Denise: parliamo dell’ultimo capitolo della docuserie

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Si è conclusa ufficialmente la docuserie su Denise Pipitone, che nelle ultime settimane ha raccontato, a chi di noi l’avesse dimenticato, l’ingiustizia e il menefreghismo che ha circondato questo caso. Perché, a dispetto di ciò che qualcuno vuol far credere, la vittima principale di questa storia è Denise Pipitone, e solo Denise. Poi abbiamo la sua famiglia che in quasi 18 anni non ha smesso di cercarla e non smetterà mai, lottando contro tutto e tutti. Adesso noi aspettiamo il 2023, anno in cui speriamo di poter vedere finalmente la commissione d’inchiesta, per far chiarezza su punti oscuri di questa vicenda.

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Facciamo il nostro solito recap. Prima di parlare di questa novità di cui ancora non si sa tanto, voglio ricordarvi che qualche mese fa è stato pubblicato l’age progression di Denise Pipitone aggiornato al 2021, e potrebbe essere davvero utile per cercare l’oggi 21enne in quanto è diverso da come tutti ce la siamo sempre immaginata (molto simile alla mamma, invece nella locandina la vediamo anche molto simile al padre, Piero Pulizzi). Piera Maggio invita a condividerla quanto più possibile, senza ritagliarla o modificarla:

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Denise Pipitone

Il caso di Denise Pipitone è tornato sulla bocca di tutti, dai social ai programmi televisivi, da quando Olesya, una ventenne russa alla ricerca della sua mamma, ha contattato un programma russo. E subito la ragazza ci è sembrata la nostra Denise, scomparsa da 17 anni. Tuttavia, il gruppo sanguigno non coincideva con quello della bambina, per cui la storia si è chiusa in quel momento. O così si pensava. Perché qualche settimana dopo siamo stati avvisati della riapertura delle indagini sulla scomparsa della bambina, anche in seguito a tutti gli errori che sono stati fatti nel primo periodo.

Le indagini sono state piene di depistaggi, di bugie, di cose che non tornano, di intercettazioni che non funzionano solo con le persone indagate e qualche mese fa durante una puntata di Chi l’ha visto ci abbiamo aggiunto anche la mafia. Ma la madre di Denise Pipitone, così come tantissime persone che da anni cercano giustizia, vorrebbero solo che la bambina tornasse finalmente fra le braccia della sua famiglia che, per tutti questi anni, non ha perso la speranza e continua ad aspettarla. Ogni giorno ci sembra di essere più vicini alla verità ma allo stesso tempo non ci vogliamo illudere, e quindi non ci resta che, ancora, inesorabilmente, aspettare.

Negli ultimi mesi abbiamo seguito con tanto interesse non solo le indagini riaperte ma anche le vecchie intercettazioni che non sono minimamente state prese in considerazioni all’epoca dei fatti. Abbiamo visto come il signor Battista Della Chiave non è stato minimamente ascoltato, con un’interprete ancora troppo inesperta che non è riuscita a comprendere quello che l’uomo davvero volesse dire. Oggi Denise Pipitone non è ancora a casa, ma speriamo che questa sia solo una situazione temporanea. Qualche mese fa, l’avvocato Frazzitta ha esposto le motivazioni per cui il caso non deve essere archiviato, soprattutto in seguito alle ultime intercettazioni, ma a quanto pare non è servito a nulla.

Vi ricordiamo anche che prima che la commissione d’inchiesta sulle indagini fosse accettata, Italia Viva, partito di Matteo Renzi, ha fatto ostruzionismo decidendo di ricattare i colleghi. Igor Iezzi, in diretta con Milo Infante su Ore14, ha fatto sapere che lui è «rimasto stupito dal tono di questi emendamenti. Il problema è che posso capire l’esigenza di allargare il campo d’azione della commissione, partire da Denise Pipitone per poi allargare sul fenomeno». Tuttavia, per fortuna, non hanno avuto la meglio.

Poi, comunque, la commissione d’inchiesta è un testo ufficiale e vediamo per davvero la prima luce infondo al tunnel. «Una norma costituzionale prevede che si possa seguire questo iter e i deputati avranno tutti i poteri dell’autorità giudiziaria. Diciamo che è una forma di “avocazione”, di spostamento, dell’indagine a Roma. Noi confidiamo nella ricerca della verità, anche dopo 17 anni», disse l’avvocato Frazzitta e dopo l’okay definitivo alla commissione affari costituzionali, la commissione è stata ufficialmente bocciata. Il giorno in cui si saprà la verità sul caso, sembra essere ancora lontano.

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L’ultimo episodio della docuserie su Denise Pipitone

Partiamo da ciò che non ci è piaciuto: la troppa presenza di Carmelo Abbate. Veniva davvero voglia, quando parlavano lui e la collega Mura, di togliere il volume alla televisione. Non è cattiveria, non è essere prevenuti, non è neanche essere di parte. Perché ognuno è libero di pensare ciò che vuole in questo caso, ma da qui a essere presente nella docuserie letteralmente solo per difendere le Corona, senza pensare minimamente alla bambina scomparsa, ce ne vuole. Carmelo Abbate ha letteralmente detto che Jessica Pulizzi dovrebbe rivolgersi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per l’ingiustizia che ha subito, per il caso mediatico.

A chi importa se Denise Pipitone dopo quasi 18 anni di indagini, ancora non è stata trovata? A chi importa se non c’è un colpevole? A chi importa di tutti gli evidenti errori che sono stati svolti durante le indagini? A chi importa che una tua collega ha rivelato a una figura importante nel caso di essere intercettato? A chi importa di come sia impossibile che in tutta la città nessuno, in un’orario del genere, abbia visto Denise Pipitone? Perché non parliamo di notte fonda, né di mattino presto. Ma delle 12, in pieno giorno, in una zona vicino al mercato.

No, a Carmelo Abbate importa del caso mediatico. Poi, per carità, c’è un’innocente in questa storia: ed è la figlia di Jessica Pulizzi. I figli non sono responsabili per azione compiute o non compiute dai genitori, questo dobbiamo dirlo. Tuttavia, caro Carmelo so-tutto-io (perché per lui seguire qualsiasi pista è sbagliato, sembra che voglia semplicemente che non si indaghi), le tue ipotesi sono un insulto all’intelligenza umana, pari pari alla scusa della gallina che è stata trovata per quel “chidda“.

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Denise Pipitone

Ma finalmente, dopo quattro episodi, sappiamo cosa per il giornalista di Quarto Grado è successo a Denise Pipitone: un predatore sessuale si sarebbe trovato lì per caso, in pieno giorno, in una zona anche piuttosto frequentata, e avrebbe preso una bambina che sempre per caso ha trovato lì per strada. Nessuno però avrebbe visto questo sconosciuto raggirarsi in città con una bambina che sarebbe stata tranquillissima a passeggiare con uno sconosciuto. Nessuno l’avrebbe sentita piangere, provare a ribellarsi.

E poi, soprattutto, come spieghiamo tutte le altre intercettazioni successive a quel giorno? Come giustifichiamo l’avvistamento a Milano? Come giustifichiamo addirittura l’intercettazione di maggio 2022, in cui c’è una pseudo confessione di Anna Corona che ammette che “tannu” furono lei “cu Giuseppe“, guarda caso entrambi indagati, ma anche entrambi archiviati. Perché in queste indagini si archivia e basta. Non ci sono innocenti e non ci sono colpevoli.

Però per Carmelo Abbate il problema è il caso mediatico. Si è persino lamentato di come Piera Maggio abbia diffidato Quarto Grado dal parlare del caso di Denise Pipitone. Letteralmente, ricordiamolo, hanno svelato dettagli importanti sul caso compromettendolo. Hanno rivelato che Anna Corona e Giuseppe della Chiave erano indagati. Ma di che stiamo parlando?

Poi, sia chiaro che se Anna Corona e Jessica Pulizzi sono davvero innocenti, se vogliono vivere la propria vita in tranquillità, allora che rispondano seriamente e con onestà a tutte le domande. In primis, dove si trovava Anna Corona quando Denise Pipitone è stata rapita? Perché, proprio quel giorno, ha fatto mettere l’orario di uscita alla sua collega? E ancora, chi è la bambina che il 2 settembre risponde al suo telefono dicendo “pronto” e a cui lei risponde con un “stai zitta”? Perché in casa sua si bisbiglia sempre quando si parla di Denise Pipitone? Perché si avvale sempre della “facoltà di non rispondere“, ma poi dice di volere la “verità per Denise“?

E perché Jessica Pulizzi non dice la verità sul “chidda“? Perché non dice dove davvero è stata quella mattina, visto che ancora oggi non si sa? Le domande a cui le due potrebbero rispondere per essere lasciate in pace sono tante, il fatto è che si rifiutano di farlo, oppure trovano scuse assurde.

Ma va bene, passiamo avanti e facciamo un intervallo divertente. Siamo nel caso Olesya, abbiamo rivissuto un po’ tutto perché sono cose successe proprio un anno fa. Un anno fa eravamo con il fiato sospeso e un po’ tutti speravamo che Olesya fosse Denise Pipitone (noi, tuttavia, sin dal principio abbiamo detto come il caso fosse diventato mediatico persino in italia: Denise Pipitone non è stata ritrovata: basta allarmismo e fake news), ma purtroppo anche quella storia si è conclusa con un grande no.

Purtroppo per noi, ma il fratello di Denise Pipitone, Kevin, ha detto di essere stato sollevato in quanto la trovava volgare. Inutile dire che i commenti onestissimi di Kevin ci abbiano fatti morire dal ridere. «Tutte, ma non lei». Kevin, quanto è bella la tua innocenza, e quanto è bello vederti felice, nonostante tutto.

Riguardo Olesya, passiamo al vero protagonista di quest’episodio: l’avvocato Frazzitta. L’avvocato Frazzitta che non per un minuto ha pensato di abbandonare Piera Maggio e Denise Pipitone, non per un minuto si è dato per vinta, sebbene anche lui, un po’ come tutti, sia demoralizzato da tutta questa situazione. Un avvocato che è partito da sconosciuto ma che oggi tutti in Italia conoscono in quanto è uno di quelli seri, che non strumentalizza e non fa strumentalizzare il caso. Un avvocato che vuole lavorare con giornalisti seri, che non lavorano per l’audience ma per la verità, e che non ha paura di dire la propria opinione.

Perché è facile essere un giornalista x e criticare i programmi televisivi che parlano del caso di Denise Pipitone solo per audience (e purtroppo c’è chi lo ha fatto), ma poi tu fai lo stesso con il tuo programma rivelando dettagli importanti delle indagini più e più volte. Facciamo l’esempio Chi l’ha visto – Quarto Grado. Chi l’ha visto aveva ricevuto la lettera anonima, quella di cui tanto si è parlato, ma non ne ha rivelato i dettagli: giornalismo serio. Quarto Grado invece ha ricevuto delle notizie riguardo le indagini su Anna Corona e Giuseppe della Chiave: giornalismo per audience. E chi dice il contrario, purtroppo sogna ad occhi aperti.

Il caso Olesya, comunque, ha riportato Denise Pipitone nelle nostre vite, di noi che l’avevamo dimenticata dopo così tanti anni, e che adesso non l’abbandoneremo più. Perché adesso sappiamo che una commissione d’inchiesta può essere fatta, non quest’anno ma il prossimo. Piera Maggio ha aspettato 18 anni per ottenere verità sulla figlia (e sottolineiamo quello che ha detto Piera: lei fino a prova contraria la cerca viva), questa mamma coraggio può aspettare ancora un anno. Ma che sia solo uno, e soprattutto che ne valga la pena. Perché quando il caso diventerà internazionale, tutti si renderanno conto di quanto la giustizia in Italia sia uno schifo.

Concludiamo con Piera Maggio, con quella donna che non solo ha dovuto sopportare il rapimento della figlia, ma che si è trovata persino indagata per questo e che soprattutto è dovuta entrare in un nuovo mondo. Perché Piera era una persona esattamente come noi e, da un giorno all’altro, si è trovata a dover fare appelli per la figlia scomparsa, a dover parlare con giornalisti e alcuni anche che non aveva buone intenzioni, ma che cercavano solo lo scoop.

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Piera Maggio, mamma di Denise Pipitone

Ma non solo i giornalisti: si è dovuta confrontare con persone online che dicevano che “ormai è inutile cercare Denise Pipitone, tanto è morta“, non capendo che, anche se Denise fosse morta (e va dimostrato) un colpevole in questa storia ci deve essere. Ha dovuto affrontare i troll, le persone irrispettose che cercano un momento di gloria con i troll come loro che gli danno la pacca sulla spalla per aver ironizzato su una bambina scomparsa da 18 anni. Che amarezza, Italia.

Noi ci auguriamo che ci possa essere una seconda stagione di Denise, raccontata proprio dalla oggi ragazza quando la commissione d’inchiesta (perché, senza offesa, ma per altri indagini abbiamo perso la speranza) farà qualcosa di serio per scoprire la verità sul caso di un rapimento di un minore, sul caso più scandaloso che l’Italia abbia mai visto. O che, almeno, ci sia una seconda stagione che racconti cos’è successo davvero a Denise Pipitone quel lontano primo settembre 2004.
Grazie per aver seguito insieme a noi questi quattro episodi.

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