Disney+ e l’avviso per invitare a contestualizzare i cartoni più vecchi

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Quando si dice che il politically correct è andato troppo oltre ci si riferisce anche a Disney+, piattaforma di streaming online dove è possibile vedere i cartoni più antichi con cui siamo cresciuti, tra cui Dumbo, gli Aristogatti, Biancaneve e i sette nani, ma di cui oggi, molti di questi, hanno un avviso per «rappresentazioni negative e/o trattamenti errati nei confronti di persone o culture». A molti, questo, fa storcere il naso.

In realtà, riguardando molti cartoni dello scorso secolo, da Biancaneve che entra in casa di sette sconosciuti e inizia a pulire come se la sua indole fosse quella a tutte le parodie razziste (verso le persone nere, verso gli arabi, i cinesi, persino contro gli ebrei) presente in fin troppi cartoni ma che, in quei tempi, erano quasi normali. Noi, che li guardavamo da bambini, neanche ci abbiamo mai pensato.

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Fonte: pinterest

Per noi e per i nostri occhi innocenti erano solo cartoni, i corvi di Dumbo, ritenuti una caricatura razzista nei confronti delle persone nere, erano gli unici a non prendere in giro l’elefantino. Tuttavia, c’è da dire che in Italia non è arrivata tanto questa parodia poiché, più che i personaggi, erano i doppiaggi a essere molto discutibili, poiché venivano spesso parlati o cantati con la tipica parlata nordafricana, mentre in Italia questo non veniva fatto.

Ovviamente non vale per tutti, perché, ad esempio, alcuni personaggi oggi sono considerati razzisti anche solo per come vengono disegnati. Un esempio è il cattivissimo Jafar di Aladdin, che potrebbe rappresentare il famoso arabo cattivo. Per questi e per altri motivi, nel 2020 Disney+ ha preso la decisione di mettere un avviso prima della visione del film, che ovviamente dovrebbe essere letto dai genitori ai bambini poiché i bambini prima degli 8 anni se non più tardi non sono capaci o non sanno leggere in modo eccellente.

Ed è giusto così?

I cartoni su Disney+ possono influenzare i bambini?

Analizziamo un po’ il contesto. Noi, la generazione che oggi sta lottando contro le differenze di genere, contro l’omofobia, il sessismo, il maschilismo, che sta cercando di scardinare tutti gli stereotipi che nel 2020 sono ancora esistenti nei confronti delle minoranze, noi, che sappiamo che siamo tutti uguali e non dovrebbero esserci differenze a livello giuridico o civile per questo motivo, siamo cresciuti con quei cartoni, senza leggere alcun avviso.

Quando hai 4 anni e vedi un cartone dove una principessa viene salvata dal Principe Azzurro grazie al bacio del vero amore, pensi solo che quella sia una stupenda storia d’amore e che un giorno vorresti anche tu essere una principessa o comunque trovare il vero amore. Non pensi che quella principessa si sarebbe potuta salvare da sola. Quando poi rivedi il cartone 10 anni dopo, a 14 anni, cominci a pensare “wow, ma questo cartone è davvero sessista, perché Biancaneve entra in casa di sconosciuti e comincia a pulire?”.

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Fonte: pinterest

Stessa cosa vale per tutti gli altri cartoni presenti su Disney+ e che noi, durante la nostra infanzia, vedevamo grazie alle videocassette che dovevi arrotolare ogni volta che finivi di vederlo, per poi vederle tantissime altre volte. Quando guardavamo la sirenetta vedevamo una sirenetta che voleva lottare per il suo grande amore, non una ragazza coraggiosa che va contro la sua famiglia per cambiare il suo futuro. Persino con Mulan, che è considerato uno dei primi film della Disney femministi, non ci mettevamo a pensare.

Mulan era una ragazza che si veste da uomo per salvare il padre e alla fine riesce a salvare l’intero continente, non era una riot grrl che distrugge il patriarcato vestendosi da uomo e dimostrando a tutti che anche una donna può combattere e soprattutto vincere. Belle era una ragazza intelligente con la passione per la lettura che si sacrifica per il padre e si innamora della Bestia che l’ha rapita, non una ragazza che vede dentro l’anima delle persone senza considerare l’aspetto fisico.

Quando siamo bambini vediamo solo le cose superficiali, soprattutto guardando i cartoni della Disney. Non pensiamo che i corvi di Dumbo siano uno stereotipo raziale nei confronti delle persone nere, né pensiamo che il lupo, quando indossa una barba e degli occhiali per ingannare i 3 porcellini, sia vestito da un ebreo. Noi vedevamo solo un lupo che si traveste per cercare di catturare e mangiare i 3 porcellini. Le cose sono oggi cambiate? I bambini capiscono i messaggi razzisti o sessisti nei cartoni? Perché la Disney+ ha voluto aggiungere questi avvisi?

I cartoni incriminati di Disney+

L’avviso postato prima della visione dei cartoni sulla piattaforma di Disney+, inserito come se fosse un bollino rosso sui film in televisione, recita così:

«Questo programma include rappresentazioni negative e/o trattamenti errati nei confronti di persone o culture. Questi stereotipi erano sbagliati allora e lo sono oggi. Invece di rimuovere questo contenuto, vogliamo ammetterne l’impatto dannoso, trarne insegnamento e stimolare il dialogo per creare insieme un futuro più inclusivo».

Questo ha quindi portata alla pseudo censura di molti cartoni tra cui Dumbo a causa dei corvi che «rendono

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Fonte: pinterest

omaggio agli spettacoli di menestrelli razzisti, dove artisti bianchi con facce annerite e abiti laceri imitavano e ridicolizzavano gli africani schiavizzati nelle piantagioni meridionali», così come negli Aristogatti un gatto è «raffigurato come una caricatura razzista dei popoli dell’Asia orientale con tratti stereotipati esagerati come occhi obliqui e denti da conigli» (stessi gatti presenti anche in Lilli e il Vagabondo.

E anche Peter Pan rappresenta i nativi indiani «in ​​un modo stereotipato che non riflette né la diversità dei popoli nativi né le loro autentiche tradizioni culturali». Oltre a questi cartoni ce ne sono tanti altri, come il Re Leone è ritenuto fascista, in Robinson nell’isola dei corsari i pirati «sono descritti come una minaccia straniera stereotipata», nella Sirenetta il pesce nero è rappresentato come una caricatura stereotipata dei cantanti blues.

Insieme ai cartoni anche altri film, come Via Col Vento la cui censura fece tanto clamore. C’è comunque da dire che Disney+ non ha propriamente censurato. I film e i cartoni sono ancora presenti nel catalogo e vogliono solo incitare al dialogo, che è una cosa abbastanza corretta se si fa vedere il film a degli adolescenti che hanno già sviluppato un proprio pensiero, magari a scuola e magari facendo fare loro anche dei temi. Ma con dei bambini che a malapena sanno parlare bene, che dialogo vuoi fare?

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Fonte: pinterest

Insomma, apparentemente siamo cresciuti con cartoni razzisti, ma se siamo riusciti a pensare delle idee lontane da quelle razziste, forse sarà stato anche merito del contesto familiare in cui siamo cresciuti e soprattutto grazie alle idee che, crescendo, abbiamo fatto nostre. Se esistono oggi dei razzisti non è sicuramente a causa dei cartoni animati o dei film, che, diciamocelo, ci avrebbero traumatizzato in altri modi (io ancora ricordo con orrore i rosa elefanti in Dumbo).

I bambini guardano i cartoni con gli occhi dell’innocenza, senza cercare un lato negativo in ogni cosa come fanno gli adulti. Vedono degli animali, delle persone, amicizia, amore, non vedono l’odio di cui il mondo è intrinseco, per cui ritengo che l’avviso che Disney+ ha deciso di inserire all’inizio dei cartoni della nostra infanzia sia solo un modo per piacere di più ai sostenitori del politically correct (che, ricordiamolo, è assolutamente necessario in alcune occasione ma che spesso si spinge troppo oltre).

Alla fine, per carità, non fa alcun male a nessuno quell’avviso, magari dei bambini non diventeranno razzisti davvero grazie alle parole scritte da Disney+ all’inizio di un cartone animato (sempre considerando che i genitori glielo leggano). Per saperlo, dovremmo aspettare qualche anno, quando i bambini di oggi ci diranno se i loro genitori hanno fatto un ottimo lavoro crescendoli insegnando loro l’uguaglianza e il rispetto per le altre persone, o se hanno solo letto l’avviso su Disney+.

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