Una donna trans ha fatto causa alla Carolina del Nord per aver rinchiusa in un carcere maschile

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Sentir parlare di una donna trans rinchiusa in un carcere maschile ci ricorda un po’ Orange is the new black, in particolare il personaggio interpretato da Laverne Cox, Sophia Burset, che nella serie ha portato sullo schermo la vita che una detenuta transessuale può patire nelle prigioni. La storia di Kanautica Zayre-Brown, però, è una storia vera. Non è romanzata. Non è per l’intrattenimento o per mandare un messaggio. La donna ha davvero dovuto subire dei maltrattamenti.

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Nella serie, Sophia Burset è una donna transessuale con un’ex moglie e un figlio, che è finita in carcere per frode con delle carte di credito. Il denaro le serviva per le operazioni e le terapie ormonali per il cambio di sesso, terapia che ha continuato anche in prigione sebbene, per qualche periodo, con più difficoltà, in particolare quando le dinamiche del penitenziario Lichtfield cambiano. Dopo una serie di gravi litigi, la donna finisce in isolamento per un periodo indefinito, anche solo per proteggerla.

Nella vita reale, però, non è così semplice. Non tutti i carceri trattano le detenute o i detenuti con umanità, e d’altronde abbiamo visto quanto possono diventare violenti gli stessi poliziotti e guardie carcerarie. Se è difficile per una persona cisgender, immaginate quanto può esserlo per una persona transgender. La testimonianza è il racconto di Kanautica Zayre-Brown, una donna transgender detenuta in una struttura della Carolina del Nord.

Essere transgender in carcere: la testimonianza di Kanautica Zayre-Brown

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Kanautica Zayre-Brown è detenuta presso l’Anson Correctional Institution e in primis le sono state negate le cure per il cambio di genere. Inoltre, è stata trattenuta in una struttura maschile per due anni prima di essere trasferita ad Anson. Sappiamo che in diversi stati d’America, come ad esempio la Florida, le persone transgender non vivono una vita degna di essere chiamata tale, costantemente discriminati, ma in questa testimonianza si raggiunge davvero il limite dell’umanità.

In un comunicato, l’ACLU ha affermato che il rifiuto di prendersi cura di Zayre-Brown da parte del DPS della Carolina del Nord costituiva una violazione delle costituzioni degli Stati Uniti e della Carolina del Nord, nonché dell’Americans with Disabilities Act (ADA) e del Rehabilitation Act del 1973. L’azione legale «chiede il risarcimento dei danni e un’ingiunzione che richieda al DPS di fornire alla signora Zayre-Brown le cure mediche e gli alloggi necessari per la sua disforia di genere, compreso l’uso di una terminologia coerente con il genere, il mantenimento coerente della terapia ormonale e un intervento chirurgico di affermazione del genere».

Jaclyn Maffetore, avvocato dell’ACLU della Carolina del Nord, ha affermato: «La negazione del trattamento da parte del DPS non è solo discriminatoria, è disumana. Rifiutando di curare la sua disforia di genere, il DPS sottopone la signora Zayre-Brown a sofferenze inutili e mette a rischio la sua vita». La causa sottolinea che la DPS fosse a conoscenza dall’inizio della reclusione della condizione di Zayre-Brown, ma l’ha comunque collocata in una struttura maschile.

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Fonte foto: Shutterstock

«Essere una donna transgender in una struttura maschile ha esacerbato la disforia di genere della signora Zayre-Brown, le ha causato un estremo disagio mentale e psicologico, l’ha messa a grave rischio di aggressione fisica… e sessuale e ha portato la signora Zayre-Brown a pensieri suicidi», denuncia il team di avvocati, accompagnato anche da Taylor Brown, avvocato del personale per il LGBTQ & HIV Rights Project presso l’ACLU.

«Il Dipartimento di pubblica sicurezza della Carolina del Nord dovrà ora rispondere del proprio comportamento illegale e discriminatorio, mentre lottiamo per far ottenere alla signora Zayre-Brown l’assistenza sanitaria di cui ha bisogno ed è costituzionalmente dovuta», ha affermato Brown. «L’ACLU e i nostri partner affiliati in tutto il paese continueranno a ritenere le carceri responsabili per violazioni e privazioni dei diritti delle persone transgender incarcerate».

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