Il Codacons ci riprova: «Mille è una pubblicità occulta», chiedono il divieto di riproduzione sulle radio nazionali

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Non c’è pace per Fedez: anche la sua ultima canzone, Mille, insieme a Orietta Berti e Achille Lauro, è finita nel mirino del Codacons, associazione abbastanza rancorosa considerando che ha cominciato ad attaccare il cantante da quando ha denunciato sul suo profilo Instagram la loro truffa durante il Covid-19. Ma ormai Fedez è abituato, tanto che, ormai, si è limitato a postare un video meme di TikTok in cui, proprio con la canzone “Mille”, racconta che quando il suo avvocato vince una causa contro il Codacons, lui risponde che «adesso ne restano mille».

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Quando ci hanno detto che Fedez avrebbe potuto fare una canzone con Orietta Berti la nostra prima reazione è stata: «cosa?», ma quando abbiamo saputo che al duo si sarebbe aggiunto anche Achille Lauro, eravamo ancora più confusi. Non sapevamo cosa ne sarebbe potuto uscire, tuttavia il risultato è stato abbastanza soddisfacente, tanto che il video ufficiale di Mille, in soli cinque giorni, ha raggiunto 7 milioni di visualizzazioni su Youtube. Tuttavia, a qualcuno il video ufficiale non è piaciuto.

Sì, ovviamente parliamo del Codacons, acerrimo nemico di Fedez che lo tormenta da quando durante la prima pandemia ha denunciato una falla nel loro sito: «Scandaloso. Sul loro sito ufficiale avviano una campagna per supportare il Codacons contro il coronavirus. Ospedali, ricerca, qualcosa comunque di pragmatico. Ma se ci clicco sopra scopro che hanno fatto un banner sul coronavirus dove in realtà la donazione va direttamente al Codacons, che non si occupa di coronavirus», disse il cantante ai tempi. E loro se la sono segnata. Ma vediamo cos’è successo questa volta.

Il Codacons contro Fedez, ancora una volta

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Ieri leggiamo un nuovo comunicato stampa sul sito del Codacons, con titolo: «Fedez rischia multa fino a 5 milioni di euro: nuovo videoclip della canzone “Mille” mega-spot occulto alla Coca-Cola», tuttavia nella descrizione del videoclip leggiamo chiaro e tondo “Il filmato contiene marchi e prodotti per fini commerciali. Product Placement: Coca-Cola”, quindi qual è esattamente il problema? Leggiamo insieme il comunicato stampa per capire a cosa si sono attaccati, questa volta, i membri del Codacons.

«Fedez ci ricasca e, per l’ennesima volta, si rende protagonista di una pubblicità occulta a danno degli utenti, vietata dal nostro ordinamento e dalle disposizioni varate di recente dall’Antitrust in tema di videoclip musicali», scrivono. Quello a cui si riferiscono con “l’ennesima volta” sono i messaggi pubblicitari tramite la sua pagina Instagram e, addirittura, il cappellino della Nike che indossava quando è salito sul palco del Primo Maggio. Quando non si sa come attaccare qualcuno che non ha fatto nulla, si trovano le cose più assurde.

Partiamo dai messaggi pubblicitari su Instagram: forse il Codacons non sa che il mondo si è evoluto e, molti marchi, preferiscono le pubblicità sui social network, soprattutto su Instagram, rispetto a quelle in televisione. Gli ad su Instagram hanno lo stesso valore di quelli in televisione, solo che sono sui social. Gli influencer vengono pagati come vengono pagati anche gli attori che recitano e i risultati sono forse anche superiori rispetto a quelli televisivi. Riguardo al cappellino della Nike, ne abbiamo già parlato quando Matteo Salvini, davanti a tutte quelle frasi omofobe, ha voluto attaccarre il cappellino.

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Secondo il Codacons, il videoclip di Mille «è una vera e propria incitazione al consumo di Coca-cola, oltre che una pubblicità camuffata da brano musicale che viola le regole disposte dall’Antitrust», sottolineando che persino «il testo della canzone cita più volte la nota bevanda americana, e nel videoclip che accompagna il brano compare in continuazione il marchio “Coca-cola”, ben visibile agli occhi degli spettatori ma senza informare gli stessi circa l’inserimento di marchi a fini commerciali all’interno del video».

Come vi abbiamo detto prima, però, gli spettatori sono avvisati nella descrizione, proprio all’inizio della descrizione del video, dei marchi e prodotti a fine commerciale, ma secondo Codacons non basta, «poiché non immediatamente percepibile dagli utenti, a meno che gli stessi non vadano a cercarla tra i credits del video, e perché non compare in sovrimpressione all’inizio del videoclip, in modo da informare correttamente i consumatori».

«Ciò in violazione delle disposizioni dell’Antitrust che solo pochi mesi fa, sollecitata dal Codacons che aveva denunciato la presenza di pubblicità occulta all’interno di alcuni video musicali, ha disposto che nei videoclip debba essere reso palese l’inserimento di prodotti a fini commerciali, prevedendo segnali in sovrimpressione che avvisino circa la presenza di marchi a scopo promozionale, pena, in caso di inottemperanza, la sanzione pecuniaria da 10mila a 5 milioni di euro».

Il Codacons presenta quindi un esposto all’Antitrust e all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, «chiedendo di aprire un procedimento per pubblicità occulta vietata dal Codice del Consumo, e di vietare la diffusione del videoclip sulle reti televisive e sul web, e della canzone sulle radio nazionali, fino a che non sarà eliminato ogni riferimento alla Coca-Cola». Fedez ormai è abituato, ma Orietta Berti come l’avrà presa?

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