Denise Pipitone: la Commissione d’Inchiesta non si farà

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L’Italia è il Paese in cui una bambina di 4 anni viene rapita, ma nessuno vuole indagare. È il Paese in cui dopo ormai quasi 18 anni dal sequestro di una minore, i colpevoli continuano a camminare liberi. È il Paese che non dà giustizia a una famiglia che ha perso una figlia, una sorella, una nipote, un’amica. L’Italia dovrebbe chiedere scusa a Denise Pipitone, a Piera Maggio, a Piera Pulizzi, a Kevin Pipitone, perché questo caso è una vergogna e, personalmente, non vedo l’ora che raggiunga le televisioni estere tramite la docuserie. Perché l’Italia, la nostra bella Italia, non merita di avere un sistema giudiziario e dei parlamentari che, permettetemi di dirlo, baciano le mani a qualcun altro.

Facciamo il nostro solito recap, per cui se conoscete tutto a memoria, andare direttamente qui. Prima di parlare di questa novità di cui ancora non si sa tanto, voglio ricordarvi che qualche mese fa è stato pubblicato l’age progression di Denise Pipitone aggiornato al 2021, e potrebbe essere davvero utile per cercare l’oggi 21enne in quanto è diverso da come tutti ce la siamo sempre immaginata (molto simile alla mamma, invece nella locandina la vediamo anche molto simile al padre, Piero Pulizzi). Piera Maggio invita a condividerla quanto più possibile, senza ritagliarla o modificarla:

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Il caso di Denise Pipitone è tornato sulla bocca di tutti, dai social ai programmi televisivi, da quando Olesya, una ventenne russa alla ricerca della sua mamma, ha contattato un programma russo. E subito la ragazza ci è sembrata la nostra Denise, scomparsa da 17 anni. Tuttavia, il gruppo sanguigno non coincideva con quello della bambina, per cui la storia si è chiusa in quel momento. O così si pensava. Perché qualche settimana dopo siamo stati avvisati della riapertura delle indagini sulla scomparsa della bambina, anche in seguito a tutti gli errori che sono stati fatti nel primo periodo.

Le indagini sono state piene di depistaggi, di bugie, di cose che non tornano, di intercettazioni che non funzionano solo con le persone indagate e qualche mese fa durante una puntata di Chi l’ha visto ci abbiamo aggiunto anche la mafia. Ma la madre di Denise Pipitone, così come tantissime persone che da anni cercano giustizia, vorrebbero solo che la bambina tornasse finalmente fra le braccia della sua famiglia che, per tutti questi anni, non ha perso la speranza e continua ad aspettarla. Ogni giorno ci sembra di essere più vicini alla verità ma allo stesso tempo non ci vogliamo illudere, e quindi non ci resta che, ancora, inesorabilmente, aspettare.

Negli ultimi mesi abbiamo seguito con tanto interesse non solo le indagini riaperte ma anche le vecchie intercettazioni che non sono minimamente state prese in considerazioni all’epoca dei fatti. Abbiamo visto come il signor Battista Della Chiave non è stato minimamente ascoltato, con un’interprete ancora troppo inesperta che non è riuscita a comprendere quello che l’uomo davvero volesse dire. Oggi Denise Pipitone non è ancora a casa, ma speriamo che questa sia solo una situazione temporanea. Qualche mese fa, l’avvocato Frazzitta ha esposto le motivazioni per cui il caso non deve essere archiviato, soprattutto in seguito alle ultime intercettazioni, ma a quanto pare non è servito a nulla.

Vi ricordiamo anche che prima che la commissione d’inchiesta sulle indagini fosse accettata, Italia Viva, partito di Matteo Renzi, ha fatto ostruzionismo decidendo di ricattare i colleghi. Igor Iezzi, in diretta con Milo Infante su Ore14, ha fatto sapere che lui è «rimasto stupito dal tono di questi emendamenti. Il problema è che posso capire l’esigenza di allargare il campo d’azione della commissione, partire da Denise Pipitone per poi allargare sul fenomeno». Tuttavia, per fortuna, non hanno avuto la meglio.

Poi, comunque, la commissione d’inchiesta è un testo ufficiale e vediamo per davvero la prima luce infondo al tunnel. «Una norma costituzionale prevede che si possa seguire questo iter e i deputati avranno tutti i poteri dell’autorità giudiziaria. Diciamo che è una forma di “avocazione”, di spostamento, dell’indagine a Roma. Noi confidiamo nella ricerca della verità, anche dopo 17 anni», disse l’avvocato Frazzitta e dopo l’okay definitivo alla commissione affari costituzionali, la commissione è stata ufficialmente bocciata. Il giorno in cui si saprà la verità sul caso, sembra essere ancora lontano.

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Denise Pipitone: la Commissione d’Inchiesta è stata bocciata

Immaginate essere una madre, avere dei figli, essere felice. Poi, un giorno, la tua bambina viene rapita. Non sai da chi, non sai perché. Hai dei sospetti, e li dici anche alla polizia (quella che serve lo Stato e il popolo italiano). Tuttavia, da quel momento, iniziano una serie di errori da dilettanti, con persone che si intromettono nel caso, con intercettazioni che non si sentono bene o che, per qualche motivo, non vengono prese in considerazione, con domande che ancora, dopo anni e anni, non hanno una risposta (ricordiamo la gallina “chidda). Davvero l’Italia è il Paese in cui vogliamo crescere i nostri figli?

«Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona», recita l’art. 3 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Tuttavia, evidentemente, i politici come anche le forze dell’ordine, hanno dimenticato quest’importantissimo articolo, perché bocciando la Commissione d’Inchiesta su Denise Pipitone hanno completamente calpestato il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza di una bambina di 4 anni e della sua famiglia che da 18 anni cerca la verità su cos’è successo quel primo settembre 2004.

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Piera Maggio non l’ha saputo da fonti parlamentari, ma da un giornalista. Non è stato un politico a informarla, non è stata quell’Alessia Morani che aveva dato così tante speranze e sorrisi alla donna. «Tutti i gruppi parlamentari sono d’accordo sulla necessità di accelerare al massimo la discussione anche valutando la possibilità della commissione in sede legislativa», aveva scritto su Facebook la deputata del PD e promotrice della proposta di legge. E poi che è successo? Dove sono tutti i gruppi parlamentari a favore?

Probabilmente staranno baciando le mani a qualcuno di più importante di Denise Pipitone, di una bambina che, a quanto pare, si è rapita da sola. Non ci sono colpevoli, ma non ci sono neanche delle indagini. Ed è una vergogna scrivere queste parole. I casi di rapimento, che siano di persone adulte ma ancor di più se son di bambini, non dovrebbero essere mai archiviati, non si dovrebbe mai smettere di cercare. Ma, a quanto pare, l’Italia non funziona così. In Italia puoi rapire un minore e continuare a vivere tranquillamente la tua vita, come se fossi andato in un discount e avessi rubato un po’ di frutta.

«Data la mancanza di tempo l’indagine parlamentare perderebbe il proprio valore», hanno detto delle fonti parlamentari ad Affari Italiani. Sembra infatti che non ci sia stato alcun voto in merito alla commissione, insomma la PDL non è proprio arrivata in Aula in quanto la capogruppo del PD, Debora Serracchiani, non l’ha presentata. «Nella conferenza dei capigruppo ogni partito avanza le proprie proposte e le porta avanti. Se un capogruppo ha uno spazio in Aula e propone di portare avanti la proposta di legge firmata da altri gruppi, non ha senso», spiegano le stesse fonti.

Insomma, se Alessia Morani ha fatto sapere ad Ore 14 e a Milo Infante che la proposta non sarebbe stata approvata in quanto non c’è stato l’appoggio da parte di tutti i capigruppo, questa fonte dice qualcos’altro. Qual è la verità? È possibile che in Italia si debba persino votare per indagare sul rapimento di una minore? Non dovrebbe essere scontato l’appoggio? Ma soprattutto, com’è possibile che qualcuno voglia non indagare sul caso? Com’è possibile che qualcuno lo voglia nel dimenticatoio? Com’è possibile che qualcuno che “non ha problemi con Dio” non voglia che si sappia la verità su Denise Pipitone?

L’indignazione online

Ma se la bambina non viene cercata da chi potrebbe farlo, il popolo non la dimentica. Il popolo non lascia che il caso finisca ancora una volta nel lato oscuro dei casi irrisolti di cui nessuno parla. Denise continuerà a essere sulla bocca di tutti, perché l’Italia non deve essere il Paese in cui puoi rapire dei bambini e farla franca. Non può essere il Paese in cui hanno camminato dei giudici come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, ma in cui, allo stesso tempo, si continua a non aver coraggio, a non essere liberi.

La storia di Denise Pipitone

Vi invito a visitare il sito ufficiale creato dalla famiglia di Denise Pipitone per informarvi meglio su questa storia. Noi cercheremo di riassumere, toccando però tutti i punti fondamentali. Era il primo settembre 2004, una bella giornata in Sicilia e la piccola Denise di quattro anni giocava nel giardino con la sua cuginetta. In quella strada abita anche una zia, che la vede correre verso casa alle 11.45 circa. Ma Denise Pipitone a casa non è mai tornata. Da quel momento, iniziano le ricerche.

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Un mese e mezzo dopo la sua scomparsa, Denise Pipitone è avvistata a Milano con un gruppo di nomadi, un uomo, due donne e tre bambine. La donna parla una lingua straniera, mentre la bambina italiano, come si vede da un video registrato da una guardia giurata che intanto avverte le autorità che purtroppo arrivano troppo tardi. I carabinieri sono convinti che quella fosse proprio Denise Pipitone.

Un mese e mezzo dopo la sua scomparsa, Denise Pipitone è avvistata a Milano con un gruppo di nomadi, un uomo, due donne e tre bambine. La donna parla una lingua straniera, mentre la bambina italiano, come si vede da un video registrato da una guardia giurata che intanto avverte le autorità che purtroppo arrivano troppo tardi. I carabinieri sono convinti che quella fosse proprio Denise Pipitone.

A maggio 2021 la Procura di Marsala ha deciso di riaprire il caso di Denise Pipitone, scomparsa all’età di 4 anni proprio a causa degli ipotetici errori che ci sono stati nel corso degli anni, insieme a tutti gli ipotetici depistaggi. Al momento le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone sono ancora in corso e, dopo 17 anni, è stata perquisita la casa in cui un tempo abitava Anna Corona. Mercoledì 12 maggio l’avvocato Frazzitta, che si occupa del caso, riceve una lettera anonima in cui vengono svelati degli importanti dettagli per l’indagine.

In data 2 dicembre 2021 si apre la Commissione d’Inchiesta per stabilire se le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone siano state o no compromesse. A marzo 2022 verrà anche trasmessa una docuserie sul caso, dal primo urlo della nonna di Denise», la prima ad accorgersi che la bambina era scomparsa, passando per tutte le tragedie che la famiglia di Piera Maggio ha dovuto passare a causa del silenzio assordante che circonda il rapimento della figlia.

Dopo un anno da quando il caso Olesya è divenuto internazionale, i Parlamentari italiani hanno ufficialmente girato le spalle a Denise Pipitone, bocciando (o non proponendo neanche) la Commissione d’Inchiesta sul caso.

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