Denise Pipitone: nuove ipotesi, è stata usata come pegno?

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Non si smette di cercare Denise Pipitone, la bambina scomparsa il primo settembre 2004 da Mazara del Vallo. Ogni giorno ci sembra di essere un passo più vicini alla verità, tuttavia c’è sempre qualcosa che non va, qualcuno che sembra ostacolare le indagini e il ritrovamento della bambina. In queste ultime ore la notizia clue sono altre dichiarazioni dell’ex PM Angioni, e non solo. Si parla anche di dichiarazioni di un sensitivo che più volte ha aiutato in casi di persone scomparse.

Qualche giorno fa vi abbiamo parlato dell’anonimo della lettera che a quanto pare non è più anonimo, in base a una notizia data da Live Sicilia, giornale con cui più volte l’avvocato Frazzitta aveva parlato. Tuttavia lui stesso ha smentito la notizia: «Non si è fatto vivo con me, è ancora anonimo». Non sappiamo ovviamente se questo sia vero o no, perché si potrebbe dire che è ancora anonimo per tutelarlo, ma a noi deve andare bene così. Lasciamo fare a chi di dovere le indagini, noi poi sapremo tutto una volta che Denise Pipitone riabbraccerà la sua mamma.

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Denise Pipitone

Il caso di Denise Pipitone è tornato sulla bocca di tutti, dai social, ai programmi televisivi, da quando Olesya, una ventenne russa alla ricerca della sua mamma, ha contattato un programma russo. E subito la ragazza ci è sembrata la nostra Denise, scomparsa da 17 anni. Tuttavia, il gruppo sanguigno non coincideva con quello della bambina, per cui la storia si è chiusa in quel momento. O così si pensava. Perché qualche settimana dopo siamo stati avvisati della riapertura delle indagini sulla scomparsa della bambina, anche in seguito a tutti gli errori che sono stati fatti nel primo periodo.

Anche in base a questi errori, è stata aperta una commissione d’inchiesta sul caso di Denise Pipitone proprio negli ultimi giorni e Piera Maggio, finalmente, si dice fiera dello Stato italiano: «Oggi posso dire che lo Stato c’è. Lo Stato finalmente si sta occupando di questa vicenda in modo concreto e preciso», ha detto durante la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge per una commissione d’inchiesta sul caso Denise. Tuttavia, c’è ancora tanto da fare: in primis, riportare la bambina a casa, in secundis portare dietro le sbarre tutti i colpevoli.

Denise Pipitone: è stata un “pegno”?

A parlare è un altro anonimo a Mattino Cinque, con Agnese Virgilio. È un ex ufficiale delle forze dell’ordine e ha preferito rimanere anonimo (vi ricordiamo che due settimane fa nella puntata di Chi l’ha visto è stata messa in mezzo persino la mafia, per cui non ci stupiamo di tutti questi anonimi). Secondo quest’ex ufficiale Denise Pipitone non sarebbe stata altro che merce di scambio, e questo ci ricorda tanto anche le dichiarazioni dell’ex PM, ma andiamo passo per passo.

L’anonimo in trasmissione ha affermato che «chiunque commetta un reato lascia qualcosa di sé sulla scena del crimine, bisogna solo individuarlo. Secondo me il sequestro della bambina doveva essere utile a qualcosa. Poteva essere una merce di scambio. Quindi è probabile che sia viva e magari è in qualche parte del mondo dove magari non conoscono nemmeno la televisione italiana», tra l’altro quest’ipotesi va di pari passo con la dichirazione di una sensitiva che disse che Denise Pipitone era un pegno e che, quindi, non sarebbe mai stata restituita.

L’ex PM disse: «La bambina va cercata nella famiglia allargata, probabilmente non è stato solo un gruppo di persone che l’ha presa: probabilmente due gruppi e il primo non a nemmeno più dove si trova la bambina. […] Il secondo gruppo l’ha sistemata da qualche parte. La mia idea è quella di un patto delinquenziale, una cosa grossa come ho detto più volte. […] Chi ha le carte dovrebbe umilmente rileggersi tutto, farsi venire delle idee e sospettare di tutti». Ma di questa storia vi avevamo già parlato, del gruppo buono e del gruppo cattivo.

«I due moventi non si escludono l’uno con l’altro. Nella storia criminale si vede come spesso ci sono persone che approfittano di altre che hanno un movente e le spingono ad agire», aveva detto la PM Angioni, convinta che il primo gruppo, quello buono, potrebbe essere quello di chi ha voluto provare a proteggere Denise Pipitone, sebbene allontanandola dalla famiglia, mentre il secondo, quello cattivo, sarebbe l’ex famiglia di Piero Pulizzi.

Le ultime dichiarazioni dell’ex PM Angioni

Dopo la scandalosa intervista di Quarto Grado in cui Maria Angioni è stata umiliata e criticata da chi dovrebbe semplicemente svolgere delle indagini e cercare la verità sulla scomparsa di Denise Pipitone, Maria Angioni che oggi è giudice del Tribunale del lavoro a Sassari, ha rilasciato un’intervista a La Nuova Sardegna, affermando che ormai «qualcuno sta parlando e scardinando alibi. La verità potrebbe essere a un passo».

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Denise Pipitone

«Qualcuno sa dove è stata portata dopo il rapimento o sa dove si trova in questo momento. Questa persona è stata testimone dello spostamento o lo ha addirittura operato in prima persona. Fino a oggi ha taciuto per rispettare forse un patto ora saltato» ha detto ancora, facendoci davvero pensare a quello che ha detto l’ex ufficiale, ma collegandosi nuovamente all’ipotesi che aveva affermato e che vi abbiamo ricordato prima.

«Chi prese Denise voleva ucciderla, ma qualcun altro lo ha impedito. Non è stata riconsegnata alla famiglia perché c’era un patto. Il clima ora è cambiato: qualcuno sta parlando e scardinando degli alibi: ci sono delle testimonianze importanti, le ricerche sono state intensificate e la verità potrebbe essere a un passo», ha continuato. In più ha ricordato anche che Denise Pipitone è scomparsa in un momento delicato per la procura: «vi erano state delle inchieste per  favoreggiamento, spaccio di droga e induzione alla prostituzione che avevano coinvolto alcuni esponenti della polizia».

Maria Angioni, comunque, resta convinta del fatto che Denise Pipitone sia ancora viva, «quasi sicuramente ignara del suo passato. Non sa del clamore che suscita la sua storia a distanza di anni».

Michael Schneider si esprime sul caso di Denise Pipitone

Dopo ex ufficiali ed ex PM, arriva anche il momento dei sensitivi. Michael Schneider è un sensitivo che da quindici anni aiuta gli inquirenti in tutta Europa a risolvere alcuni dei casi più complessi. Uno degli ultimi è quello del duplice omicidio di Laura Perselli e Peter Neumair, uccisi dal figlio Benno Neumair che non ha mai collaborato per ritrovare i corpi dei genitori. Michael, invece, come dice Gianni Ghirardini (cognato delle vittime), diceva di sapere dove si trovassero i corpi e, infatti, è riuscito ad aiutare.

Così l’uomo è stato contattato da alcune persone, ha detto di aver ricevuto tre lettere, «due dall’Italia e una dalla Svizzera, che mi chiedevano di occuparmene» e quindi si è messo al lavoro. Ha anche detto di aver «collaborato a molti casi» e ritiene «straziante vedere quanto i parenti soffrano per l’angosciante incertezza di non sapere cosa sia successo ai loro cari». «Scrivo lettere ai parenti e alla polizia e prego di sbagliarmi se la profezia è negativa: purtroppo la mia intuizione è quasi sempre corretta», ha detto ancora.

Ma riguardo Denise Pipitone? «Purtroppo ho avuto fin da subito percezioni nette e negative: quello che sento è che il caso non sarà mai risolto. Denise non verrà ritrovata e i colpevoli non saranno condannati. Non voglio ferire i parenti, ma vedo per loro una lunga, estenuante attesa, tanto più dolorosa se non sapranno lasciare andare il passato, per quanto sia difficile, e a cullare il ricordo di Denise con amore, pace e perdono». Dobbiamo sperare solo che, almeno questa volta, il suo senso sia errato.

La storia di Denise Pipitone

Vi invito a visitare il sito ufficiale creato dalla famiglia di Denise Pipitone per informarvi meglio su questa storia. Noi cercheremo di riassumere, toccando però tutti i punti fondamentali. Era il primo settembre 2004, una bella giornata in Sicilia e la piccola Denise di quattro anni giocava nel giardino con la sua cuginetta. In quella strada abita anche una zia, che la vede correre verso casa alle 11.45 circa. Ma Denise Pipitone a casa non è mai tornata. Da quel momento, iniziano le ricerche.

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Denise Pipitone

Un mese e mezzo dopo la sua scomparsa, Denise Pipitone è avvistata a Milano con un gruppo di nomadi, un uomo, due donne e tre bambine. La donna parla una lingua straniera, mentre la bambina italiano, come si vede da un video registrato da una guardia giurata che intanto avverte le autorità che purtroppo arrivano troppo tardi. I carabinieri sono convinti che quella fosse proprio Denise Pipitone.

Da quell’ottobre 2004, nonostante i tanti appelli della madre, i presunti avvistamenti (insieme anche a molte persone che pensano di essere la piccola siciliana, tra cui Olesya) che non hanno mai portato a nulla, la mamma di Denise Pipitone, Piera Maggio, non ha mai perso le speranze, e noi ci auguriamo che prima o poi potrà abbracciare nuovamente sua figlia, e soprattutto avere la giustizia che merita.

A maggio 2021 la Procura di Marsala ha deciso di riaprire il caso di Denise Pipitone, scomparsa all’età di 4 anni proprio a causa degli ipotetici errori che ci sono stati nel corso degli anni, insieme a tutti gli ipotetici depistaggi. Al momento le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone sono ancora in corso e, dopo 17 anni, è stata perquisita la casa in cui un tempo abitava Anna Corona. Mercoledì 12 maggio l’avvocato Frazzitta, che si occupa del caso, riceve una lettera anonima in cui vengono svelati degli importanti dettagli per l’indagine.

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