Ecco a cosa porta la politica islamofobica della destra: donna incinta spinta giù dal treno

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Dobbiamo fare nomi e cognomi, o meglio, dobbiamo dare le colpe: quante volte sui profili della destra italiana abbiamo visto post islamofobici, in cui si generalizza in base al colore della pelle delle persone, o in base a quel che indossano? Fin troppe volte. E questo ha anche portato a ritenere normale strappare il velo (sui giornali si legge burka, ma probabilmente è un’imprecisione) e spingere giù dal treno una donna incinta, solo perché musulmana. Questo ha portato a islamofobia, a ignoranza e tanta, troppa, cattiveria.

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I giornali hanno scritto burka, ma è vietato insieme al niqab persino in Marocco, quindi probabilmente si trattava di un altro indumento simile. Nell’articolo scriveremo “velo”, finché non si avranno altre informazioni

Quando si dice che in Italia non esiste un problema di razzismo, evidentemente si vive in un’Italia completamente diversa. Ci sono profili social in cui si pubblicano solo ed esclusivamente contenuti in cui si denunciano delle violenze da parte di persone straniere (come a far pensare che siano tutte cattive e criminali). Per quanto riguarda la religione musulmana, il luogo comune più cattivo è quella che vede tutte le persone musulmane come dei terroristi dell’ISIS. Ma si rifiutano di credere che in Italia esista il razzismo.

Poi la polizia picchia persone solo perché nere, dando per scontato che siano criminali. Poi delle persone evitano di sedersi a qualcuno solo perché nero, o guarda male le donne con il velo. Qualcuno è semplicemente ignorante, e dà per scontato che quella donna sia costretta a indossare il velo, quindi prova quasi pietà per lei. Ma lo sapete che potrebbe semplicemente essere una sua scelta? Per non parlare poi di chi, davanti alla situazione avvenuta a Firenze, si permette di difendere l’aggressore:

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Non censuro neanche, tanto i commenti sono pubblici e se hanno avuto l’ardore di pubblicarli, non se ne vergogneranno di certo.

Questo è quello che succede quando i politici condividono sempre notizie contro le persone musulmane, ma ci chiediamo se adesso condivideranno anche questa gravissima mancanza di rispetto nei confronti di una donna, per di più incinta, davanti a un bambino (sempre quelli che “vanno protetti”, o vale solo se sono bianchi? Chiedo).

Donna musulmana aggredita, le è stato strappato il velo

«Vattene via da qui, non puoi salire», «gente come voi deve stare alla larga», ha detto un uomo, italiano, quando ha visto una donna, marocchina e musulmana, salire sul treno. Poi le ha strappato il velo dal volto, l’ha strattonata e l’ha spinta giù dal treno, non permettendole di usufruire del servizio che aveva pagato. È successo il 15 luglio alla stazione di Calenzano, la donna era nel settimo mese di gravidanza ed era insieme al figlio di 11 anni. Indossava il velo, un velo nero che le copriva completamente il volto.

Lui, invece, lo pseudo uomo senza un minimo di educazione e decenza umana, è un 35enne italiano, residente a Vaiano. Entrambi dovevano salire sul regionale Firenze-Bologna 17830. Non si sa esattamente cosa sia successo e cosa abbia esattamente triggerato l’uomo, ma sappiamo che qualsiasi sia la sua scusa, non deve essere accettata. Non puoi permetterti di aggredire una donna per la sua religione e per il suo credo. Non dovrebbe essere normale aggredire una persona, e basta.

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Altri commenti di persone per bene.

«Qui non ci puoi stare, capito?», le aveva urlato, e possiamo solo immaginare cosa abbia provato la donna, incinta e insieme al figlio piccolo. Poi l’ha spinta, facendola cadere dal treno, e le ha anche strappato il velo da dosso. Il figlio ovviamente ha pianto e, insieme e sotto choc, hanno deciso di non prendere quel treno, aspettando il successivo. Scesa però alla stazione di Campo di Marte a Firenze, ha trovato il coraggio di denunciare al posto fisso della Polfer.

La denuncia poi è stata girata alla polizia giudiziaria della Polfer che è riuscita a incastrare il responsabile. «Abbiamo fatto il percorso a ritroso e grazie all’aiuto delle telecamere di cui il treno è dotato abbiamo rintracciato l’aggressore il giorno successivo al fatto». Quando l’uomo è stato fermato, non ha neanche provato a negare né a giustificarsi, tantomeno ha chiesto scusa. Il suo comportamento è figlio di razzismo e violenza intrinsechi nella nostra società, e adesso è stato denunciato per lesioni, razzismo, violenza privata aggravata dai motivi abietti.

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