Continuate a rendere famose delle persone classiste: il caso Chiara Nasti

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E dopo Imen Jane e Francesca Mapelli, un’altra influencer ha deciso di non utilizzare il proprio pubblico per lanciare messaggi corretti, bensì ha solo dimostrato di essere una classista. Ovviamente stiamo parlando di Chiara Nasti, e non chiedetemi chi sia, cosa abbia fatto per diventare famosa, chi o cosa l’abbia resa tale, perché non ne ho la più pallida idea. So solo che mi sono trovata davanti un suo commento non solo arrogante, ma anche molto, ma molto, classista.

Come ho scritto sopra, non ho idea di chi sia Chiara Nasti, quindi non farò un’introduzione su di lei in quanto non voglio neanche informarsi su un personaggio del genere, ma voglio solo fare una breve digressione su quello che accadde a Palermo con Imen Jane e Francesca Mapelli, mentre le due si trovavano in Sicilia per pulire le spiagge (letteralmente unica cosa buona fatta in quel viaggio). La disavventura, e non parlo della loro bensì della povera ragazza che cercava quasi conforto e invece si è trovata davanti due classiste, è iniziata a un lido…

«Qui Francesca Mapelli mentre racconta al proprietario del lido come ci sia rimasta male oggi quando una commessa non le ha saputo raccontare la storia del negozio. La ragazza ha risposto dicendo di non essere pagata abbastanza per informarsi. A quel punto Mape le ha detto che se si fosse informata abbastanza avrebbe potuto avere l’occasione di essere pagata tre volte tanto come guida turistica», leggemmo nella storia di Imen Jane, dove la “Mape” sembrava persino soddisfatta dell’umiliazione, con le due si davano il cinque, dall’alto della loro “superiorità”.

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Solo questo, dovrebbe bastare per dimostrare come a volte si tende a rendere famosi gli influencer sbagliati, ma non finisce neanche qui, perché prima di arrivare al lido, già nel taxi hanno avuto il coraggio di chiedergli quali radio si ascoltassero a Palermo, come se Palermo fosse fuori dall’Italia, ovviamente con la solita aria di superiorità. Il taxista ovviamente ha risposto con «le stesse che avete a Milano». Di influencer buoni ce ne sono diversi, ma spesso bisogna stare attenti a chi si dona il proprio follow. Ad esempio, a Chiara Nasti.

Il classismo di Chiara Nasti

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Tutto è partito da un bambino, il figlio di una sua amica, che ha mandato non molto educatamente a quel paese (ma in modo più scurrile, per intenderci), pubblicato nelle storie. Una followers, che per carità poteva farsi anche i fatti suoi ma alla fine libertà di parola, giusto?, risponde a un post pubblicato chiedendo chi fosse «quel bimbo maleducato nelle storie», domandandosi «come può far sorridere un bimbo di sei anni che dice vaff@nc…?», allegando un’emoji che piange. Diciamo un tipico commento di Instagram, una riflessione più che un attacco, ma Chiara Nasti è partita sulla difensiva.

«Ma maleducato perché??», chiede. Non so, Chiara, forse perché è un bambino e già dice le parolacce? Poi, parte una sorta di minaccia: «Io farei attenzione a parlare di chi non conosci perché se forse non lo sai quel bimbo sta molto bene economicamente, oltre a essere molto ma molto sveglio. Magari un giorno sarà il tuo datore di lavoro e dovrai solo ringraziarlo. Ma imparate a campare su». Primo punto: cosa? Secondo punto: chi deve imparare a campare? Forse i suoi followers che, dopo l’ennesimo commento inappropriato, dopo aver dimostrato ignoranza, continuano a seguirla. Solo loro hanno bisogno di “imparare a campare“.

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Nel commento di sono troppe cose che non vanno. In primis, una persona non deve temere delle ripercussioni perché quel bambino può essere il suo capo. Al massimo, dovrebbe farsi un esame di coscienza perché critica un bambino, ma di certo non deve stare zitta perché il bambino “sta economicamente molto bene” e “un giorno potrebbe essere il tuo datore di lavoro“. M’immagino il bambino, poi, fra vent’anni, che chiede a una signora di almeno quarant’anni: “non ti assumo, vent’anni fa mi hai chiamato maleducato su Instagram“. Oh santo cielo.

Il problema più grave, tuttavia, è il pensiero che il bambino possa diventare il datore di lavoro perché sta bene economicamente. Se non lo fosse non avrebbe possibilità nella vita? Sarebbe un signor nessuno? Solo nascere con i soldi porta ad avere un futuro e a un lavoro da boss? Per carità, ti aiuta e ti dà una grande spinta perché ti senti sempre coperto e non hai bisogno di borse di studio da mantenere o di altri lavori da fare durante lo studio, ma di certo chi nasce da una famiglia non ricca può diventare un capo tanto quanto chi nasce da una ricca.

Ovviamente, comunque, il web si è rivoltato, tanto da far finire “Chiara Nasti” in tendenza: «Quindi il giorno che non stesse bene economicamente lo possiamo prendere a ciabattate?», chiede ironicamente un utente su Twitter. «Questa fa paura. Riconduce tutto ai soldi e alla visibilità. Un vuoto a rendere umano», commenta un altro. E ancora: «Chiara Nasti è una disagiata che fa un commento squallido al giorno ma continua ad avere due milioni di follower. Mi sa proprio che il problema non è lei».

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