Prezzi benzina in aumento: la denuncia del Codacons

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«Sull’impennata dei prezzi di benzina e gasolio non pesano solo le accise, il cui taglio non è stato prorogato dal governo, ma incombe anche l’ombra di speculazioni sui listini», afferma il Codacons in un comunicato stampa, annunciando un esposto alla Guardia di finanza e alle Procure della Repubblica di tutta Italia affinché accendano un faro sull’andamento dei prezzi alla pompa. D’altronde, questo governo per tutta la campagna elettorale, da anni, si lamenta delle accise e ha promesso di eliminarle, mentre adesso siamo arrivati al punto che hanno persino tolto quel bonus che aveva aggiunto il governo Draghi per andar incontro ai cittadini.

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«Il prezzo dei carburanti sopra i 2 euro? Oggi è solo speculazione», ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, intervistato da “La Stampa” che quindi difende la scelta di azzerare il taglio delle accise sulla benzina che è stato in vigore fino al 31 dicembre 2022 per concentrare le risorse sugli aiuti contro il caro bollette. Tuttavia, promette che «se i rialzi dovessero essere strutturali il governo è pronto intervenire di nuovo».

Ha fatto anche sapere che per la Legge di Bilancio hanno «fatto un esame delle priorità e in questo ragionamento abbiamo deciso di intervenire stanziando 21 miliardi di euro contro il caro bollette. Con i livelli attuali di prezzo del gas e del petrolio, io credo che un eventuale sforamento dei 2 euro sarebbe solo speculazione. E comunque, se il prezzo dei carburanti dovesse tornare a crescere in modo stabile e significativo, il governo è pronto a intervenire», ma il Codacons così come l’opposizione non si accontentano.

Raffaela Paita, presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato (e fa già ridere considerarli opposizione), ritiene che il ministro «Pichetto Fratin per giustificare l’aumento del prezzo della benzina tira in ballo la speculazione. Ovviamente contrastiamola ma la questione è molto più semplice: il governo Draghi ha tagliato le accise di 30 centesimi, il governo Meloni ha azzerato il taglio. Il contrario di quello che la premier aveva promesso in campagna elettorale».

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Stefano Viccari del PD, invece: «Mentre ripristinano le accise sulle benzine e fanno cassa sui cittadini (ricordate? Quelle che Salvini e Meloni promisero di togliere) rimuovono dirigenti nella pubblica amministrazione per mettere fedelissimi. L’occupazione del potere è la loro priorità, non certo il Paese». Dal Movimento 5 Stelle parla il vicepresidente alla Camera, Agostino Santillo, secondo cui «ci troviamo di fronte a un governo che toglie ai poveri e ingrassa i ricchi. Un paradosso incredibile, se pensiamo all’ipocrisia dei proclami della Meloni prima di arrivare al governo, che solo nel 2019 attaccava la maggioranza invocando il taglio delle accise sul carburante».

Anche il Codacons denuncia il caro benzina

Ma non solo l’opposizione, anche il Codacons qualche giorno fa ha denunciato in un comunicato stampa come «la benzina in modalità self ha già superato quota 1,8 al litro, mentre il gasolio in modalità servito ha sfondato la soglia dei 2 euro al litro. Tutto ciò mentre le quotazioni internazionali del petrolio sono in ribasso e non giustificano in alcun modo l’andamento dei prezzi alla pompa, al netto del rialzo delle accise», dice il presidente Carlo Rienzi.

E proprio questo questo motivo hanno presentato «un esposto alle procure della Repubblica di tutta Italia e alla Guardia di finanza chiedendo di aprire un’indagine per la possibile fattispecie di aggiotaggio e di sequestrare le bolle di acquisto dei carburanti direttamente presso le società petrolifere, per verificare le motivazioni di tali aumenti alla pompa». Ricordano anche che «solo per effetto della mancata proroga al taglio delle accise la maggiore spesa per i rifornimenti raggiungerà nel 2023 un totale di +366 euro a famiglia, a cui vanno aggiunti gli effetti indiretti in termini di rincari a cascata sui listini dei prodotti trasportati e sulle tariffe di una moltitudine di servizi».

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Ieri poi, in un altro comunicato stampa, sono tornati a parlare della questione, prendendo l’esempio della Sardegna dove il Diesel costa 2,229/litro e di Ischia dove costa 2,104/litro. «In base agli ultimi dati disponibili, sull’isola di Vulcano il gasolio ha raggiunto quota 2,349 euro al litro in modalità servito, 2,239 euro/litro la benzina. A La Maddalena, in Sardegna, la benzina sale a 2,087 euro al litro, 2,229 euro il gasolio. A Ischia un litro di verde costa oggi 2,054 euro, il diesel vola a 2,104 euro.

Proibitivi i prezzi in autostrada, dove in modalità servito la benzina arriva a costare 2,392 euro/litro sulla A1 Roma-Milano, e il gasolio viaggia verso 2,5 euro al litro (2,479 euro); sulla Autostrada A4 Brescia-Padova benzina a 2,384 euro/litro, diesel 2,449 euro/litro», scrivono nel comunicato in base ai dati di un monitoraggio.

Il presidente Carlo Rienzi infine commenta: «I prezzi dei carburanti sembrano fuori controllo, e dopo lo stop al taglio delle accise si assiste a forti incrementi dei listini alla pompa in tutto il territorio, la cui entità non sembra in alcun modo giustificata dall’andamento delle quotazioni petrolifere. Per tale motivo abbiamo presentato un esposto a 104 Procure di tutta Italia e alla Guardia di Finanza, chiedendo di indagare sui prezzi di benzina e gasolio allo scopo di accertare eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati dei listini». Cos’ha intenzione di fare il “governo del popolo“?

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