No-Vax in terapia intensiva: qualcuno si pente, altri temono di venir vaccinati nel sonno

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Il Covid-19, a distanza di più di un anno e dopo tre dosi di vaccino, non è ancora sparito dalle nostre vite, tantomeno da quelle dei no-vax. Si pensa che è questione di poche settimane prima che l’Italia raggiunga la gravissima situazione che stanno già vivendo in Francia e in Inghilterra. Tuttavia, nonostante le morti e i tanti contagi, molte persone continuano a negare la gravità del Coronavirus, e altri ancora si rifiutano di vaccinarsi. I dati, però, dimostrano che non solo nonostante i tantissimi casi, ci sono poche persone in terapia intensiva, ma anche che quelle terapie intensive sono occupate soprattutto dai no-vax.

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Fonte: FreePik

Mentre molti di noi hanno tranquillamente festeggiato il Natale con la famiglia, con gli amici e con chiunque desideravamo, in molti hanno dovuto rinunciare a questo privilegio. Parlo sia delle persone che sono risultate positive nell’ultimo periodo e quindi si trovano in quarantena, che di quelle che sono risultate positive e si trovano ancora oggi in terapia intensiva. Molte di queste ultime, sono no-vax.

Di no-vax sentiamo parlare ormai da mesi, da quando il vaccino del Covid-19 è entrato nelle nostre vite. Quando poi è stato introdotto anche il Green Pass, moltissimi sono emersi a galla, dimostrando quando grave sia la situazione, quante persone non si fidino della scienza e soprattutto quante persone si fidano più delle notizie lette su internet, magari sulla pagina di un politico che cerca di incrementare il proprio elettorato. Persino quando in tantissimi hanno comprato il Green Pass su Telegram, facendosi fregare, tra l’altro, la situazione non è cambiata.

In Italia, comunque, i no-vax non sono la maggioranza. La maggior parte delle persone ha deciso di vaccinarsi, chi perché pensa sia la cosa giusta, chi perché sente di non avere scelta, chi lo ha fatto per se stesso, chi invece per chi ama. Resta però una piccola parte della popolazione che continua a ostinarsi a non farsi iniettare neanche la prima dose, anche dopo essere stati ricoverati in terapia intensiva e aver sofferto le pene dell’inferno. Secondo un reportage di Repubblica firmato da Michele Bocci, molti no-vax non cambiano idea neanche dopo aver preso il Covid-19.

No-vax in terapia intensiva: la situazione negli ospedali

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Fonte: FreePik

«Sono in gran parte incoscienti, sedati e attaccati a macchine che li tengono vivi e che ogni tanto mandano informazioni alla sala controllo in corridoio», leggiamo sull’articolo de la Repubblica. Molti di loro infatti non hanno potuto ricevere gli auguri dalla propria famiglia, né hanno potuto darli. Probabilmente in molti non sono neanche consapevoli del fatto che sia passato il Natale, e che lo hanno passato in solitudine, attaccati a un respiratore senza cui non sarebbero neanche più in vita.

L’ospedale di cui si parla nell’articolo è quello di Careggi, un grande policlinico fiorentino, dove un giovane infermiere albanese, Koja, racconta che mai gli era capitato di «faticare così tanto per convincere un paziente a fare una procedura, anche solo un’iniezione. Qualcuno rifiuta addirittura di essere messo prono, posizione che permette di respirare meglio. Una volta una donna ci ha detto di non addormentarla perché era convinta che l’avremmo vaccinata nel sonno. “Sì, certo, con l’infezione in corso”, le ha detto il medico».

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Fonte: FreePik

Chiara, un’altra infermiera, racconta invece che alcuni dei no-vax in terapia intensiva «sembrano appartenere a una setta», ma comunque molti di loro, dopo esser quasi morti, cambiano idea: «Ci ringraziano, dicono di aver fatto una stupidaggine. Non tutti comunque, c’è qualcuno che se ne va convinto di avere ragione». Insomma, alcuni no-vax cambiano idea dopo aver sfiorato la morte, altri invece restano della propria opinione e non temono il Covid-19. Forse proprio il fatto di esser sopravvissuti li fa sentire immortali.

Tuttavia, non lo sono. Ricordiamo che il vaccino non ci rende immuni, ma almeno ci dà più possibilità di non finire in terapia intensiva qualora dovessimo contrarre il virus. È un po’ come con il vaccino influenzale: lo fai ogni anno, e anche se prendi l’influenza, non rischi di stare troppo male, ma lo vivi come un semplice raffreddore. Allo stesso modo, il vaccino contro il Covid-19, rende una malattia che ha ucciso migliaia di persone, un semplice raffreddore.

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