Omicidio Daphne Caruana Galizia: confessa uno dei sospettati

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La storia di Daphne Caruana Galizia è una di quelle che ci ricordano ogni giorno di quanto la libertà di stampa sia importante. Oggi abbiamo giornalisti che si sentono forti e invincibili ad attaccare degli influencer o persino dei ragazzini, ma ci sono anche persone che, cercando di dire la verità, cercando di denunciare le frodi, hanno perso la propria vita. È il caso di Daphne Caruana Galizia, giornalista e blogger di 53 anni divenuta famosa in tutto il mondo per le sue inchieste sulla corruzione e soprattutto sull’evasione fiscale internazionale sull’isola legata ai Panama Papers.

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Aveva 53 anni e il giornalismo era la sua vita. Nata a Silema, dottoressa in archeologia e madre di tre figli, ha conosciuto il giornalismo nel 1987 e all’inizio degli anni Novanta la sua firma è stata molto ricorrente in testate come il The Sunday Times e per il The Malta Independent. Nel 2008, però, ha aperto un blog: Running Commentary, in cui denunciava e commentava le vicende politiche (criticava molto il leader dell’opposizione, Joseph Muscat) di Malta, divenendo in poco tempo uno dei più popolare sull’isola tanto amata dai turisti. Due anni dopo ha criticato un magistrato che poi ha aperto un’inchiesta per calunnia e diffamazione; il caso poi fu archiviato.

Tuttavia, quello che l’ha resa famosa in tutto il mondo è stato lo scandalo Panama Papers. Daphne Caruana Galizia è infatti stata la prima giornalista a condividere notizie sul coinvolgimento dei ministri Konrad Mizzi e Keith Schembri nello scandalo Panama Papers, grazie alle informazioni fornitele dal figlio Matthew, membro del CIGI. Il 22 febbraio del 2016 denunciava il Ministro dell’Energia Mizzi che aveva acquisito società off-shore a Panama e in Nuova Zelanda, con lo scopo di riciclare denaro proveniente dal governo dell’Azerbaigian.

In seguito a quest’inchiesta, Daphne Caruana Galizia è stata inclusa da Politico Europe tra le 28 persone che avrebbero scosso l’Europa nel 2017. L’omicidio è avvenuto proprio nel 2017, il 16 ottobre alle 14.58, mesi dopo le inchieste. È stata uccisa dall’esplosione di un’autobomba nella sua audio. A trovare il suo corpo è stato il figlio Matthew. La giornalista aveva già presentato una denuncia due settimane prima alla polizia per delle minacce di morte ricevute. E adesso, a distanza di anni, uno dei sospettati ha finalmente confessato.

Daphne Caruana Galizia: confessa uno dei sospettati

Intervistato da Reuters, George Degiorgio, uno degli uomini accusati di aver ucciso la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, ha confessato di aver avuto effettivamente un ruolo nell’attivazione della bomba che poi avrebbe ucciso la donna. L’uomo era stato accusato insieme al fratello Alfred e a un altro collaboratore, Vince Muscat, che ha ammesso la sua colpevolezza due anni fa, collaborando con gli inquirenti ottenendo una pena ridotta: solo 15 anni di carcere. Degiorgio cerca un accordo simile.

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Parlando dal carcere per la prima volta sul caso, George Degiorgio a Reuters ha detto che se avesse saputo di più su Daphne Caruana Galizia avrebbe chiesto più soldi per effettuare il colpo. «Se l’avessi saputo, avrei scommesso 10 milioni. Non 150.000», ha detto, riferendosi alla somma in euro che ha detto di essere stato pagato per aver ucciso il giornalista. «Per me erano solo affari. Sì. Affari come al solito!» ha commentato, per poi comunque aggiungere «certo che mi dispiace». La sua confessione arriva dopo diversi tentativi del suo team di legali di fargli ottenere la grazie in cambio di testimonianze.

Ed evidentemente ci sono riusciti. Degiorgio ha detto che si sarebbe dichiarato colpevole prima di qualsiasi processo della giuria. «Parlerò con il magistrato», ha detto, aggiungendo che avrebbe anche testimoniato per accusare anche altre persone nell’omicidio e anche in un complotto precedente sempre nei confronti di Daphne Caruana Galizia, che però non era andato a buon fine. Il motivo è quello di ottenere una riduzione di pena sia per se stesso che per suo fratello Alfred, ma anche per mostrare che «non stiamo andando giù da soli!».

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Anche uno degli uomini d’affari più ricchi dell’isola, Yorgen Fenech, è stato accusato nel novembre 2019 di aver commissionato a Degiorgio e ai suoi due complici l’esecuzione dell’omicidio. Fenech ha chiaramente negato l’accusa, ma non ha ancora presentato la sua difesa. In una dichiarazione, il suo avvocato, Gianluca Caruana Curran, ha detto che Fenech aveva in programma di dimostrare in tribunale «che non voleva, non ha attivamente cercato o sponsorizzato» l’assassinio di Caruana Galizia.

L’uomo sarebbe stato accusato dal tassista Melvin Theuma, non accusato in cambio della sua testimonianza. Secondo l’uomo, sarebbe stato Fenech a desiderare il colpo verso Daphne Caruana Galizia, e lui l’avrebbe organizzato con i fratelli Degiorgio. «Mentre protesta con forza la sua innocenza, il signor Fenech sostiene che con le prove disponibili, le indagini indipendenti e serie sono in grado di portare all’arresto e all’accusa dei veri autori dell’assassinio», ha detto l’avvocato di Fenech.

Intanto l’avvocato di George e Alfred Degiorgio, ha parlato per conto loro, affermando che stanno cercando un giudizio sull’ammissione «in linea con quello già tramandato a Vincent Muscat. Siamo disposti a divulgare tutto ciò che sappiamo su altri omicidi, bombe e crimini a condizione di ricevere la grazia. Sottolineiamo che anche alle famiglie delle altre vittime dovrebbe essere fatta giustizia».

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