Emanuela Orlandi: procura di Roma riapre le indagini

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E dopo che il Vaticano ha riaperto le indagini per quanto riguarda il caso di scomparsa e rapimento di Emanuela Orlandi, scomparsa a quindi anni ormai quarant’anni fa nel 1983, anche i magistrati romani guidati da Francesco Lo Voi hanno deciso di riaprire le indagini, collaborando con i vaticani guidati da Alessandro Diddi. L’indagine è stata affidata a un sostituto procuratore molto esperto, il pm Stefano Luciani.

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Parliamo brevissimamente del caso di Emanuela Orlandi e di come sembrasse che Papa Giovanni Paolo II, o meglio il Vaticano, fosse coinvolto nell’insabbiamento del caso. Ancora oggi il nome di Emanuela è un po’ un tabù nel Vaticano, il primo Papa a pronunciare il suo nome è Francesco, che disse ai familiari che la ragazza è in cielo: «Dopo gli anni di silenzio di Ratzinger, soltanto sentire il nome di Emanuela pronunciato da un Papa è stata una cosa forte». Quando Papa Benedetto XVI morì, Pietro Orlandi disse che «Ratzinger, come il suo predecessore, è rimasto in silenzio fino alla morte».

Sul caso di Emanuela Orlandi ci sono state diverse ipotesi, dall’allontanamento volontario da casa all’attentato a Giovanni Paolo II, dallo scandalo IOR e il caso Calvi alla Banda della Magliana, finendo con la pedofilia. Tuttavia, non sappiamo quale di queste teorie sia quella che cela la verità. Il caso è stato anche collegato alla scomparsa di Mirella Gregori, una quindicenne scomparsa il 7 maggio dello stesso anno a Roma. Nessuna delle due è stata mai ritrovata. Ma per Papa Giovanni Paolo II la questione è ancora più complessa, perché è anche stato accusato di aver coperto degli abusi su minori da parte del clero polacco.

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In più, ultimamente è anche attaccato a causa di un documentario investigativo e pubblicato da TVN emittente indipendente che non ha paura di criticare il governo conservatore polacco e tutte le sue discutibili scelte, in cui si sosteneva che il Papa polacco avesse coperto degli abusi sessuali su minori che coinvolgevano il clero nella sua nativa Polonia prima della sua elezione a pontefice. A ciò si aggiunge anche un libro di un giornalista olandese, Ekke Overbeek, in cui si affermano le stesse accuse. Si riuscirà mai ad avere giustizia per la scomparsa di una minorenne?

Emanuela Orlandi: riaperte le indagini anche a Roma

Quindi, dopo che l’inchiesta è stata aperta dai pm dello Stato Vaticano, anche la magistratura italiana ha deciso di riaprire l’indagine sulla scomparsa della 15enne, collaborando fra di loro per riuscire a ottenere, una volta per tutte, giustizia. L’avvocata della famiglia, Laura Sgrò, ha affermato: «Il nostro augurio è che ci sia una cooperazione leale alla ricerca della verità. È una bella notizia, è quello che noi chiediamo da anni per avere la verità su Emanuela».

Laura Sgrò ha dichiarato di aver appreso la notizia attraverso i media e ha specificato che al momento la famiglia Orlandi non è coinvolta in questa nuova fase di indagini sul caso. Nel contesto del procedimento avviato l’anno scorso, in risposta alla richiesta del Consiglio Superiore della Magistratura su un’esposizione presentata dalla famiglia di Emanuela, sono già state ascoltate diverse persone informate sui fatti. Ai tempi, il procedimento aveva portato anche all’audizione dell’ex procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, titolare dell’indagine poi archiviata nel 2015.

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L’iniziativa intrapresa dai familiari della ragazza scomparsa nel 1983 riguardava la richiesta di indagini sulla condotta dei magistrati della Procura di Roma in relazione ai colloqui svolti con il Vaticano riguardo al ritrovamento del corpo di Emanuela Orlandi. Capaldo, attualmente in pensione, ha dichiarato durante diverse trasmissioni televisive di aver incontrato, durante le sue approfondite indagini, due rappresentanti del Vaticano che gli avrebbero «promesso di rivelare la posizione del corpo» della giovane.

Il procedimento avviato a Roma due anni fa è stato affidato al pm Stefano Luciani: i familiari della cittadina vaticana avevano chiesto al Csm degli «accertamenti sulla condotta dei magistrati della Procura di Roma con riferimento ai colloqui intercorsi con il Vaticano per il rinvenimento del corpo di Emanuela» e tra i nomi di punta c’era quello del cardinale Giovanni Battista Re, attuale decano del Collegio cardinalizio e all’epoca della scomparsa della quindicenne cittadina vaticana sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato. Adesso vedremo come si evolverà la situazione.

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