Claudio Anastasio si dimette: non son tutti fascisti, ma quanti lo sono?

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Ci dicono che non c’è apologia del fascismo, che non sono fascisti, e bla, bla, bla. Ma poi sempre di più finiscono in scandali. L’assessore all’Istruzione veneta che canta Faccetta Nera, le minacce per una lettera antifascista di una preside e adesso anche una chiarissima (non si è tentato neanche di nasconderla) citazione al discorso di Benito Mussolini per rivendicare l’omicidio Matteotti. Claudio Anastasio, presidente della società 3-I, società pubblica che gestisce i sistemi software di Inail, Inps e Istat, si è dimesso, e non poteva fare altrimenti. Dopo una mail con citazioni del genere, devi solo chiedere scusa e vergognarti.

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«Un manager, Claudio Anastasio, scelto dal governo Meloni scrive al Cda della sua azienda usando le stesse parole pronunciate da Mussolini per giustificare l’assassinio di Matteotti. Questa è la cifra della classe dirigente scelta dalla destra. È una vergogna», ha scritto su Twitter la senatrice Pd Simona Malpezzi. «L’uso della rivendicazione dell’omicidio Matteotti è vomitevole, il governo revochi subito nomina Anastasio alla guida della società pubblica 3-I» commentava il deputato del Pd, Claudio Mancini, prima che lo stesso Anastasio si dimettesse, chiedendo anche all’esecutivo di spiegare «perché è stato nominato e quali interessi muovono la lettera».

Antonio Misiani del PD aggiunge: «Le dimissioni erano un atto dovuto, dopo quello che era accaduto. Meglio aver chiuso subito questa vicenda. Per lo meno si è risparmiata agli italiani una giornata di inutili e imbarazzanti tira e molla». Il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli: «Le frasi di Anastasio rappresentano il modo di portare avanti quel revisionismo storico che la destra vorrebbe compiere». Nicola Frantoianni di Sinistra Italiana: «Questo signore non può certo continuare a rappresentare lo Stato italiano in una sua società: Giorgia Meloni lo faccia accompagnare alla porta».

Il chiacchierone Matteo Salvini non ha avuto la faccia di commentare minimamente, così come la collega Giorgia Meloni. Sarà che quando si parla di fascismo dei loro, preferiscono non spiegare. O meglio, il Presidente del Consiglio ha più volte detto di non avere dei fascisti nel proprio partito e soprattutto di non prendere voti dai fascisti, eppure escono sempre più spesso questi scandali e comunque lei non rilascia delle dichiarazioni oppure se ne dimentica. Ma quanti di voi ricordano Fratelli d’Italia e l’inchiesta di Fanpage a Milano?

Il fascismo latente di Claudio Anastasio

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Ai componenti del consiglio di amministrazione di 3-I è arrivata una mail: «Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, ed al cospetto di tutto il governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho alimentato nel mio ruolo». Non tutti hanno subito colto la citazione, ma poi…

Cercando su internet ci si è resi conti che Claudio Anastasio stava citando proprio Benito Mussolini, proprio quello che ha portato l’Italia alla guerra, quello delle leggi fascistissime, quello del razzismo, degli omicidi, del terrore. Quello del partito con l’ideologia che “oggi non esiste più“. Il discorso citato è proprio quello del 1925, ritenuto dagli storici l’atto costitutivo del fascismo come regime autoritario, come afferma anche Renzo De Felice, uno dei maggiori studiosi del fascismo Nella mail Anastasio sostituisce la parola fascismo” con 3-I:

«Il Governo è il mio Partito, è in piena efficienza. Signori, vi siete fatte delle illusioni! Voi avete creduto che 3-I fosse finita perché io la comprimevo, che il Partito fosse così in difetto perché io lo esponevo a confronto, e poi avevo anche la crudeltà di dirlo. Se io la centesima parte dell’energia che ho messo a comprimere 3-I la mettessi a scatenarlo, oh, vedreste allora… la bellezza per l’Italia. Ma non ci sarà bisogno di questo, perché il Governo è abbastanza forte per stroncare in pieno e definitivamente la mia sedizione».

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Anastasio ha inviato un’altra mail stamattina all’azienda pubblica che guidava, condivisa sempre da La Repubblica: «Comunico la volontà irrevocabile di rassegnare le mie dimissioni dall’incarico di componente del cda e presidente della società 3-I S.p.A. con effetto immediato. Ringrazio per l’opportunità e porgo alla società i migliori auguri di ogni successo. Claudio Anastasio».

Il senatore Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama, fa sapere che «alla vigilia di una serie di cruciali nomine governative negli enti pubblici suscita profonda inquietudine un caso come quello di Claudio Anastasio. La questione che si pone, e che non è eludibile, è se si intenda procedere all’occupazione di tutte le caselle di potere disponibili con leggerezza ed eccessi di disinvoltura, collocando in posizioni delicate personaggi improbabili e non all’altezza. La nostra vigilanza sarà massima».

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