“Don’t Say Gay”: la legge è passata in Florida, l’ultima parola spetta al governatore

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Vi abbiamo parlato poche settimane fa della cosiddetta legge Don’t Say Gay, e oggi vi aggiornato con una brutta notizia: la legge è ufficialmente passata alla Camera di Stato e ora solo il governo repubblicano potrà fermarla o approvarla. Tuttavia Ron Desantis, governatore repubblicano, ha già espresso il suo supporto alla legge omofoba che, invece che “proteggere” i ragazzini dalla temibile ideologia gender che è temuta da genitori omofobi più di quanto lo è il bullismo, sarà un grande danno nei confronti di quelli LGBT.

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Fonte: CBC

A riguardo della legge Don’t Say Gay, il governatore della Florida Ron DeSantis disse: «Abbiamo visto casi di studenti a cui diverse persone a scuola dicevano: ‘Oh beh, non preoccuparti, non scegliere ancora il tuo sesso, fai tutte queste altre cose’. Non dicono ai genitori di queste discussioni che stanno accadendo. È del tutto inappropriato». La legge arriva dopo le tante polemiche in Florida a causa della transfobia (vi abbiamo parlato di un caso simile in Texas negli scorsi giorni: Texas: le leggi transfobiche contro i bambini transgender).

Lo scorso anno, infatti, fu approvata una legge che ha avuto a che fare con le atlete transgender, un argomento che troppe volte è sulle bocche di persone che vivono di stereotipi e che quindi tendono a generalizzare e omologare tutte le atlete transgender, incluse le bambine o le ragazzine, come donne alte, forti e muscolose e che quindi vincono a prescindere. La legge in questione è la Fairness in Women’s Sports Act, approvata con 77 voti contro 40, con tutti i democratici che hanno votato a sfavore, escluso uno.

Sulla Don’t Say Gay si espresse contro persino il Presidente degli USA, Joe Biden: «Voglio che ogni membro della comunità LGBTQI+, in particolare i bambini che saranno colpiti da questo odioso disegno di legge, sappia che sei amato e accettato proprio come sei. Ti guardo le spalle e la mia amministrazione continuerà a lottare per la sicurezza che meriti», criticando i «politici conservatori della Florida» che «hanno avanzato una legislazione progettata per attaccare i bambini LGBTQI+. Invece di rendere più difficile la crescita dei giovani, il Presidente degli Stati Uniti d’America si concentra sul mantenere aperte le scuole e sostenere la salute mentale degli studenti».

Ma adesso la legge Don’t Say Gay è realtà. O almeno, lo è quasi.

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Fonte: The Sun

Don’t Say Gay: approvata la legge omofobica

«Questa legge metterà in pericolo la sicurezza dei nostri studenti e adolescenti LGBT. Non ci fermeremo fino a quando questo stato non si muoverà in avanti, a nessuno importa l’orientamento sessuale degli altri», ha detto la senatrice democratica Annette Taddeo. Don’t Say Gay, chiamata così dalla comunità e dagli alleati che la criticano, altrimenti nota come Parental Rights in Education bill, è stato approvato in entrambi gli organi legislativi, e adesso l’ultima parola spetta solo al governatore che, però, si è già espresso a favore.

I sostenitori del disegno di legge dicono che si tratta di permettere ai genitori di avere il controllo sulla formazione dei loro figli, mentre gli avversari dicono che mira ingiustamente la comunità LGBTQ. Danny Burgess, senatore repubblicano, ritiene che «questa legge stabilisce che il diritto dei genitori di crescere il proprio figlio non finisce quando entra in classe. Questo disegno di legge riconosce che i genitori non sono il nemico. Dice semplicemente che ci dovrebbe essere un limite di età su alcune discussioni, non è un nuovo concetto, né è radicale». Insomma, sembra di leggere la discussione al Senato sul DDL Zan, con la destra che blaterava le solite cose che con il DDL Zan centravano poco.

Don’t Say Gay vieta «l’insegnamento in classe da parte del personale scolastico o di terzi sull’orientamento sessuale o l’identità di genere», proibisce questo insegnamento «in un modo che non è adatto all’età o allo sviluppo appropriato per gli studenti». Se ci dovessero essere delle violazioni, i genitori potranno citare in giudizio i distretti scolastici. Il senatore democratico Shevrin Jones, primo senatore della Florida apertamente gay, ha provato a far cambiare idea ai colleghi, cercando di fargli comprendere che l’istruzione non è «destinata a cambiare l’orientamento sessuale di uno studente o identità di genere». Ma non è servito a nulla.

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Fonte: Palm Beach Post

«Il linguaggio e i sostenitori del disegno di legge e la retorica intorno al disegno di legge mostra davvero ciò che questo disegno di legge è, ed è un tentativo di male queer persone come me», ha detto Jack Petocz, diplomando in un liceo della Florida. Petocz, che ha organizzato le proteste in tutto lo stato attraverso i social media, ha detto all’NBC News che è stato sospeso «a tempo indeterminato» per la distribuzione di 200 bandiere Pride per la manifestazione dopo che il preside gli aveva consigliato di non farlo.

Il segretario all’istruzione Miguel Cardona ha condannato il disegno di legge tramite una dichiarazione, affermando che i genitori stanno cercando i leader nazionali, statali e distrettuali per sostenere gli studenti e aiutarli a riprendersi dalla pandemia, fornendo supporto per la salute accademica e mentale. «Invece, i leader in Florida stanno dando la priorità a leggi odiose che hanno ferito alcuni degli studenti più bisognosi», ha detto.

«Il Dipartimento dell’Educazione ha chiarito che tutte le scuole che ricevono finanziamenti federali devono seguire la legge federale sui diritti civili, comprese le protezioni del Titolo IX contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Siamo con i nostri studenti LGBTQ+ in Florida e in tutto il paese e sollecitiamo i leader della Florida a garantire che tutti i loro studenti siano protetti e supportati», ha aggiunto, schierandosi contro la legge Don’t Say Gay. Tuttavia, se De Santis firmerà la legge, entrerà in vigore dal primo luglio.

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