DDL Zan: continua la discussione in Senato

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Riprende stamani in Senato la discussione generale sul DDL Zan, per la terza giornata in cui, speriamo, le argomentazioni siano diverse da quelle tutte uguali che abbiamo sentito fino a ieri. Tuttavia la data che dovete ricordare è martedì. In quella giornata ci sarà il termine consegna emendamenti, in cui Italia Viva potrebbe presentare richieste di modifiche, sostenere quelle della Lega oppure voterà il testo così com’è, come aveva detto che avrebbe fatto fino a qualche settimana fa. Vi ricordo, se non aveste avuto modo di seguire le dirette, che qui trovate il riassunto della prima e della seconda giornata.

Martedì abbiamo seguito insieme la diretta sul DDL Zan, che è iniziata alle 16:30 e si è conclusa alle 20:00, con una pausa nel mezzo a causa della capigruppo, alla fine del quale è stato esposto il calendario e abbiamo scoperto che martedì 20 luglio sarà il giorno decisivo per gli emendamenti. Ieri alle 16:30 la discussione è stata interrotta per «la chiama per la votazione a scrutinio segreto mediante schede per l’elezione di due componenti del consiglio di amministrazione della Rai». Vediamo alcuni interventi chiave durante le sedute dei giorni scorsi.

  • OstellariLega: il primo a parlare è stato Ostellari, il presidente della commissione giustizia, che ha parlato di una mediazione che consisterebbe nel prendere il «ddl Zan come testo base e si fanno tre modifiche, questa è la strada dettata da costituzionalisti, professori, educatori, associazioni e anche dalla Santa Sede» e ha poi chiesto alla Presidente Casellati di sospendere la seduta per riunire i capigruppo «per valutare se c’e’ la disponibilità a continuare quel dialogo intrapreso». La Presidente ha approvato la capigruppo.
  • Maiorino, M5S: «La mediazione sarebbe possibile se chi vuole mediare davvero fosse interessato a tutelare i diritti delle persone in questione. Così non è», ha detto la senatrice. A questo punto la destra ha cominciato a ululare e a fischiare, ma lei continua. «La commissione giustizia è stata calpestata nelle sue prerogative, il presidente Ostellari ci ha impedito il voto anche sulla calendarizzazione. Ora bisogna rispettare il voto dell’aula del Senato sulla calendarizzazione del provvedimento e avviare la discussione generale sul ddl Zan».
  • Pillon, Lega: il sen. leghista, uno dei più grandi oppositori al DDL Zan, ha citato le femministe, che però sono le femministe radicali che escludono le persone transgender. Tra le altre cose, ha avuto il coraggio di dire che «il bambino ha diritto a una mamma e a un papà e a non essere acquistato su internet», come se un orfanotrofio fosse uno shopping per omosessuali (come se poi gli eterosessuali, si intende quelli che non abbandonano i figli, non adottassero dei bambini).
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  • Balboni, FdI: il sen. di Fratelli d’Italia ha dimostrato in un’aula di Senato di non conoscere la differenza fra un’opinione e una discriminazione, alludendo alla solita storia della destra secondo cui, tramite l’art. 4, non sarà possibile più esprimere una propria opinione senza dover scomodare un giudice perché qualcuno potrebbe sentirsi ferito. «Un figlio ha diritto alla madre e al padre» non è una discriminazione. Dire che «se avessi un figlio gay lo brucerei», lo è, è una frase omofoba per cui politico della destra dovrebbe pagare. Non è difficile, vero?
  • Renzi, Italia Viva: il leader di Italia Viva, senatore e politico, ha iniziato con una frecciatina a Chiara Ferragni e Fedez, influencer. Ha rivendicato le unioni civili, tuttavia in quell’aula non si parlava di Matteo Renzi e di quello che lui ha fatto negli ultimi anni, ma si parla del futuro. «Il mio appello è molto semplice: si faccia un accordo sui punti legati all’articolo 1, 4 e 7 e, fatto questo, si chieda a tutte le forze politiche di portare la discussione alla Camera entro 15 giorni», ha detto.
  • Salvini, Lega: il sen. Salvini, dopo aver ovviamente citato i suoi figli, ha avuto il coraggio (lui che firma accordi con gli Stati più omofobi dell’Unione Europea) di ricordare che in alcuni Stati l’omofobia è un reato e si rischia persino la pena di morte o il carcere. «Di questi 10 articoli prendiamo la parte più importante, per cui ringrazio Zan, ma togliamo quello che divide non solo l’Aula ma anche il Paese e cioè la parte sui bambini e l’educazione sentimentale», perché insomma, si è visto come i genitori sanno educare i propri figli. Mica nel 2021 c’è un’aggressione omofoba un giorno sì e l’altro pure.
  • De Petris, LeU: la sen. De Pretis ha risposto ai colleghi Salvini e Renzi, ma soprattutto al primo, chiedendogli «perché quest’appello a rispettare i diritti e le libertà lei non lo ha fatto con gli alleati dell’Ungheria e della Polonia, visto che ha nominato gli Stati dove vengono arrestati? Se fa un appello alla mediazione per trovare un accordo per punire chi discrimina, bisogna essere coerenti, ma la coerenza si sa non è di questo mondo, ma bisogna sapere quello che si dice e che si scrive», sottolineando poi come la pregiudiziale firmata da loro discuta in primis una legge che già esiste, ovvero la legge Mancini.

Con l’intervento della senatrice De Pretis si vota per la pregiudiziale, che è respinta con 136 voti contro 124. La seduta si scioglie e ci si dà appuntamento a ieri alle 9:30, in cui è iniziata la seconda seduta prima per discutere sulla questione sospensiva che voleva essere approvata in modo da trovare delle mediazioni, peccato che, come ha spiegato già più volte Alessandro Zan, il DDL Zan per com’è oggi è già una mediazione, solo che non può essere modificato il corpo fondamentale come chiede la destra, perché non ne resterebbe nulla. Vediamo gli episodi calienti di ieri.

  • Caliendo, Forza Italia: ha illustrato la questione sospensiva e ha anche affermato che chi è pro al DDL Zan non è propenso alla discussione, quando in realtà è il contrario. Chiede di fare le correzioni possibili che, però, sono già state effettuate negli ultimi mesi. «La Legge tornerà alla Camera, c’è un errore, lo vedrete, e deve essere corretto e deve tornare alla Camera», ha detto, e poi ha paragonato il DDL Zan al codice Rocco, il codice del fascismo.
  • Malan, Forza Italia: il sen. Malan ha fatto una sorta di esame di Diritto Ecclesiastico, affermando che «proseguire su questo provvedimento» significa «ignorare quanto è stato fatto pervenire da due Chiese titolari delle imprese», quando, come ha ricordato anche il Presidente Draghi, l’Italia è uno stato laico. Ha anche sottolineato che l’Italia del dopoguerra si è preoccupata di rispettare la libertà religiosa, come nell’art. 3, 19 e 20 della Costituzione italiana. Tuttavia, in questo caso, cosa c’entra la religione?
  • Romeo, Lega: chiede che l’iter del provvedimento venga rinviato al 27 luglio e paragona il DDL Zan a una partita: «la vogliamo giocare con diversi voti sugli emendamenti e voti segreti o riscoprire l’arte del compromesso che dovrebbe guidare il buonsenso della politica e troviamo una soluzione insieme per capire cosa serve a questo paese?». Ripetiamolo insieme: il DDL Zan per come lo conosciamo oggi è già un compromesso. Cita l’identità di genere e conclude il suo intervento.
  • Faraone, Italia Viva: il sen. Faraone non parla di DDL Zan, bensì denuncia la collega Cirinnà che nella prima giornata su Twitter ha pubblicato e commentato un video in cui si vede lui insieme ai colleghi che applaudono il sen. Salvini nella giornata di ieri. La Presidente Casellati gli dice ieri l’aula non era tranquilla, ma che ogni volta che lei nota che qualcuno riprende con il proprio telefonino lei riprende, e anche questa volta farà le indagini per accettarsi delle parole che ha detto.
  • Si continua a parlare della questione della registrazione della sen. Cirinnà per almeno altri tre interventi.
  • La Russa, Fratelli d’Italia: sempre riguardo la registrazione, afferma «che la destra queste cose non le fa». Si limita a dire che brucerebbe i gay, che sono aberrazioni della natura o a paragonare le donne a bambole gonfiabili. E non dimentichiamo tutte le persone esposte da Salvini. Poi comincia ad attaccare il collega Faraone perché, anche a causa del suo partito, ieri non è passata la pregiudiziale, e subito dopo la sen. Cirinnà, «di cui l’Italia è piena». Confonde libertà di opinione e discriminazione e poi conclude.
  • Si continua a parlare della registrazione anche con la sen. Rossomando, PD.
  • Malpezzi, PD: si torna al DDL Zan, finalmente. Parla dell’art. 4 ricordando che è stato firmato e voluto da quelle stesse persone che oggi lo vogliono eliminare, che «avete cambiato idea, ma è figlio vostro e a noi oggi sembra un pretesto». Si rivolge a Salvini e lo affossa, smontando tutte le sue fake news sui bambini e l’educazione, e poi a Pillon, sottolineando, ancora una volta, che l’ideologia gender non esiste.

Personalmente ieri sono state dette tante cose, mi sono resa conto che riassumerle è pressoché impossibile. Tante cattiverie. Tante fake news. L’omofobia è stato chiamato uno pseudo problema, ma la cosa importante è che, per un solo voto, la sospensiva non è passata. Se volete continuare a leggere tutto quello che è stato detto, lo trovate nell’articolo citato sopra, ma sappiate che troverete tante ignoranza e tanta transfobia. E per ignoranza intendo proprio ignorare come sono le cose, perché se ritieni che sia il DDL Zan a regolamentare la presenza delle donne alle Olimpiadi e non il CONI, c’è proprio una carenza alla base.

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«Il ddl Zan si occupa di pari dignità sociale, di uguaglianza, di dare attuazione pienamente all’art. 3 della Costituzione, una norma fondamentale su cui non dovrebbero esserci differenze fra di noi, ma ci sono state a partire dalla Commissione che ha ostacolato il testo sin dall’inizio, rimodulando 170 audizioni, ripercorrendo anche quelle fatte alla Camera. Aver dovuto votare l’incardinamento è una cosa inaudita e quando si è sbloccato è stato sbloccato quando il dibattito pubblico, sui social, che tanti bandiscono ma che in realtà temono, hanno alzato il tiro sul perché il testo non venisse incardinato

Non è vero che si introducono nuovi reati ma si estendono reati già esistenti, che sono il compimento di atti discriminatori e violenti e la discriminazione a commetterli, non viene esteso il reato di propaganda delle idee che resta limitato sull’odio razziale ed etnico. Non ci accontentiamo dell’aggravante dell’art. 61, abbiamo bisogno di tutele più forti. Chi dice il contrario forse vuole continuare a essere libero di istigare la discriminazione, ma il DDL Zan si occupa solo di proteggere la dignità delle persone.

Ai giovani si cercherà di far capire nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica che le differenze esistono e vanno rispettate e questo non lo chiede solo Monica Cirinnà ma lo chiede la Costituzione. In questo testo chi voleva, ha ottenuto. Oggi però qualcuno chiede di nuovo discussione. Su cosa dobbiamo ancora discutere? Abbiamo mediato sulle scuole, sull’identità di genere, sull’opinione, su cosa dobbiamo ancora mediare? Perché, avendo già votato il testo alla Camera, si cambia idea adesso? A me pare chiare che sulla pelle delle persone LGBT si sta giocando un’altra partita. Sulla pelle del movimento, delle persone disabile, delle donne colpite da misoginia. Questo gioco politico tattico non fa bene alla politica».

Monica Cirinnà, trovate l’intervento completo qui

Cosa non è il DDL Zan

Non voglio far approvare il DDL Zan perché sono contro l’utero in affittoLetteralmente il DDL Zan è una legge che lotta contro la discriminazione e la violenza omotransfobica, quindi l’utero in affitto non c’entra nulla con questa proposta di legge. In più sottolineiamo anche che in Italia la «gestazione per altri», conosciuta in altri termine con «utero in affitto», è illegale. Quelle della destra che quindi usano l’utero in affitto come scusa per andare contro il DDL Zan, sono quindi delle fake news.

È liberticida: no. Il DDL Zan non è liberticida. L’articolo 4 dello stesso (ancora una volta, prima di criticare sarebbe utile informarsi, anche per evitare di fare figuracce) recita: «Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri­conducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a de­terminare il concreto pericolo del compi­ mento di atti discriminatori o violenti». Potete comunque trovare il testo completo e leggerlo con i vostri occhi qui.

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DDL Zan
Fonte: Twitter

Esiste già una legge: no, non esiste già una legge. L’articolo 61 del codice penale che in genere viene citato come legge già esistente prevede che un giudice possa applicare le aggravanti presenti nell’art. 61 del codice penale se una persona viene picchiata per il proprio orientamento sessuale o per la sua identità di genere o per la sua disabilità, tuttavia non è obbligato a farlo. Quindi una persona potrebbe essere più tutelata. Non penso questo sia normale.

Fuori i bambini dalla politica. Il DDL Zan prevede la strategia Nazionale attivata dall’UNAR, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, che è già presente con interventi anti-discriminatori nei campi dell’educazione e dell’istruzione, come anche in quelli del lavoro e delle carceri. Il loro nome è corso di educazione al rispetto. Quindi, cara destra, non si tratta di educazione gender, ma solo di educazione a rispetto di chi ama una persona delle stesso sesso, di chi ha un colore di pelle diverso dal tuo o, ancora, di chi non si identifica nel sesso in cui nasce.

DDL Zan, seduta in Senato di oggi [DIRETTA]

Ore 9:32 è aperta la seduta, viene letto il verbale delle prime due giornate. Il primo a parlare è il sen. Pellegrini, Lega, che vuole discutere sui lavori della commissione giustizia sul DDL Zan, ringraziando il Presidente Ostellari per il «lavoro e per aver sopportato in maniera storica gli attacchi mediatici che hanno portato a non comprendere i contenuti del DDL Zan». Ed ecco, al primo intervento, dopo neanche due minuti, che sono citati gli influencer. Afferma poi che il DDL Zan non combatte davvero l’odio omotransfobico.

Si lamenta di come in Senato si sono comportati i colleghi, urlando e fischiando. Parliamo di quelle persone che non riuscivano a far parlare la sen. del Movimento Cinque Stelle che non riusciva neanche a continuare a parlare? Ovviamente finisce con il dire che il DDL Zan protegge delle categorie e ne discrimina altre, ma quello che non si comprende è che nel DDL Zan si parla di discriminazioni per orientamento sessuale, per cui se in un giorno distopico un eterosessuale sarà discriminato in quanto tale, il DDL Zan proteggerà anche lui. Ma proprio non ce la facciamo a comprenderlo. Appena concluso l’intervento, lascia la parola al collega leghista il sen. Grassi.

«L’idea di commettere un reato per odio contro gli LGBT suscita riprovazione, ma non si ferma qui», dice il sen. Grassi. Come ogni leghista, ha portato in scena il solito teatrino su come non sappiano minimamente la differenza tra transgender (che non sempre fanno la transizione) e le persone non-binary. «La norma prevede una pena per chi istiga o commette atti di discriminazione sul sesso, sul genere e sull’identità sessuale», sottolineando che la norma ha preso forma basandosi su quella già esistente sull’odio razziale.

«Il problema è che mentre il concetto di razza è un concetto spregevole perché non esistono le razze, noi uomini nasciamo tutti uguali, il colore della pelle, la pigmentazione, non vale nulla davanti alla legge, mentre il concetto di razza è spregevole, il concetto di sesso non è un concetto falso. Esiste geneticamente la differenza fra uomo e donna, tanto che le persone transessuali decidono di cambiare sesso», continua. Sottolinea che per lui esistono già altre sanzioni, che valgono come quelle per i meridionali o per gli immigrati, «ma diventa reato anche l’organizzazione che sostiene la genitorialità».

«Se c’è in Spagna va bene? No. Internet non è solo il posto dove ci insultiamo su Facebook, ma è anche un luogo dove possiamo informarci», citando, come Pillon ieri, alcuni articoli su come ci siano dei problemi con la norma che è stata approvata in Spagna. Intanto, Simone Alliva, fa sapere che «Per fake-news questa discussione generale se la gioca benissimo con quella sulle unioni civili. I primi a veicolare bufale sono i leghisti seguiti da Fdi». Il sen. Grassi continua dicendo che se si vuole contrastare il collega Pillon, bisogna farlo con le idee e non imbavagliandolo. Tuttavia, ricordiamolo, l’omofobia non è un’opinione.

«Nelle scuole dobbiamo insegnare agli studenti il rispetto», ed è esattamente quello che il DDL Zan vuole fare, ma evidentemente è troppo difficile stare ad ascoltare quello che negli ultimi mesi è stato detto, a proposito di “ascoltare le persone con cui non siamo d’accordo“. Interviene adesso la sen. Masini, Forza Italia, che comincia subito a smentire le fake news sulla GPA o sull’ideologia gender, spiegando, ancora una volta, in cosa consiste il DDL Zan. Apprezziamo l’intervento della sen. Marini, tuttavia sappiamo già che non verrà ascoltata da quella destra che sta ripetendo le stesse cose da tre giorni.

«Non siamo liberi di uccidere, di rubare, e quindi neanche di minare alla serenità e sicurezza di una persona per un pregiudizio sulla sua natura», dice, citando, ancora una volta, la Costituzione italiana. Parla in modo chiaro, senza urlare, sembra quasi fuori posto in mezzo a tutti quei senatori che sanno esprimersi solo urlando e sparando fake news. La sen. Barbara Masini, tra l’altro, è la senatrice che proprio qualche giorno fa ha fatto coming out, e quindi va ascoltata, perché il DDL Zan la riguarda in prima persona.

«I crimini di odio sono crimini specifici chi è vittima lo è per la sua identità essenza dignità. Non è vittima per una causa inutile. Il motivo è sostanza, significante», dice ancora. Alla vittima non importa che ci sarà una pena più severa, «ma vivere in una società matura e adulta ed educata al rispetto. Gli italiani si dicono favorevoli a una legge di questo genere. Sarebbe grande vedere di nuovo morire una legge di questo genere, affossato da 25 anni. 25 anni in cui una comunità di persone si sente figlia di uno stato minore.

25 anni in cui l’Italia indietreggia rispetto a Paesi a noi fratelli per cultura e livello democratico, dove leggi di questo genere sono stati votati da governi di tutti i colori politici». Noi vogliamo fare le congratulazioni alla sen. Masini, perché ha fatto un intervento commovente e reale, e ha spiegato al meglio perché il DDL Zan deve essere approvato. «Quando capi di me mia madre disse ho paura per te. Tutti i genitori hanno paura per i propri figli. Ma non tutti sono costretti ad avere pura per una società più immatura. A voi tutti auguro di poter guardare negli occhi i vostri cari», conclude.

Continua, adesso, la sen. L’Abbate, del Movimento 5 Stelle. «Il DDL Zan interviene solo contro chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione e violenza. Siamo l’ultimo paese dei fondatori dell’unione a non avere una normativa a tal senso». Sottolinea la necessità della legge ma anche di ascoltare le vittime della società che le definisce diverse e che ha paura di loro in quanto tale. «L’Italia ha bisogno di rafforzare la cultura dell’uguaglianza e del rispetto per l’altro e questo può avvenire punendo l’odio e la violenza», afferma ancora.

«La diversità non deve far paura ma è una peculiarità della natura». «Il DDL Zan deve prevenire, contrastare, sostenere, sensibilizzare, creare unione e non divisione», afferma poi segnalando l’aumento degli atti di violenza omofobica. Parla dell’essere donna, ma anche dell’essere disabile, o omosessuale. «Essere donna, trans, disabile, omosessuale, non sono blocchi monolitici ma si influenzano a vicenda. Le persone LGBT con disabilità sono vittime di discriminazioni multiple, esattamente come le donne disabili.»

«Perché le discriminazioni non si sommano, si moltiplicano. Voi non sapete cosa significa quando vostra figlia torna a casa e vi dice “mi hanno detto che sono diversa e non posso giocare con loro”», cominciando a parlare delle discriminazioni sui bambini che, anche se non vengono picchiati, avranno cicatrici nell’anima per sempre. «Quindi questa legge non è pericolosa. Per chi è pericolosa? Per quelli normali? E che cos’è la normalità?», chiede retoricamente. Chiede alla maggioranza di cambiare in meglio e di andare oltre, perché il DDL Zan non toglie diritti ma aggiunge «un tassello al mosaico dell’uguaglianza del nostro paese».

Dopo questi splendidi interventi, torniamo a Fratelli d’Italia, con il sen. Maffoni, che riprende con la storia del genitore 1 e genitore 2, tuttavia rispondo con una dichiarazione di Emilio Mola:

«non è mai esistita una legge, un progetto di legge, un documento, un decreto, uno straccio di carta recante le diciture “Genitore 1” e “Genitore 2”. Quando nel 2015 fu introdotta la Carta d’Identità elettronica, il ministero dispose che, nel compilare la richiesta per un minore, fossero indicati i nomi dei “genitori o del tutore”.

Questo perché il Garante della Privacy, che evidentemente tiene più a tutelare i minori dei deliri sovranisti, ha fatto notare che mettere su un documento le parole “padre e madre” viola la privacy dei bambini che una mamma o un papà non ce l’hanno. Così come se due persone che hanno la “responsabilità genitoriale” su un bambino firmassero accanto alla voce “padre e madre” commetterebbero un reato, non essendo il padre e la madre biologici. Costringendo così dei bambini a non avere il proprio documento.»

«Se non ci sono differenze significa che tirare un pugno in faccia a una donna o a un uomo, avranno lo stesso valore?», perché non iniziamo con abolire la violenza? Continua con le solite storie della destra, che ci siamo anche stancati di ripetere. Dopo i precedenti interventi, con che coraggio sta continuando con la solita storia che in Italia non esiste l’omofobia e che il DDL Zan non è necessario? Con tutte le violenze che ci sono ogni giorno verso anche dei bambini? Riprende adesso la parola Forza Italia, con la sen. Modena.

«Quello che mi ha colpito moltissimo è come sia possibile che il Senato, così com’era successo alla camera, si sia ridotto a una guerra sostanzialmente “manichea” su un tema di questo genere in un momento politico come questo. Quando si è cominciato a parlare del DDL Zan non mi ero posta il problema, perché mi ero chiesta, sbagliando “con tutto quello che c’è da approvare, non possiamo sicuramente andarci a impantanare in un tema divisivo”, soprattutto perché il PdC aveva chiesto di evitare i temi divisivi», ha detto.

«E cosa facciamo noi? Riusciamo a fare un precedente in base al quale improvvisamente quest’atto arriva in aula senza un’analisi in commissione. Le famose mediazioni le avremmo potute trovare lì. Io faccio una domanda a me stessa ma a tutti voi: quando si andrà a votare nel 2022 o nel 2023 le forze politiche avranno un giudizio politico delle forze politiche in base a questi giorni oppure in base a come il governo ha reagito alla crisi economica?», insomma, argomenti che con il DDL Zan c’entrano poco e niente, soprattutto perché nel DDL Zan si parla di vite umane.

«Io una cosa non amo questa legge Zan, ovvero che sia stata aggiunta la parte relativa ai disabili. Io credo che sia un’ipocrisia, perché chi vuole che effettivamente un disabile non sia discriminato deve avere il coraggio di cambiare la 68, perché il disabile è umiliato e discriminato nel momento in cui cerca un lavoro che le aziende non gli danno perché preferiscono pagare la multa», conclude, affermando che la questione dei disabili vada affrontata in un altro contesto. Lascia la parola al sen. Vescovi, Lega.

Come descrivere quello che sta dicendo il sen. Vescovi? Genitore 1, Genitore 2, ci sono altri problemi, «noi siamo qui a parlare del DDL Zan», immigrati, sbarchi, «noi siamo qui a parlare del DDL Zan», insomma la solita destra che pensa solo ai propri problemi non tenendo in considerazione che ci sono tantissime persone che sono cacciate da casa perché omosessuali, che vengono picchiati dai genitori perché omosessuali, che vengono discriminati, bullizzati, picchiati, perché vanno a un Pride o hanno una borsa arcobaleno. Che c’è, di quei bambini non vi importa? Ipocriti.

Conclude dicendo che «io preferisco mamma e papà rispetto a genitore 1 e genitore 2» e noi siamo stanchi. Siamo stanchi di sentire le stesse cose ignoranti da parte di persone che non riescono neanche a comprendere che non si cita neanche il genitore 1 e genitore 2 nel DDL Zan, o in nessuna altra legge. Dopo di lui, continua Fratelli d’Italia, con il sen. Ruspandini, che addirittura ha messo in mezzo l’inginocchiamento per il “blèck LIVS matter” o per gli stadi colorati con i colori dell’arcobaleno, dicendo addirittura che «lo schema è quello di ghettizzare tutti quelli che la pensano in maniera diversa».

Comincia a urlare, come tutta la destra: «invece di parlare di Orban vedete chi state facendo entrare in questo momento nelle nostre frontiere». «L’ipocrisia che sottintende questa proposta è sotto gli occhi di tutti. Pretendono di pianificare una società dove non esistono principi non negoziabili, si distruggono le identità senza pensare che, sgretolando le radici, si fa un danno a tutte le persone, soprattutto a quelle più deboli», continua, «in realtà dietro a una finta promozione dell’amore c’è una propaganda di odio e vera discriminazione».

Parla adesso la sen. Gallone, di Forza Italia. «Non è possibile che una legge che contrasti l’odio generi odio», e forse questo dovrebbe essere detto ai colleghi contrari al DDL Zan oppure che ritengono che i gay andrebbero messi nel forno o, ancora, che siano contro natura. «Noi dovremmo dimostrare di meritarci il ruolo che ci hanno affidato i cittadini», e siamo d’accordo, peccato che in quell’aula pensiate di stare allo stadio. La parola passa al sen. De Vecchis, Lega, che parla di art. 4 e politicamente corretto, poi le solite cose su “genitori biologici” o “famiglia tradizionale“.

Definisce «uomini coraggiosi che vanno contro il pensiero unico» Pillon e Ostellari, e poi passa all’art. 7, con le stesse fake news che sono state già smentite ieri. Passa persino a difendere la «democrazia di Orban», e con questa ci verrebbe proprio da chiudere la diretta e andare al Papeete, perché è davvero troppo. «Per difendere la libertà siamo disposti a rischiare la galera», conclude. E va bene, d’altronde la Lega con tutte quelle “opinioni” sugli omosessuali contro natura, che vanno contro la specie, che metterebbero nei forni, rischia un po’ con il DDL Zan.

Parla adesso il sen. Floris, di Forza Italia: «il contenuto della proposta Zan preoccupa il mondo accademico e il mondo cattolico. Introduce dogmi e limita la libertà di pensiero. Si incriminano persone che pensano che il matrimonio sia tra uomo e donna», cominciando a fare una serie di esempi che nulla hanno a che fare con il DDL Zan, ancora una volta. Parla adesso la sen. Garavini, di Italia Viva, che ritiene che questa legge sia necessaria perché la libertà personale è importante «anche nei sentimenti e nelle scelte di vita personale».

Ha parlato di 1 persona LGBT su 4 che ha subito minacce, e che «è compito del legislatore realizzare una società libera, basata sul rispetto delle persone», sottolineando anche che «identità e orientamento sessuale non devono essere oggetto di aggressione e discriminazione». Ritiene però che «insistere ottusamente per la votazione in aula senza un accordo preliminare significa rischiare che il ddl Zan non vada in porto», anche perché, secondo lei, sarebbe un rischio il voto segreto.

Ancora una volta, «noi siamo quelli delle unioni civili», invitando a votare alcune modifiche per approvare il DDL Zan senza «intoppi». Sottolinea anche che «votiamo convintamente a favore del disegno di legge», ma anche citando i followers come fa la destra. Tuttavia, sarebbe comprensibile il pensiero della senatrice se non avessimo già sentito le opinioni di tutti i colleghi di destra, Ma, avendoli ascoltati, una mediazione sembra davvero impossibile.

Parla adesso il sen. Zaffini, di Fratelli d’Italia: «oggi il pensiero della sinistra che viene da un pensiero forte, laddove ancora esiste, ma oggi la sinistra lo ha sbrandellato, lo ha perso pensando di dover gestire il potere a tutti i costi». «A turno riscopriamo il problema del fascismo, del diverso, ma cos’è diverso e uguale? È diverso anche il pensiero. Se si pretende il rispetto per il diverso, che è un’offesa anche definirlo tale, quale maggiore diversità va tutelata se non quella del pensiero?», chiede.

Insomma, ancora una volta, si confonde la discriminazione con la libertà di opinione. La butta poi sulla politica, facendo anche la metafora con un film, e poi conclude, passando la parola alla sen. Binetti, di Forza Italia, secondo cui «l’obiettivo del lavoro in commissione sarebbe dovuto essere la mediazione» e ricordiamolo ancora una volta che il DDL Zan come lo conosciamo oggi è già una mediazione.

Adesso parla la sen. Pizzol, della Lega, che parla della GPA, ancora, come se non avessero già detto che l’utero in affitto non è neanche citato nel DDL Zan, così come l’ideologia gender. «Non dobbiamo insegnare ai bambini l’ideologia gender. Non siamo nell’Unione Sovietica dove i bambini venivano strappati alle famiglie per farli educare dal partito», ha detto, continuando poi: «I bambini hanno diritto a una madre e un padre, da grande chiederanno la loro madre biologica. Fate nascere figli in maniera normale, senza pagare povere donne con l’utero in affitto».

Ha detto poi: «sostenere che esistono 50 generi, ma cosa volete insegnare ai bambini? È come se io dicessi che piovessero patate e minacciassi in tribunale chiunque lo metta in dubbio», e ovviamente adesso parla delle violenze sulle donne, ma solo su quella da parte degli immigrati, non da parte dei femminicidi per mano italiana. Sottovaluta la violenza omofobica, diminuendola a «30 persone all’anno», ma che giornali legge?

Parla il sen. Marilotti, del PD, che non comprende «l’atteggiamento ostruzionistico di Ostellari» nei confronti del DDL Zan e che ritiene che «Renzi dopo il referendum è diventato un sostenitore del bicameralismo, e dice che il senato può fare un accordo, non possibile in 8 mesi, in pochi giorni». Parla anche del termine gender e che si domanda perché «Salvini, senza che il senatore Pillon battesse ciglio, ha parlato di identità di genere. Perché tanto chiasso?». Sottolinea anche che il «DDL Zan è una legge di civiltà».

Adesso tocca a Forza Italia con il sen. Malan, che ha parlato già ieri e che ritiene che «stiamo andando avanti nella illegalità, le leggi della costituzione e i trattati restano totalmente ignorati». Insiste, come Salvini, che ci sono paesi in cui l’omosessualità è illegale. Certo, certo! La Polonia e l’Ungheria che state lodando ancora e ancora. Ma di cosa stiamo parlando ancora? Sono così ignoranti che si attaccano da soli. «Non interessa a nessuno in quest’aula di chi vuole il ddl Zan che nei paesi islamici c’è la pena di morte per gli omosessuali», ha detto.

Parla dell’ art.8 del DDL Zan, dopo aver spiegato come funziona in Iran la legge contro l’omosessualità e non si capisce esattamente cosa vuol dire. Gli LGBT italiani devono ritenersi fortunati di non vivere in Iran? Non dobbiamo volere il DDL Zan perché in Iran ci sono persone messe peggio di noi? Adesso, comunque, legge un testo di Mario Mieli e lo collega al Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, chiedendo «cosa insegnano nelle scuole ai bambini?».

Ed eccolo, eccolo che viene citato il «professor Fedez». Ma i senatori italiani si rendono conto che si trovano in Senato e stanno citando un influencer che lavora sui social network e che può esprimere la sua opinione ma che loro, in quanto politici, non dovrebbero neanche parlarne in Senato? Fa ridere ma fa anche piangere come la destra si senta così tanto attaccata da Fedez e Chiara Ferragni.

In ogni caso, gli interventi della destra contro il DDL Zan continuano a essere sempre gli stessi, con le stesse fake news, con la stessa ignoranza, ma il sen. Malan, molto (poco) velatamente, ha dato dei pedofili agli attivisti omosessuali per più di 20 minuti, ha avuto il coraggio di dire che «ci tolgono l’identità, dicono ai bambini che nascono da un semino. Tolgono la dignità ai bambini» e si è anche preso i complimenti dal Presidente, «al di là dei contenuti». Passa la parola alla sen. Granato, Misto.

«Io non presenterò nessuna proposta emendamentiva e favorirò una rapida conclusione», ha detto. «Questo governo con la riforma Cartabia si è trovato pienamente d’accordo su una linea che conferisce difficoltà, non solo alle persone LGBT ma a chiunque, nel riconoscere il principio della certezza della pena». Afferma quindi che voterà «il provvedimento così com’è». Adesso parla la Lega, con la sen. Marin.

«Questo testo è servito a dare rilevanza a persone più o meno note. La sessualità va vissuta tra adulti consenzienti, non ha bisogno di Zan che dice cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ma dove sta scritto che gli etero subiscono meno violenze dei non etero?», chiede. Non lo so, forse sui giornali? Basta letteralmente mettere la testa fuori da casa per rendersi conto che non ci sono eterosessuali che vengono discriminati in quanto tali? Siamo proprio stanchi di continuare a sentire le stesse cose.

«Io oggi dichiaro di percepirmi donna e posso partecipare alle quote rosa? Mi iscrivo a competizioni femminili? Come pensa Zan di risolvere questa realtà», chiede. Tuttavia, cara sen. Marin, cara leghista, esiste l’incongruenza di genere, come esiste anche la 164 del 1982, ovvero le «norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso» in cui si legge (potete leggerla completa a questo link):

«La  rettificazione  di cui all'articolo 454 del codice civile si fa
anche  in  forza  di  sentenza del tribunale passata in giudicato che
attribuisca   ad  una  persona  sesso  diverso  da  quello  enunciato
nell'atto  di nascita a seguito di intervenute modificazioni dei suoi
caratteri sessuali.»

Dopo aver parlato (ovviamente) della «teoria gender o ghender», continua la Lega con il sen. Lucidi, che afferma che «fuori il senato, durante la discussione delle unioni civili c’era tantissima gente che protestava per l’approvazione. Oggi non c’è nessuno a protestare», ma siamo sicuri? È poi passato a dire che ci sono già delle leggi che condannano le discriminazioni, ha detto di essere preoccupato per quello che potrebbe succedere nelle scuole, «a me piacerebbe che nelle scuole entrassero sono delle insegnanti, degli amministratori pubblici o le forze dell’ordine». Ah, sì? Lo ricorderemo quando Giorgia Meloni andrà a fare propaganda vestita da presentazione del libro nelle scuole.

«Ho spostato la linea di buonsenso e logica del mio partito. Conforme alla cultura e alla tradizione Italiana. Non abbiamo bisogno di modelli europei e transeuropei», conclude. Adesso parla del DDL Zan, si spera, il sen. Pazzaglini, della Lega, che ha già citato gli influencer. «Il punto è: di tutti questi soggetti che si stanno occupando del DDL Zan quanti lo hanno letto?» e, sinceramente, da quello che abbiamo sentito in questi giorni di discussione, ce lo stiamo chiedendo anche noi quanti senatori abbiano letto il DDL Zan, ma andiamo avanti.

«I sessi sono due, non lo dice la Lega, lo dice la scienza. Un ginecologo indica genericamente due sessi», peccato però che no, non esistono solo due generi. Esistono gli intersessuali, ad esempio. Sempre della Lega, adesso, parla la sen. Rivolta, che vuole parlare di una «questione superiore», parlando del rispetto «di se stessi e sugli altri, dove c’è la non violenza». Ma forse la Lega dovrebbe dirlo ai suoi elettori, a quelli contrari al DDL Zan, a quelli che picchiano due ragazzi solo perché si tengono per mano.

«Nelle scuole è sempre più diffuso il bullismo», dice, scoprendo l’acqua calda. Quel bullismo, però, molte volte è causato proprio dall’omofobia, questo non lo dice la senatrice leghista contraria al DDL Zan? «Il nucleo che crea l’identità del bambino è la famiglia», una famiglia che, però, DDL Zan a parte, deve essere formata d’amore. La famiglia è amore e rispetto, non per forza una mamma e un papà. Potrebbero essere una nonna e una mamma, due mamme, due papà, degli zii, una mamma o un papà. Ancora nel 2021 dobbiamo discutere di questo.

Continua dopo la sen. Rivolta, che ha concluso autodefinendosi «una persona estremamente rispettosa di qualcuno» e aver detto che la transizione porta al suicidio, il collega leghista Mollame. Inizia con «la diversità rende vivo il nostro universo» e poi comincia a parlare di sfera sessuale, «ambito più intimo di ognuno di noi, come l’orientamento religioso e nessuno si può permettere di giudicare l’orientamento sessuale o religioso di qualcuno». Questo dovrebbe dirlo alla collega islamofoba.

Adesso si conclude la seduta, il sen. La Russa, in qualità di presidente del Senato, rinvia il seguito della discussione sul DDL Zan a martedì prossimo.

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