Valditara: “Stop ai cellulari in classe”, ma cosa cambia realmente?

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Niente. Non cambia davvero niente dalla circolare del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in cui dice «stop ai cellulari in classi», presentando delle “nuove” «indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari» in classe, ma in realtà non cambia poi così tanto. No, in realtà non cambia proprio nulla in quanto il ministero ha semplicemente ricordato le norme che già esistono, ovvero il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, senza però alcuna sanzione disciplinare. Ma va bene, facciamo pensare al Ministro di aver fatto qualcosa.

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Il ministro Valditara ha iniziato con il botto la sua carica da Ministro dell’Istruzione e del Merito. Pensiamo, ad esempio alla famosa circolare nella ricorrenza della caduta del muro di Berlino, in cui si legge che la caduta rasenta «il fallimento definitivo dell’utopia rivoluzionaria. E non può che essere, allora, una festa della nostra liberaldemocrazia». Riassumendo, quindi, va contro il comunismo e contro i «regimi tirannici spietati, capaci di raggiungere vette di violenza e brutalità fra le più alte che il genere umano sia riuscito a toccare». Inutile dire che il leghista non ha minimamente citato i regimi fascisti e nazisti.

Il colmo però lo ha raggiunto durante un evento di Milano, “Italia, Direzione Nord”, in cui ha parlato di umiliazione dal punto di vista costruttivo ed educativo. Ci sono letteralmente degli studi psicologici che testimoniano come umiliare un individuo dando una “lezione” di fronte a tutti per insegnargli qualcosa, serva solamente a causare dolori e traumi che restano per tutta la vita. Altro che istruttivi. Nell’intervento inizia attaccando il reddito di cittadinanza e quegli studenti che «preferiscono ricevere il reddito anziché studiare e formarsi per costruire un dignitoso progetto di vita».

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Poi passa alle terribili dichiarazioni (che poi ha ritratto dicendo di aver avuto un “lapsus”): «Quel ragazzo deve fare i lavori socialmente utili, perché soltanto lavorando per la collettività, per la comunità scolastica, umiliandosi anche, evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale per la crescita e per la costruzione della personalità, di fronte ai suoi compagni è lui lì che si prende la responsabilità dei propri atti e fa lavori per la collettività. La stigmatizzazione pubblica». Poi comunque ha deciso di muoversi anche dal punto di vista della dispersione scolastica, aggiungendo più lezioni d’orientamento.

A parte questo, intervenne già sul fronte dei cellulari, dicendo che sarebbe intervenuto con una cellulare e forse con «altre iniziative. Già una circolare del ministro Fioroni nel 2007 aveva vietato i cellulari nelle classi, 15 anni fa, autorizzando sanzioni, a cui non sono favorevole, nei confronti di chi li usava in classe. La ministra Fedeli invece approvò una sorta di decalogo che liberalizzava i cellulari ma poi non divenne operativa. A  parte quando il cellulare sia richiesto, in classe si va per studiare per imparare e concentrarsi, non per chattare». E ora, la circolare è arrivata.

Valditara e lo stop ai cellulari

Molte testate scrivono che “a scuola arriva il divieto di utilizzare il cellulare“, ma in realtà… Non se n’è mai andato. Il ministro Valditara ha semplicemente firmato una circolare in cui indica le regole per l’uso dei telefoni, che sono il ministro sono un «elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, a cui è prioritario restituire autorevolezza». Siamo d’accordo che i docenti meritino rispetto (e i casi in cui vengono umiliati dagli studenti sono troppo). Allo stesso modo, però, il ministro dovrebbe cominciare anche a preoccuparsi di rendere la scuola… per gli studenti.

Salute mentale, programmi di studio contemporanei, edifici che non cadono a pezzi e magari anche riscaldamento. Davvero il problema principale sono gli studenti che, annoiati, utilizzano il cellulare? Proviamo anche a rendere le lezioni interessanti, in modo che il cellulare lo dimentichino proprio. Poi, sia chiaro, ci sono casi e casi, e molti studenti sono, semplicemente, maleducati. Ma di sicuro il problema principale della scuola e dell’ignoranza dei giovani non sono i cellulari.

«L’interesse delle studentesse e degli studenti, che noi dobbiamo tutelare, è stare in classe per imparare, distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza. L’interesse comune che intendo perseguire è quello per una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno», dice ancora il ministro Valditara, come anche stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla circolare ministeriale n. 30 del 2007.

Parla poi di una «recente indagine conoscitiva della VII commissione del Senato ha anche evidenziato gli effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi. La scuola deve essere il luogo dove i talenti e la creatività dei giovani si esaltano, non vengono mortificati con un abuso reiterato dei telefonini. Con la circolare, non introduciamo sanzioni disciplinari, ci richiamiamo al senso di responsabilità. Invitiamo peraltro le scuole a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti e dei Patti di corresponsabilità educativa, per impedire nei fatti l’utilizzo improprio di questi dispositivi».

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Sottolinea, infine, che i cellulari e gli altri dispositivi potranno essere utilizzati su autorizzazione del docente e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della “cittadinanza digitale”.

All’ANSA, Attilio Fratta del sindacato Dirigentiscuola ha detto che questo non è uno scandalo, in quanto anche i docenti non devono utilizzare i cellulari in classe. «Conosco molti docenti che fanno utilizzare il cellulare a scopo didattico, giusto usarlo per questi fini, per altri motivi non si deve avere. Bisogna educare innanzitutto le famiglie, non si porta a scuola il cellulare; per qualsiasi emergenza ci sono le segreterie delle scuole». Fa poi l’esempio del liceo Marconi, dicendo che «le punizioni sono positive ma non vanno confuse con il concetto dell’umiliazione. L’uomo è un prodotto di cultura: si educa».

Il presidente del Codacons Carlo Rienzi fa notare che «il divieto di uso dei telefonini a scuola è già previsto da anni dalle disposizioni nazionali», ma mancano comunque delle sanzioni verso gli istituti che non si adegueranno alle disposizioni. «Il problema, semmai, è l’assenza di sanzioni verso gli istituti che non si adeguano alle disposizioni: in tal senso la circolare del Ministro rischia di servire a poco, e di non cambiare gli abusi che vengono commessi nelle aule italiane, dove i telefonini non solo rappresentano una fonte di distrazione, ma spesso sono utilizzati per atti di bullismo e per gravi violazioni della privacy».

Insomma, complimenti ministro Valditara per… non aver fatto letteralmente nulla.

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