Pietro Orlandi su Benedetto XVI: “Mai una parola su Emanuela”

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L’ultima grande morte del 2022 è stata quella del Papa emerito Joseph Aloisius Ratzinger, e tutti i programmi e tutti i quotidiani si sono riempiti di servizi nei confronti del 95enne i cui funerali si svolgeranno il 5 gennaio, mentre dal 2 al 4 ci sarà l’esposizione del feretro a San Pietro. Ma non tutti i servizi sono positivi o comunque con solo belle parole: ad esempio, il fratello di Emanuela Orlandi, scomparsa da ormai quarant’anni da Città del Vaticano, ha criticato al Papa di esser stato anche lui in silenzio fino alla morte.

Quando Emanuela Orlandi è scomparsa aveva 15 anni, era figlia di un funzionario del Vaticano, commesso alla Prefettura della casa pontificia. Viveva nel Vaticano. Aveva telefonato a casa da una cabina telefonica dicendo che avrebbe tardato a rientrare perché non arrivava l’autobus e raccontando di essere stata avvicinata da un uomo che le aveva offerto di lavorare per distribuire volantini della linea di cosmetici Avon. Tuttavia, la ditta negherà di avere programmi di distribuzione di volantini. Emanuela, poi, quel bus non l’avrebbe mai preso, e da quel momento non avremmo più avuto sue notizie.

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Ancora oggi il nome di Emanuela è un po’ un tabù nel Vaticano, il primo Papa a pronunciare il suo nome è Francesco, che disse ai familiari che la ragazza è in cielo: «Dopo gli anni di silenzio di Ratzinger, soltanto sentire il nome di Emanuela pronunciato da un Papa è stata una cosa forte. Pensammo subito che Francesco sarebbe stato disponibile al dialogo. Invece abbiamo poi trovato un muro più alto di prima», ha detto Pietro Orlandi, che, tuttavia, ha scritto più volte a Papa Francesco, ricevendo una risposta con «frasi di circostanza».

Sul caso di Emanuela Orlandi ci sono state diverse ipotesi, dall’allontanamento volontario da casa all’attentato a Giovanni Paolo II, dallo scandalo IOR e il caso Calvi alla Banda della Magliana, finendo con la pedofilia. Tuttavia, non sappiamo quale di queste teorie sia quella che cela la verità. Il caso è stato anche collegato alla scomparsa di Mirella Gregori, una quindicenne scomparsa il 7 maggio dello stesso anno a Roma. Nessuna delle due è stata mai ritrovata.

Emanuela Orlandi: il fratello ricorda Papa Benedetto XVI

«Quanta ipocrisia sto ascoltando in televisione in queste ore, quanta ipocrisia nelle dichiarazioni di personalità di tutto il mondo», scrive Pietro Orlandi sul suo profilo Facebook. Nel gruppo per chiunque stia ancora cercando la verità su Emanuela Orlandi dopo anni e anni, sottolinea come anche «Ratzinger, come il suo predecessore, è rimasto in silenzio fino alla morte. Speriamo abbia lasciato qualcosa di scritto». Annuncia poi anche un sit-in per Emanuela il 14 gennaio 2023 dalle 16.30 alle 18.30 a largo Giovanni XXIII a Roma.

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Più volte Pietro Orlandi aveva lanciato un appello, anche a Papa Benedetto XVI, chiedendogli di dire quel che sapeva, e ad esempio lo ha fatto pochi giorni prima dell’ultimo angelus del pontefice: «Domenica Benedetto XVI si affaccerà da quella finestra per l’ultimo angelus del suo pontificato. Spero trovi il coraggio di dire quello che gli è stato impedito di dire per tre volte. Ricordare Emanuela e la necessità di far emergere la verità, questo sarebbe il vero segnale di trasparenza e voglia di cambiamento», scrisse online.

Stessa porta chiusa trovò anche sua madre. Orlandi ricorda che a giugno 2008, a venticinque anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, sua madre «andò dall’allora segretaria di Ratzinger, che abitava davanti a casa sua, per chiederle se Ratzinger poteva rivolgere una preghiera per Emanuela all’Angelus del 25 giugno. Quella domenica, in piazza San Pietro, aspettammo di sentire una parola su Emanuela: nulla. Mamma non si diede per vinta e incontrò di nuovo la segretaria di Ratzinger che le riferì che, alla richiesta, il Santo Padre aveva allargato le braccia dicendo che doveva chiedere. Era chiaro che si trattava di un no».

Tempo dopo poi Pietro ha avuto modo di leggere «la lettera nella quale la segreteria di Stato consigliava al Papa di non intervenire perché l’opinione pubblica avrebbe pensato che anche il Santo Padre nutrisse dubbi sulla vicenda o che la pensasse come me. Io chiedevo sempre un gesto di coraggio, non è mai arrivato», dice all’Adnkronos.

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Sempre a questa testata, ha detto di avere rispetto per i morti, tuttavia lui continua «a pensare che Ratzinger fosse a conoscenza dei fatti visto che all’epoca era pressappoco il braccio destro di Wojtyla. Eppure, non ha mai detto una parola di solidarietà su Emanuela, nonostante i tanti nostri appelli. Non ci ha mai ricevuto, in questa vicenda è stato un po’ pilatesco, nel senso che se ne è lavato le mani, io non sono mai riuscito ad avvicinarlo. Chissà che magari non abbia lasciato due righe per la famiglia, che arrivassero all’improvviso. Non si sa mai, magari».

E noi ce lo auguriamo. In Italia ci sono troppi casi di adolescenti o bambine scomparse nel nulla. Una persona non può scomparire nel nulla senza lasciare alcun indizio, a meno che qualcuno che ne ha il potere non aiuti a far scomparire qualsiasi sua traccia.

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