L’ONU scrive a Elon Musk per i diritti umani

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Da quando Elon Musk ha acquistato Twitter, non si fa che pensare ad altro. In molti hanno deciso di abbandonare la piattaforma, altre piattaforme invece fanno sì che gli utenti ritornino sulla propria (è il caso di Tumblr), c’è chi invece resta per poi criticare… Ma qualcuno si preoccupa davvero, in particolare dopo i licenziamenti, tanto che persino l’ONU, per mano dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk, ha inviato una lettera al miliardario, per esortarlo a «garantire il rispetto dei diritti umani».

Una lotta durata mesi e mesi, con trattative, rifiuti e poi l’obiettivo di Elon Musk raggiunto. Ma perché Elon Musk dovrebbe volere Twitter? «Questo non è un modo per fare soldi. Il mio forte senso intuitivo è che avere una piattaforma pubblica che è massimamente affidabile e ampiamente inclusiva è estremamente importanteLo faccio per il futuro della civiltà, non mi interessa l’aspetto economico», disse. Vi ricordiamo, infatti, che proprio di recente l’imprenditore aveva parlato di dell’idea di un nuovo social, «considerando che Twitter funge da facto da piazza pubblica, il mancato rispetto dei principi della libertà di parola mina fondamentalmente la democrazia».

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Tutto è comunque iniziato quando a inizio aprile ha acquistato il 9,1% di Twitter, divenendo quindi il più grande azionista della piattaforma. La società ha risposto offrendogli un posto nel Consiglio di amministrazione, una mossa che lo avrebbe limitato a possedere solo il 15 per cento della società. Inizialmente Musk ha pensato di accettare, ma poi ha rilanciato: il suo obiettivo era comprare la piattaforma a un prezzo molto superiore a quello di mercato. Inizialmente il Cda pensava di rifiutare, ma poi la situazione è cambiata e secondo l’agenzia Bloomberg, le trattative per la vendita a 43 miliardi di dollari per l’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk sarebbero state nelle fasi finali ad aprile scorso.

Qual è stata la prima azione del leader? Licenziare tutti gli attuali dirigenti: Parag Agrawal, amministratore delegato di Twitter; Ned Segal, direttore finanziario; Vijaya Gadde, il massimo dirigente legale e politico, e Sean Edgett, il consigliere generale. Il primo era stato nominato amministratore delegato di Twitter l’anno scorso e si era scontato non solo privatamente ma anche pubblicamente con Musk da quando si è cominciato a parlare di acquisizione. Ma adesso Elon Musk ha gli occhi di tutti addosso, ancora più del solito.

La lettera dell’Onu a Elon Musk

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«Come tutte le aziende, Twitter deve comprendere i danni associati alla sua piattaforma e adottare misure per affrontarli. Il rispetto dei nostri diritti umani condivisi dovrebbe stabilire le barriere per l’uso e l’evoluzione del social», ha scritto l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, in una lettera aperta a Elon Musk, affinché garantisca «che il rispetto dei diritti umani sia centrale sul social network». «Come tutte le aziende, Twitter deve comprendere i danni associati alla sua piattaforma e adottare misure per affrontarli. Il rispetto dei nostri diritti umani condivisi dovrebbe stabilire le barriere per l’uso e l’evoluzione della piattaforma».

Elon Musk, dal canto suo, ha spiegato che «sfortunatamente non c’è possibilità di scelta quando un’azienda perde oltre 4 milioni di dollari al giorno», spiegando quindi che tutti i dipendenti licenziati «sono stati offerti tre mesi di stipendio» come buona uscita, «che è il 50% in più di quello che è richiesto» dalla legge. Jack Dorsey, invece, chiede scusa: «la gente di Twitter, del passato e del presente, è forte e resiliente. Troveranno un modo per risollevarsi, non importa quanto sia difficile il momento. Mi rendo conto che molti sono arrabbiati con me. Sono responsabile per tutto quello che sta succedendo, ho fatto crescere l’azienda troppo velocemente. Chiedo scusa».

Prosegue poi il co-fondatore della piattaforma: «Sono grato e voglio bene a tutti coloro che hanno lavorato per Twitter. Non mi aspetto che questo sentimento sia reciproco in questo momento… o mai più… e lo capisco». E sembra infatti che, secondo una fonte del New York Post, che l’uomo non sia così amato dallo staff di Twitter: «gli impiegati gli danno la colpa per quello che è successo con Elon».

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