DDL Zan, Letta: «ad aprile riparte la battaglia in Senato»

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Il DDL Zan non è morto. È stato sottolineato quando il Senato l’ha “affossato”, ma lo ha ripetuto anche Enrico Letta, ancora una volta. Infatti qualche settimana fa il segretario del PD ha affermato che la «nostra battaglia continua. […] Questa battaglia è una missione che sentiamo importante per tutti noi, che travalica i confini del nostro ambito politico perchè è anche un tema di modernizzazione della società», parole che sono state confermate durante una diretta su Instagram.

«Quanto accaduto in Senato è solo la tappa di una battaglia che arriverà al risultato positivo. La società è lì, più avanti. Noi saremo con questo grande avanzamento in una logica nazionale e europea. La battaglia è diventata una grande battaglia europea. L’Europa ci indica la strada su tanti temi ma su questo vive una battaglia durissima, con la sfida lanciata dalla Corte costituzionale e dal governo polacco e ungherese sul diverso concetto dei diritti, sull’uguaglianza e sulla famigliaSe oggi il tema del confronto è di livello europeo, il nostro impegno deve salire ancora di più di tono», disse a inizio dicembre Enrico Letta.

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Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 13-07-2021 Roma, Italia Politica Omofobia – a favore DDL Zan Nella foto: Alessandro Zan durante la manifestazione delle associazioni LGBT a sostegno del DDL Zan in discussione al Senato Photo Mauro Scrobogna /LaPresse July 13, 2021  Rome, Italy Politics Homophobia – in favor of DDL Zan In the photo: Alessandro Zan during the demonstration by LGBT associations in support of the Zan Bill under discussion in the Senate

Lo stesso Alessandro Zan confermò questo progetto, affermando che «dovremmo arrivare a un tentativo fino all’ultimo minuto della legislatura. Dobbiamo cercare di capire come affrontare questo percorso. La via è stretta, una missione impossibile, ma dobbiamo fare tutti i tentativi possibili». Ai tempi però Ostellari sottolineò anche che «Letta non ha ancora capito che se la maggioranza del Senato ha bocciato il ddl Zan la colpa è principalmente sua. Dopo aver rifiutato per mesi il confronto proposto da Salvini e dal centrodestra e soprattutto ignorando le richieste della Santa Sede e di quanti chiedevano di modificare quel testo, ora vuole alzare nuovamente i toni».

Insomma, ancora non sappiamo se da aprile il DDL Zan potrebbe diventare finalmente realtà e se quindi esisterà una vera e propria legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. D’altronde, stiamo per entrare nel 2022, sarebbe anche l’ora di avere una legge che tuteli le minoranze dalle discriminazioni, visto che, a quanto pare, l’educazione dei genitori non basta come non basta neanche la legge italiana. Non possiamo continuare a sentire storie di discriminazioni.

Enrico Letta sul futuro del DDL Zan

«Abbiamo pensato di riempire questi quattro mesi con un lavoro sui territori che rilanci gli obiettivi, per arrivare ad aprile con la possibilità di rilanciare nell’ultima fase della legislatura il tentativo di approvare il ddl Zan, per tornare alla carica in Parlamento, come noi pensiamo di poter fare, dobbiamo provarci», ha detto Enrico Letta durante una diretta Instagram, come aveva anche annunciato qualche settimana fa durante l’Agorà I diritti delle persone Lgbtqi+ nell’Italia che vogliamo con Sergio Lo Giudice e Angelo Schillaci, organizzato con il Dipartimento Diritti del PD.

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Ha poi continuato: «Abbiamo cominciato con una agorà a Bologna il 4 dicembre organizzata da Monica Cirinnà, ora l’idea di riempire questo tempo da febbraio ad aprile con 5 agorà straordinarie in 5 grandi città, a Milano, Padova, Firenze, Taranto e Palermo, da nord a sud che rilanceranno l’attenzione, la riflessione, la mobilitazione sui temi del ddl Zan. Sono agorà democratiche che vanno oltre il Pd». Ha anche chiesto grande partecipazione per «non abbassare i riflettori sulla battaglia per i diritti: è importante riuscire a fare passare messaggio ma è ancora più importante cambiare la legislazione italiana rendendola completa con misure anti omo-transfobia».

Ha anche risposto a chi li accusa di “volerne fare una bandiera“: «Io posso dirvi che per noi è un dovere storico, quello di far sì che il nostro Paese possa diventare più civile, moderno e avere una legislazione in questo campo che sia al livello delle migliori esperienze europee. Vuol dire cancellare questo blocco, questa inerzia, questa paura che sembra esserci ad andare nel futuro. Proteggere i diritti delle persone è solamente positivo, che non priva la libertà di nessun altro».

Subito dopo è intervenuta Monica Cirinnà, senatrice dem famosa per le sue battaglie civili: «Il lancio delle cinque Agorà sul ddl Zan è una buona notizia. La battuta d’arresto dei lavori parlamentari non ferma la nostra iniziativa politica. Dopo l’Agorà di Bologna dello scorso 4 dicembre – da cui sono emerse due proposte molto ampie, in materia di riforma del diritto di famiglia e di pari cittadinanza per le persone Lgbtqi+, attualmente al voto sulla piattaforma – ripartiamo con cinque Agorà dedicate specificamente al ddl Zan e alla prospettiva di un suo ritorno in Senato».

Ha anche voluto sottolineare che «l’obiettivo è quello di promuovere una partecipazione ampia, trasversale rispetto alle generazioni, capace di tradurre la passione delle piazze nella concretezza delle azioni. Come senatrice conosco le difficoltà del Senato, politiche e numeriche: ma parteciperò con convinzione a queste Agorà – come sempre al fianco di Alessandro Zan – per portare dentro al palazzo il vento dei diritti, la forte richiesta di dignità e uguaglianza che si alza dal paese. Il grande lavoro di questi due anni, che dobbiamo ad Alessandro, ha seminato in profondità nel paese e non deve andare disperso. Grazie alla determinazione del segretario Letta, sono certa che riusciremo a proseguire sulla strada dell’uguaglianza e dei diritti, senza esitazioni».

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Infine, Alessandro Zan ha detto che cercheranno «in tutti i modi di coinvolgere tutte le forze politiche, perché quell’applauso è stato uno schiaffo a tutto il Senato. La via è molto stretta ma dobbiamo tentare a raggiungere questo difficile obiettivo, non possiamo mollare. Più persone parteciperanno a queste Agorà e continueranno la protesta nelle piazze, più noi faremo pressione al senato». Adesso a noi non resta che attendere e vedere come questa situazione si evolverà.

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