Carta dei Valori europei firmata anche da Lega e FdI: Matteo Salvini e un’altra delle sue incoerenze

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Ieri abbiamo letto il tweet di Matteo Salvini in cui annuncia che la Lega ha deciso di firmare una Carta dei Valori con tutti, o quasi, i partiti no Europa, poi qualche ora dopo ha detto che la stessa Lega è «in sintonia con il Presidente Draghi», convinto europeista. È per caso questa l’ennesima testimonianza di come Matteo Salvini sia incoerente e ipocrita e che molte delle sue scelte siano fatte solo per continuare ad avere la poltrona? Ma analizziamo meglio la situazione, facendo un throwback a qualche mese fa.

Siamo ad aprile quando Matteo Salvini, Mateusz Moraviecki e Viktor Orbán decidono di incontrarsi per parlare di un’Europa rinascimentale. Sì, rispettivamente Primo Ministro della Polonia e dell’Ungheria, della Polonia con la “Carta della Famiglia” (eterosessuale) che vede la comunità LGBT come un’ideologia e fieramente antiabortista e dell’Ungheria che priva di ogni diritto la comunità LGBT, arrivando persino a vietare la vendita o la riproduzione di qualsiasi contenuto con personaggi o simboli LGBT. A Matteo Salvini di questa censura non preoccupa? O ci preoccupiamo solo quando la censura colpisce i razzisti e gli omofobi?

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Matteo Salvini con Mateusz Moraviecki e Viktor Orbán, che ieri hanno siglato la Carta dei Valori europei

Ai tempi non ci eravamo poi così stupiti di questa scelta di Matteo Salvini, in fin dei conti, cosa dobbiamo aspettarci da lui? Dal Matteo Salvini che per farsi ascoltare stringe un rosario e prega Gesù, un immigrato, affinché ci protegga da altri immigrati che cercano solo la pace. Il Matteo Salvini che è contro l’aborto, che un giorno è contro il governo il giorno dopo è con il governo. Il Matteo Salvini che vota contro il DDL Zan perché mina alla libertà di opinione, come se l’omofobia fosse un’opinione. Ma Matteo Salvini conosce bene la libertà di opinione, non era mica lui a bloccare sui social chiunque non la pensasse come lui.

Tuttavia, quando abbiamo sentito che ieri ben due partiti italiani hanno firmato questa Carta dei valori europei, «basata sulle tradizioni, il rispetto della cultura e della storia degli stati europei, sul rispetto dell’eredità giudaico-cristiana dell’Europa e sui valori comuni che uniscono le nostre nazioni, e non puntando alla loro distruzione», ci siamo fatti un po’ una risata, poiché né Matteo Salvini né Giorgia Meloni rasentano la famiglia tradizionale che tanto idolatrano da fedeli cristiani.

Siamo onesti: ai leader di Fratelli d’Italia e della Lega importa solo che la famiglia sia composta da un uomo e una donna e che ci siano dei bambini di mezzo (dei bambini che vanno assolutamente protetti dalla temibile ideologia LGBT, però non dai troppi preti pedofili). Se poi nella famiglia cristiana ci sono divorzi, figli fuori dal matrimonio o relazioni con persone 20 anni più giovani, non importa. Finché sono uomo e donna a divorziare, ad avere figli fuori dal matrimonio o relazioni con persone che nascevano quando uno dei due provava a laurearsi, va tutto bene.

Carta dei valori europei: chi l’ha firmata e cos’è

«La Lega ha firmato una Carta dei Valori per immaginare un futuro dell’Europa basato su libertà e identità anziché su burocrazia e omologazione. Il documento, sottoscritto da partiti che fanno parte di tre gruppi politici diversi nel Parlamento Ue, è un altro passo per costruire un’alleanza solida, allargata e alternativa alla sinistra illiberale delle tasse, dell’immigrazione selvaggia.», ha scritto Matteo Salvini su Twitter. Tuttavia già dopo questi tweet alcuni suoi followers gli hanno fatto notare l’incoerenza di quando si diceva no Euro. Ma questa è un’altra storia.

La Carta dei Valori altro non è che un manifesto dei partiti sovranisti europei, è un «appello per il futuro dell’Europa». Giorgia Meloni l’ha sintetizzata così:

«Si è aperta da alcuni giorni la Conferenza sul Futuro dell’Europa. È un appuntamento fortemente voluto dalle forze che si autoproclamano “europeiste” per spingere verso una sempre maggiore cessione di sovranità dagli Stati nazionali a un super-Stato burocratico europeo sostanzialmente privo di rappresentanza democratica.

Per legittimare questa proposta politica come l’unica via possibile per riformare l’Europa, vengono chiamati a raccolta presunti rappresentanti dei cittadini e della società civile, scelti non si sa bene da chi e non si bene in base a quali criteri.

Tutti uniti nel sostenere una sorta di “pensiero unico” centralista che punta a minare definitivamente i principi di sussidiarietà e di pluralismo solennemente sanciti dai Trattati, a sostituire il principio del consenso e della leale cooperazione tra gli Stati membri con la dittatura della maggioranza che si impone sulle specificità nazionali, a imporre un’agenda globalista e politicamente corretta che attacca tutto ciò che ci caratterizza e ci definisce come esseri umani e come popoli: identità, famiglia, confini, libertà educativa, merito, responsabilità».

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Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Lega e FdI), unici in Italia a firmare la Carta dei Valori europei

A firmare la Carta dei valori sono stati partiti neofascisti, antiabortisti e contrari ai diritti LGBT: Lega, Fratelli d’Italia (Italia), Rassemblement National (Francia), FPÖ (Austria), Vlaams Belang (Belgio), DPP (Danimarca), Ekre (Estonia), PS (Finlandia), PiS (Polonia), VoX (Spagna, JA21 (Paesi Bassi), EL (Grecia), PNT-CD (Romania), LLRA-KSS (Lituania), VMRO (Bulgaria) e Fidesz (Ungheria). Insomma, tutti partiti di estrema destra che mirano a togliere i diritti di qualcuno e lo fanno alla luce del sole e con il sostegno di fin troppe persone.

A proposito di estrema destra, in un’intervista con il Financial Times in cui ha parlato anche della Carta dei Valori, al leader della Lega è stato chiesto perché in Italia il suo partito sia visto come centro-destra, mentre all’estero come estrema destra: «È un’etichetta errata perché gli italiani non sono un popolo di estremisti, tanto meno di razzisti. Governiamo gran parte del Paese e non voterebbero per noi se fossimo estremisti. C’è molta pigrizia da parte della stampa estera, perché sul fronte economico siamo assolutamente liberali». E dal punto di vista umano?

In ogni caso, riguardo il testo della Carta dei Valori e le ideologie del leghista, ci domandiamo solamente in che modo una persona, come Matteo Salvini, possa sostenere sia quel testo di estrema destra che Mario Draghi. «È chiaro che l’Europa sta cambiando in meglio dotandosi di nuovi strumenti e nuove regole, e noi dobbiamo accompagnarla», ha detto il capitano al Financial Times. Poco dopo ha anche affermato di aspirare ad avere relazioni buone con Biden. Ma non era lui ad andare in giro con la mascherina Vote Trump? Ah, Matteo Salvini, non deludi mai.

Il testo della Carta dei Valori

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Matteo Salvini e Viktor Orbán (Ungheria), firmatari della Carta dei Valori europei

Nel dibattito sul futuro dell’Europa, iniziato di recente non deve mancare la voce dei partiti interessati alla libertà delle nazioni e al sentimento dei popoli europei, che rappresentano cittadini legati da una tradizione europea. La turbolenta storia dell’Europa, soprattutto nel secolo scorso, è caratterizzata da molte avversità. Nazioni che difendevano la propria sovranità ed integrità territoriale dagli aggressori hanno sofferto oltre l’umana immaginazione. Dopo la seconda guerra mondiale, alcuni Paesi europei hanno dovuto lottare con il dominio del totalitarismo sovietico per decenni, prima di riconquistare l’indipendenza.

Questa indipendenza, il legame atlantico dell’Unione Europea e il Trattato Nord Atlantico, così come la pace tra le nazioni cooperanti, sono grandi conquiste per un numero significativo di europei, avendo dato loro un senso di sicurezza permanente e creato condizioni ottimali per lo sviluppo. Il processo d’integrazione ha fatto molto per creare strutture durature di cooperazione e per mantenere la pace, la comprensione reciproca e le buone relazioni tra stati.

Questo lavoro deve essere mantenuto come un valore di importanza epocale. Tuttavia la serie di crisi che hanno scosso l’Europa negli ultimi dieci anni hanno dimostrato che la cooperazione europea sta vacillando, soprattutto perché le nazioni si sentono lentamente spogliate del loro diritto ad esercitare i loro legittimi poteri sovrani.

L’uso delle strutture politiche e delle leggi per creare un superstato europeo e nuove forme di struttura sociale è una manifestazione della pericolosa e invasiva ingegneria sociale del passato, situazione che deve indurre ad una legittima resistenza. L’iperattivismo moralista che abbiamo visto negli ultimi anni nelle istituzioni dell’UE ha portato allo sviluppo di una pericolosa tendenza ad imporre un monopolio ideologico. Siamo convinti che la cooperazione delle nazioni europee dovrebbe essere basata sulle tradizioni, il rispetto della cultura e della storia degli stati europei, sul rispetto dell’eredità giudaico-cristiana dell’Europa e sui valori comuni che uniscono le nostre nazioni, e non puntando alla loro distruzione.

Riaffermiamo la nostra convinzione che la famiglia è l’unità fondamentale delle nostre nazioni. In un momento in cui l’Europa sta affrontando una grave crisi demografica con bassi tassi di natalità e invecchiamento della popolazione, la politica a favore della famiglia dovrebbe essere la risposta rispetto all’immigrazione di massa. Siamo convinti che la sovranità in Europa sia e debba rimanere in capo alle nazioni europee. L’Unione europea è stata creata da queste nazioni per raggiungere obiettivi che possono essere raggiunti più efficacemente dall’Unione rispetto ai singoli Stati membri.

Tuttavia, i limiti delle competenze dell’Unione sono fissati dal principio di attribuzione- tutte le competenze non conferite all’Unione appartengono agli Stati membri, nel rispetto del principio di sussidiarietà. Attraverso una costante reinterpretazione dei trattati da parte delle istituzioni dell’Unione europea negli ultimi decenni, queste delimitazioni si sono spostate significativamente a svantaggio degli stati. Tutto ciò è incoerente con i valori fondamentali dell’Unione e sta portando a un calo della fiducia delle nazioni europee e dei loro cittadini nei confronti di queste istituzioni.

Per fermare e invertire questa tendenza è necessario creare, oltre al principio di attribuzione esistente, un insieme di competenze inviolabili degli Stati membri dell’Unione europea, e un meccanismo appropriato per la loro protezione, con la partecipazione delle corti costituzionali nazionali o di organismi equivalenti. Tutti i tentativi di trasformare le istituzioni europee in organismi che prevalgono sulle istituzioni costituzionali nazionali creano confusione, minano il senso dei trattati, mettono in discussione il ruolo fondamentale delle costituzioni degli Stati membri, e le controversie sulle competenze che ne derivano sono di fatto risolte con la violenta imposizione della volontà di entità politicamente più forti su quelle più deboli.

Tutto ciò distrugge le basi per il funzionamento della comunità europea come comunità di nazioni libere. Noi crediamo che il consenso debba rimanere il mezzo fondamentale per raggiungere una posizione comune nell’Unione. I recenti tentativi di aggirare questa procedura o le idee sulla sua abolizione minacciano di escludere alcuni paesi dall’influenza sul processo decisionale e di trasformare l’Unione in una forma speciale di oligarchia. Questo potrebbe portare all’annullamento di fatto degli organi costituzionali nazionali, compresi i governi e i parlamenti, ridotti alla funzione di approvare decisioni già prese da altri. Nei Paesi membri c’è ancora una forte volontà di cooperazione, e uno spirito di comunità e amicizia pervade le nazioni e le società del nostro continente.

È il nostro grande capitale. Un’Unione riformata potrà utilizzare questo capitale, mentre un’Unione che rifiuterà di riformarsi lo sprecherà. Per questo oggi ci rivolgiamo a tutti i partiti e gruppi che condividono le nostre opinioni, con questo documento come base per un lavoro culturale e politico comune, rispettando il ruolo degli attuali gruppi politici. Riformiamo insieme l’Unione per il futuro dell’Europa!».

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