Nuovo DPCM: cosa cambia?

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Da oggi, 16 gennaio, entra in vigore un nuovo DPCM, le regioni cambiano colore e abbiamo delle certezze, quindi state tranquilli, niente più rumors, questa mattina vi daremo le notizie sicure con cui potrete affrontare questo mese e il prossimo. Tratteremo non solo dei colori delle regioni ma anche dei provvedimenti che sono stati presi in merito agli spostamenti, alle attività e alle scuole (sapevate che è stata creata una petizione per annullare gli esami di maturità?).

Oggi non ci perdiamo in chiacchiere o in dramas, ma passiamo subito al punto del discorso. Anzi, prima apriamo una brevissima parentesi sul paragrafo precedente. Avrete sicuramente notato che ho scritto «questo mese e il prossimo». No, non è un errore. Questo DPCM sarà in vigore da oggi, 16 gennaio fino al 5 marzo (chiaramente perché la settimana di Sanremo è considerata festiva). Scherzi a parte, questa scelta è stata presa per continuare a evitare che i contagi aumentino. Eppure…

Roberto Speranza, ministro della Salute, ha detto che questo nuovo DPCM (nuovo ma molto simile ai precedenti), serve per evitare una terza ondata, ma più che altro conferma solo che se sei in zona arancione puoi fare il cavolo che ti pare nel tuo comune, se sei in zona gialla rafforzata puoi fare il cavolo che ti pare nella tua regione, ma se sei in zona rossa, mi spiace, non puoi fare il cavolo che ti pare.

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Fonte: pexels

DPCM: regole per gli spostamenti

Iniziamo dal punto dolente di quest’ultimo DPCM: gli spostamenti. Punto dolente perché, ancora una volta, non sono stati presi in considerazione i congiunti fuori regione. E no, non diteci la storiella dell’adesso c’è l’abitazione, perché c’è anche da dire che «va a discapito di chi ti ferma» (no, non è uno scherzo, davvero molte forze dell’ordine ti rispondono con un «va a discapito di chi ti ferma» come se fosse normale per una legge).

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Fonte: pixabay

Anche in questo DPCM, gli spostamenti sono consentiti solo per comprovate esigenze, ergo motivi di lavoro, salute ed emergenze (questo se sei in zona rossa, in zona arancione puoi sempre tranquillamente spostarti all’interno del tuo comune e se sei in zona gialla rafforzata all’interno della tua regione). È sempre consentito il rientro presso la propria abitazione, residenza e domicilio. In zona rossa, sarà però possibile spostarsi per accompagnare i figli a scuola.

E ora parliamo della più grande pagliacciata o contentino che questo governo ha pensato: è possibile fare visita ad amici o parenti in massimo due persone, insomma quella deroga che abbiamo avuto per Natale e che ci ha dimostrato quanto dopo un anno le persone ancora se ne approfittino (ma non possiamo neanche biasimarli). La pagliacciata sta nel fatto che posso andare da Gianfranco che non vedo da quando l’Italia ha vinto i mondiali però non posso andare da mia madre o dal mio fidanzato che vivono in un’altra regione e che vedevo abitualmente.

Però, insomma, come possiamo non comprendere questa decisione. Ormai, dopo mesi, lo sappiamo che il Covid-19 è più letale non appena sorpassi il confine regionale, o comunale. Non importa se la tua salute mentale ne risentirà pesantemente perché non potrai evadere con le persone a cui tieni e che non vivono nel tuo paese o nella tua città. L’importante è che tu, che sei stata sempre in casa per evitare ogni minimo rischio di contagio, non porti il Covid-19 altrove.

Andiamo avanti.

DPCM: negozi, ristoranti, impianti sciistici, musei

Parliamo di qualcosa di più serio: i negozi, i ristoranti, i bar, insomma l’economia. Iniziamo dai bar e dai ristoranti, perché la pancia viene sempre prima. I bar e i ristoranti saranno aperti sempre con le regole in vigore precedentemente, ovvero aperti fino alle 22 ma con asporto e domicilio dalle 18. Però c’è qualcosa che cambia, o meglio, cambia solo per chi vende alcolici (perché, dopo averci tolto i fidanzati a distanza, ci tolgono anche l’alcool).

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Fonte: pexels

Nel nuovo DPCM leggiamo che per i bar, i pub e chiunque venda alcolici e bevande, ci sarà il divieto anche di asporto alle 18, per cui potranno affidarsi solo alla consegna a domicilio con qualche rider, se sarà possibile. Nel testo del DPCM leggiamo testualmente: «Per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dai codici Ateco 56.3 e 47.25 (bar e esercizi specializzati nella vendita al dettaglio di bevande e alcolici, ndr) l’asporto è consentito esclusivamente fino alle 18».

Il motivo? Non lo sappiamo. Forse cercano davvero di toglierci qualsiasi gioia. Ma almeno non ci hanno tolto il cibo, di questo possiamo solo essere felici. Ma continuiamo con i negozi: non cambia pressoché nulla. Continueranno a essere aperti alimentari, farmacie, parafarmacie, cartolerie, pompe funebri, negozi di abbigliamenti per bambini, profumerie, ecc., ma i negozi al dettaglio saranno chiusi, anche nei centri commerciali.

Anche le palestre e le piscine continueranno a essere chiuse, così come sono vietate le gare negli sport di contatto. Vietate anche la pesca e la caccia, come se potessimo davvero considerare la caccia come uno sport (immaginate paragonare l’uccisione di un animale con una partita di basket). Potrete però continuare a fare le corsette da soli, sempre e solo all’aperto, vicino alla vostra abitazione, con mascherina e distanziamento sociale.

Gli impianti sciistici saranno chiusi almeno fino al 15 febbraio e dopo potranno aprire gli impianti «solo subordinatamente all’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle province autonome e validate dal Comitato tecnico scientifico, rivolte ad evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti», però almeno avremo i musei e i luoghi di culture nelle zone gialle, da lunedì a venerdì.

DPCM: la scuola e l’università

Passiamo ora al punto dolente (non erano gli spostamenti il punto dolente?). Da lunedì le scuole superiori di secondo grado «adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica… in modo che…almeno al 50% e fino ad un massimo del 75% della popolazione studentesca sia garantita l’attività didattica in presenza», più nel dettaglio, del DPCM, viene stabilito questo:

«Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, in modo che a decorrere dal 18 gennaio 2021 almeno al 50 per cento e fino a un massimo del 75 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni sia garantita l’attività didattica in presenza.

Resta sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, secondo quanto previsto dal decreto del Ministro dell’istruzione n. 89 del 7 agosto 2020, e dall’ordinanza del Ministro dell’istruzione n. 134 del 9 ottobre 2020, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata.

L’attività didattica ed educativa per i servizi educativi per l’infanzia, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione continua a svolgersi integralmente in presenza. È obbligatorio l’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina».

Ma poi abbiamo una grandissima novità: finalmente il governo si è reso conto che esistono gli universitari, con una grande news che piacerà tanto a quelle associazioni che hanno lottato tanto per tornare in presenza: sarà consentito il rientro in presenza, alternato a quello a distanza, per le università che riescono a garantire di far rispettare la distanza e tutte le norme sanitarie.

Le università infatti «devono assicurare laddove ritenuto necessario e in ogni caso individuandone le relative modalità, il recupero delle attività formative, nonché di quelle curriculari, ovvero di ogni altra prova o verifica, anche intermedia, che risultino funzionali al completamento del percorso didattico; le assenze maturate dagli studenti di cui alla presente lettera non sono computate ai fini della eventuale ammissione a esami finali nonché ai fini delle relative valutazioni».

I colori delle regioni

Passiamo ora a un altro punto: i colori ufficiali delle regioni. Mentre con la scorsa ordinanza tutte le regioni erano in zona gialla rafforzata escluse cinque che erano in zona arancione e nessuna in zona rossa, con questo DPCM le cose cambiano. Sono tre le regioni in zona rossa, dodici quelle in arancione e cinque in gialla. I colori cambieranno dal 17 (perché tutti, nel weekend, siamo in zona arancione).

Le regione in zona rossa sono la provincia autonoma di Bolzano, la Lombardia e la Sicilia. Quest’ultima, perché richiesto dal presidente di regione preoccupato dall’aumento di contagi. In zona gialla, invece, si trovano Basilicata, Campania, Molise, Sardegna e Toscana. Infine, in zona arancione, troviamo la metà delle regioni italiane. Oltre alla Calabria, all’Emilia Romagna e al Veneto, che già vi si trovavano, si aggiungono:

  1. Abruzzo;
  2. Friuli Venezia Giulia;
  3. Lazio;
  4. Liguria;
  5. Marche;
  6. Piemonte;
  7. Puglia,
  8. Umbria;
  9. Valle d’Aosta.

E voi, cosa ne pensate di questo DPCM? Ritenete che le misure prese siano necessarie o che si potrebbe fare in modo diverso?

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