Trump non deve attestare l’accuratezza dell’elenco di inventario dell’FBI

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Il giudice Aileen Cannon ha stabilito giovedì che l’ex presidente Donald Trump non deve più presentare una dichiarazione giurata sull’accuratezza dell’inventario dell’FBI sugli oggetti sequestrati a Mar-a-Lago. L’FBI all’inizio del mese scorso aveva perquisito la casa in Florida dell’ex Presidente degli Stati Uniti e la notizia era stata stata rilasciata dallo stesso Trump, che durante la perquisizione era nel suo appartamento a New York. Quella in Florida, è la principale residenza di Donald, una villa chiamata Mar-a-Lago che si trova a Palm Beach, di proprietà di Trump dal 1985.

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Per chi non ricordasse la storia, l’FBI ha eseguito un mandato di perquisizione presso il resort Mar-a-Lago di Donald Trump a Palm Beach, in Florida, nell’ambito di un’indagine sul trattamento dei documenti presidenziali, compresi i documenti riservati, che potrebbero essere stati portati lì nonostante sia vietate. A dare queste notizie sono state tre persone che hanno familiarità con la situazione, fa sapere la CNN. L’ex presidente poi ha confermato l’evento e ha anche aggiunto che «hanno persino fatto irruzione nella mia cassaforte».

Già lo scorso febbraio la National Archives and Records Administration (NARA), un’agenzia del governo degli Stati Uniti incaricata di conservare i più importanti documenti governativi e storici del paese, aveva chiesto al dipartimento di Giustizia di indagare su un possibile uso illecito di documenti riservati da parte di Trump. Il Dipartimento di Giustizia ha due indagini attive note legate all’ex presidente, una sul tentativo di ribaltare le elezioni presidenziali del 2020 e del 6 gennaio 2021, e l’altra sul trattamento di documenti riservati, che è quella di cui si parla nelle ultime ore.

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Dichiarazione di Donald Trump

Una fonte fece sapere che la ricerca dell’FBI includeva l’esame di dove fossero conservati i documenti, e sono state anche prelevate delle scatole di oggetti. Il figlio di Trump, Eric, ha detto al conduttore della Fox Sean Hannity che «lo scopo del raid, da quello che hanno detto, era perché gli archivi nazionali volevano, sai, confermare se Donald Trump avesse o meno documenti in suo possesso». Christina Bobb, l’avvocato di Trump, ha aggiunto che «il presidente Trump e il suo team legale hanno collaborato con i funzionari dell’FBI e del Dipartimento di Giustizia in ogni fase del processo. L’FBI ha condotto un raid senza preavviso e sequestrato documenti».

Le novità sulla casa di Donald Trump

Il giudice Aileen Cannon ha ritenuto che Donald Trump non debba più presentare una dichiarazione giurata sull’accuratezza dell’inventario dell’FBI sugli oggetti sequestrati a Mar-a-Lago, e questa è una notizia fondamentale in quanto il giudice si è schierato con il team legale dell’ex Presidente, opponendosi alla richiesta di Raymond Dearie di sostenere le sue affermazioni, almeno fino a quando non avrà avuto la possibilità di rivedere i documenti.

Cannon, nominato da Trump quando era presidente, tra l’altro, ha anche posticipato la scadenza per il completamento della revisione speciale dei documenti da parte del maestro dal 30 novembre al 16 dicembre. A ciò si aggiunge il fatto che ha stabilito che Trump non deve fare affermazioni su quali tipi di privilegi esecutivi vuole far valere e su quali documenti su base continuativa, come aveva richiesto Dearie.

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Al contrario, può attendere e archiviare “una copia completa con annotazioni” dopo le elezioni di medio termine, indicando se ogni documento deve essere coperto da privilegio avvocato-cliente, privilegio prodotto lavoro avvocato, privilegio esecutivo o è un documento personale. L’ex presidente, amante da sempre dei complotti, ha detto che l’FBI ha piazzato prove nella proprietà durante la perquisizione di agosto. Ovviamente, non ci sono prove a riguardo.

Quest’ultima sentenza ha annullato quella del  giudice distrettuale degli Stati Uniti Raymond Dearie che invitata Donald Trump a “stare in silenzio o tacere” riguardo alcune delle dichiarazioni pubbliche che ha fatto.

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