Tutte le volte in cui il Parlamento è andato contro la comunità LGBT nel 2021

Condividi

Ormai è questione di giorni e diremo addio anche al 2021, per cui cominciamo a tirare le somme di quest’anno che all’Italia ha donato tantissime vittorie, ma non a livello civile e umanitario. Abbiamo perso Gino Strada, e abbiamo affossato il DDL Zan nel mezzo di adulti vaccinati e molti padri di famiglia che sembra che per i propri figli non desiderino il rispetto, ma semplicemente l’omofobia. In ogni caso, nel 2022 ci riproveremo ancora e chissà se questa volta il decreto che vuole proteggere ed educare non riuscirà a divenire realtà.

In questo articolo, comunque, troveremo principalmente le scandalose dichiarazioni che sono state pronunciate da alcuni parlamentari durante la discussione in aula proprio per il DDL Zan, perché ne abbiamo sentite davvero di tutte i colori, ma soprattutto abbiamo sentito tante cattiverie e tante, troppe fake news, a cui poi gli elettori che in qualche modo si fidano di quei soggetti, credono ciecamente. Noi vogliamo approfittare di quest’occasione per ricordarvi di leggere con i vostri occhi, o ascoltare direttamente con le vostre orecchie, dalla fonte.

Anche noi, che cerchiamo sempre di dare notizie accurate andando a leggere direttamente dalla fonte, a volte sbagliamo e abbiamo sbagliato durante il 2021, come hanno fatto anche delle testate certificate e non dei piccoli blog di quartiere. Per questo vi chiediamo, prima di avere un’opinione, prima di parlare, di dire una cattiveria, di informarvi e di non fare come è stato fatto nell’aula di un Senato durante il DDL Zan, in cui sembrava davvero che nessuno degli oppositori avesse letto la legge, ma che si stesse basando semplicemente su quel che credeva.

Un esempio dei tanti è la storia di genitore 1 e genitore 2, a cui tutti hanno creduto e su cui esiste persino un remix su un discorso omofobo fatto da Giorgia Meloni. La verità, però, è che non esiste e non è mai esistito nessun genitore 1 e genitore 2, ma è solo una trascrizione fatta male da La Repubblica e a cui Simone Pillon, Matteo Salvini e tutta la destra si è affidata. La verità, però, è un’altra. Se vi interessa sapere la parte reale della storia: La verità su genitore 1 e genitore 2: ennesimo fail della destra.

Il Parlamento italiano contro la comunità LGBT

L’applauso della vergogna

Non posso davvero non iniziare con quell’applauso che ha sancito la sconfitta (momentanea!) del DDL Zan, una legge che ha come unico obiettivo l’educazione al rispetto, quella che non tutti i genitori (ed è evidente dai troppi casi di omofobia e transfobia) riescono a trasmettere ai propri figli. Ed è in quel caso che sarebbe dovuta intervenire la scuola, per evitare che persone come Maria Paola vengano uccise dal proprio fratello solo perché in una relazione con un ragazzo transgender.

Perché quando muore qualcuno sono tutti bravi a mandare le condoglianze (Giorgia Meloni per prima), ma poi quando si può intervenire in qualche modo per educare e per evitare che altre vite vengano sprecate, si preferisce applaudire sulle bare di tutte le persone morte, sul corpo di tutti i ragazzini (e i bambini!) che sono stati picchiati solo perché ritenuti diversi. Quell’agghiacciante applauso in Senato che ha sancito la sconfitta dei diritti umani, ha ucciso e picchiato ancora una volta tutte le vittime. Tutti quei senatori hanno sputato e ballato sulle tombe delle vittime di omofobia.

Le fake news

Se c’è una cosa che ha caratterizzato letteralmente tutte le sedute di discussione sul DDL Zan, sono le fake news. Tralasciando la storia di genitore 1 e genitore 2 che abbiamo già smentito prima, sono tante le notizie che sono state date in Senato per vere ma che, in realtà, non erano neanche citate, come ad esempio l’utero in affitto, che non è mai stato menzionato nel decreto. Ma vediamo nello specifico le quattro fake news che più sono state pronunciate in quell’aula.

Non voglio far approvare il DDL Zan perché sono contro l’utero in affittoLetteralmente il DDL Zan è una legge che lotta contro la discriminazione e la violenza omotransfobica, quindi l’utero in affitto non c’entra nulla con questa proposta di legge. In più sottolineiamo anche che in Italia la «gestazione per altri», conosciuta in altri termine con «utero in affitto», è illegale. Quelle della destra che quindi usano l’utero in affitto come scusa per andare contro il DDL Zan, sono quindi delle fake news.

ddl-zan-parlamento-contro-lgbt
Fonte: FreePik

È liberticida: no. Il DDL Zan non è liberticida. L’articolo 4 dello stesso (ancora una volta, prima di criticare sarebbe utile informarsi, anche per evitare di fare figuracce) recita: «Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri­conducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a de­terminare il concreto pericolo del compi­ mento di atti discriminatori o violenti». Potete comunque trovare il testo completo e leggerlo con i vostri occhi qui.

Esiste già una legge: no, non esiste già una legge. L’articolo 61 del codice penale che in genere viene citato come legge già esistente prevede che un giudice possa applicare le aggravanti presenti nell’art. 61 del codice penale se una persona viene picchiata per il proprio orientamento sessuale o per la sua identità di genere o per la sua disabilità, tuttavia non è obbligato a farlo. Quindi una persona potrebbe essere più tutelata. Non penso questo sia normale.

Fuori i bambini dalla politica. Il DDL Zan prevede la strategia Nazionale attivata dall’UNAR, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, che è già presente con interventi anti-discriminatori nei campi dell’educazione e dell’istruzione, come anche in quelli del lavoro e delle carceri. Il loro nome è corso di educazione al rispetto. Quindi, cara destra, non si tratta di educazione gender, ma solo di educazione a rispetto di chi ama una persona delle stesso sesso, di chi ha un colore di pelle diverso dal tuo o, ancora, di chi non si identifica nel sesso in cui nasce.

Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni

Giorgia Meloni l’abbiamo già citata sul caso di Maria Paola, in cui chiese allo Stato di «farsi sentire e dare il messaggio chiaro che la violenza non è tollerata e chiunque la pratichi ne dovrà rispondere davanti alla legge». Poi però si è molto arduamente espressa contro il DDL Zan, lottando insieme al suo partito con quante più cattiverie e fake news possibili per far sì che una legge che davvero avrebbe tutelato le persone, non venisse approvata. Siamo stupiti? No, in realtà neanche un po’. Ma vediamo quali sono state le citazioni più cattive del partito della Meloni.

Balboni, senatore di Fratelli d’Italia, ha dimostrato in un’aula di Senato di non conoscere la differenza fra un’opinione e una discriminazione, alludendo alla solita storia della destra secondo cui, tramite l’art. 4, non sarà possibile più esprimere una propria opinione senza dover scomodare un giudice perché qualcuno potrebbe sentirsi ferito. «Un figlio ha diritto alla madre e al padre» non è una discriminazione. Dire che «se avessi un figlio gay lo brucerei», lo è, è una frase omofoba per cui politico della destra dovrebbe pagare. Non è difficile, vero?

Lega e Matteo Salvini

La Lega è stato il partito che più si è opposto al DDL Zan, che più ha dedicato post sui social, che più ha lottato affinché venisse affossato del tutto, tutto questo con l’appoggio del suo leader che si è fatto umiliare persino da Barbara d’Urso (e il persino non è perché la d’Urso sia una persona non colta, ma semplicemente perché la politica non è il suo mestiere), che ci ha tenuto a smentire le sue fake news sebbene in un’altra occasione i due abbiamo persino pregato insieme (sì, un politico che prega in diretta televisiva in uno Stato laico).

In più occasioni, comunque, Salvini ha chiamato il DDL “liberticida“, sottolineando sempre che «i bimbi hanno bisogno di una mamma e di un papà, vengono adottati se ci sono una mamma e un papà, vengono al mondo se ci sono una mamma e un papà. Sono contro l’utero in affitto, il genitore 1 e 2, senza rischiare il carcere». Insomma, il solito disco rotto che abbiamo già smentito più e più volte. Ha anche aggiunto, a volte, persino che «la legge sull’omofobia possa introdurre una discriminazione» e ha avuto il coraggio di parlare di “eterofobia“. Incommentabile.

In primis, però, c’è stato Andrea Ostellari, e non possiamo davvero non nominare colui che ha tenuto in ostaggio il DDL Zan per mesi e mesi e che ritiene che la parola frxcio non sia offensiva, perché dipende dal contesto (grazie ancora, Pio e Amedeo, per aver dato agli omofobi l’opportunità di essere omofobi e persino di giustificarsi).

ddl-zan-parlamento-contro-lgbt
Fonte: FreePik

Simone Pillon

Il peggiore, però, permettetemelo, è stato Simone Pillon, che non ha solo attaccato il DDL Zan più e più volte, ma ha attaccato l’intera comunità e persino chi della comunità non fa parte, ma ne è solo alleato. Un esempio sono i Maneskin, la band che ha portato l’Italia in tutto il mondo e che Pillon ha aspramente criticato solo perché hanno avuto il coraggio di parlare delle discriminazioni che la comunità LGBT subisce in Italia come in tutto il mondo (per saperne di più: Simone Pillon insulta i Maneskin, ma almeno non è ipocrita quanto Matteo Salvini).

Ma Simone Pillon non ha fatto solo questo. Simone Pillon non si dà pace da mesi sul tema DDL Zan e LGBT, d’altronde da colui che più sostiene il Family Day non ci potevamo aspettare altro, eppure sentirlo in Senato pronunciare quelle fake news e cattiverie come «il bambino ha diritto a una mamma e a un papà e a non essere acquistato su internet», ci mette comunque i brividi. Più che altro perché un bambino ha diritto a essere amato, che sia da una coppia omosessuale, da una eterosessuale, da una madre o un padre single o ancora da una nonna. Il bambino vuole l’amore, non una mamma e un papà.

Matteo Renzi

Sento di dover fare almeno un paragrafo almeno su Matteo Renzi e Italia Viva, senza cui oggi probabilmente non avremmo avuto quell’applauso. Renzi, in Senato, davanti a tutti i colleghi, ha avuto il coraggio di fare una frecciatina a due influencer, si è poi auto-lodato parlando delle unioni civili ma non ha ancora minimamente spiegato i suoi rapporti con l’Arabia Saudita, paese in cui non solo i giornalisti vengono uccisi alla luce del sole, ma in cui essere omosessuale ti porta alla morte. Insomma, non un grande alleato della comunità LGBT come vuole far credere, dato che ha considerato l’Arabia Saudita un Rinascimento.

Forza Italia

Ma potremo mai dimenticare Forza Italia (di cui, comunque, si salvano dei membri come Elio Vito)? Prendiamo subito in mano le parole del sen. Malan, che ha deciso di fare una sorta di esame di Diritto Ecclesiastico, affermando che «proseguire su questo provvedimento» significa «ignorare quanto è stato fatto pervenire da due Chiese titolari delle imprese», quando, come ha ricordato anche il Presidente Draghi, l’Italia è uno stato laico. Ha anche sottolineato che l’Italia del dopoguerra si è preoccupata di rispettare la libertà religiosa, come nell’art. 3, 19 e 20 della Costituzione italiana. Tuttavia, con il DDL Zan, con il rispetto, cosa c’entra la religione?

ddl-zan-parlamento-contro-lgbt
Fonte: FreePik

Comunque Forza Italia durante la discussione è abbastanza popolare per andare fuori tema. Anche il Sen. Modena chiede: «e cosa facciamo noi? Riusciamo a fare un precedente in base al quale improvvisamente quest’atto arriva in aula senza un’analisi in commissione. Le famose mediazioni le avremmo potute trovare lì. Io faccio una domanda a me stessa ma a tutti voi: quando si andrà a votare nel 2022 o nel 2023 le forze politiche avranno un giudizio politico delle forze politiche in base a questi giorni oppure in base a come il governo ha reagito alla crisi economica?».

Insomma, mentre delle persone vengono picchiate e uccise solo perché omosessuali, queer, bisessuali, asessuali e chi più ne ha più ne metta, Forza Italia parla di altro perché, come sostiene anche Matteo Salvini, ci sono cose più importanti di cui discutere in Italia (di persone che vengono uccise e picchiate solo per il proprio orientamento sessuale). In effetti, cominciamo a parlare dei senatori leghisti che uccidono qualcuno solo perché ti danno un pugno in faccia. O sempre del leghista che ha creato la propaganda contro la droga, ma che ne spacciava. No, eh?

Noi chiudiamo qui, ma le discriminazioni da parte dei politici di destra nei confronti delle persone LGBT non finiscono con quest’articolo, e probabilmente non finiranno neanche nel 2022 o quando il DDL Zan verrà approvato. Noi possiamo solo augurarci che la nostra generazione possa riuscire a educare i propri figli al rispetto verso tutti, a prescindere dal genere, dal sesso e dall’orientamento sessuale.

Non perderti le nostre news!

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.