedere che c’è qualcuno come me mi fa venire gli occhi lucidi.

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Era BUONISSIMO!

A parte questo, le giornate in questa seconda settimana in Erasmus sono volate. Ogni tanto mi sono incontrata con le ragazze che vivono nel mio stesso edificio, abbiamo fatto la strada insieme e venerdì avevamo in piano di uscire. Questa è una cosa che mi fa tanto ridere perché mi ha fatto sentire davvero a mio agio. Non avevo proprio voglia di uscire, più che altro perché c’era un vento freddissimo. Alle 20 arriva un messaggio nel gruppo che abbiamo creato insieme: fa troppo freddo, non usciamo. Non smettevo di sorridere.

Siamo poi uscite il giorno dopo ma giusto per prenderci un gelato, più che altro perché il giorno dopo c’era la gita a Ugliano (io l’ho fatto già lo scorso anno due volte e ho deciso di saltare) quindi nessuno voleva tornare tardi. Però è stato comunque molto piacevole, non penso di essermi mai sentita subito così a mio agio con delle ragazze. Spesso avviene con i ragazzi che guardano anime o serie tv, ma con le ragazze ho sempre difficoltà a relazionarmi all’inizio, anche perché ho il trauma che mi giudichino o che parlino male di me. Ma con loro mi trovo molto bene!

Un’altra cosa importante: ho scoperto la panna acida e la mia vita è cambiata, come ho fatto senza? (L’ho detto a una delle ragazze tedesche e mi ha detto che loro lo mettono nella lasagna, questo mi è piaciuto di meno). In questi giorni sto comunque continuando a compilare il mio bullet journal e sto notando che da quando sono in Erasmus la mia ansia è quasi assente e mi sento molto rilassata. Solo quando mi è venuto il ciclo mi sono sentita un po’ in ansia e un po’ triste, ma l’allegria predomina! Comunque per questa settimana chiudiamo qui, non vedo l’ora di raccontarvi domenica com’è andata la mia prima “lezione”!

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