Famiglia di 5 persone nel Texas condannata per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio

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Ai tempi non si parlava d’altro: l’assalto a Capitol Hill, dove persino dei familiari hanno cominciato ad accusare i propri stessi parenti per aver partecipato a una rivolta aizzata da un complottista Donald Trump, è stato uno dei primi momenti bui del 2021. Celebre fu il caso di Jake Angeli, che poi, dopo non esser stato protetto da Trump che chiaramente ha pensato solo a se stesso, ha cominciato a parlare, ma insieme a lui c’erano tantissime altre persone. E fra loro, una famiglia di ben cinque membri, che evidentemente condividono la passione per gli attacchi.

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La famiglia Munn al Campidoglio degli Stati Uniti, 6 gennaio 2021.

Per chi non ricordasse cos’è successo esattamente un anno fa, facciamo un brevissimo riassunto. «Domani parlerò al RADUNO SAVE AMERICA sull’Ellipse alle 11:00 di mattina. Arrivate presto: le porte aprono alle 7:00. GRANDI FOLLE!», scrisse Donald Trump su Twitter. E la rivolta è partita proprio da questo tweet.«Non ci arrenderemo mai, non concederemo mai» la vittoria, ha detto Donald Trump nel discorso che aveva annunciato sul suo profilo Twitter e che è stato messo in atto il 6 gennaio 2021, quando il Senato avrebbe dovuto finalmente ufficializzare tutti i voti dei grandi elettori per stabilire una volta per tutte la vittoria di Joe Biden contro Donald Trump.

La CNN fece sapere che erano stati uditi degli spari, ma a essere feriti non furono i rivoltosi, bensì i poliziotti. Il vice-Presidente Mike Pence fu fatto uscire dall’edificio tramite alcuni tunnel sotterranei e la seduta fu quindi sospesa. Visto che abbiamo citato Mike Pence, parliamo anche di lui. Donald Trump aveva detto che, se il suo collega avrebbe fatto la cosa giusta, loro avrebbero vinto le elezioni. Tuttavia, poco dopo, su Twitter scrive questo:

Mike Pence non ha avuto il coraggio di fare quello che sarebbe dovuto essere fatto per proteggere il nostro Paese e la nostra Costituzione, dando agli Stati la possibilità di certificare una serie di fatti corretti, non quelli fraudolenti o inesatti che era stato chiesto di certificare in precedenza. Gli USA vogliono la verità!

Donald Trump su Twitter

Per vedere le foto e i video della rivolta (che sono il miglior modo per descriverla), potete cliccare questo nostro vecchio articolo, mentre se siete interessati a tutta la vicenda, potrebbero interessarvi: Le rivolte per Donald Trump: manifestazione o terrorismo?Facebook banna Donald Trump fino alla fine del suo mandato, Twitter per 12 oreRivolta di Trump: quali sono state le conseguenze?Melania Trump condanna le rivolte a Capitol HillApprovata la proceduta di impeachment contro TrumpJack lo sciamano tradito da Trump: adesso testimonierà contro di lui.

Famiglia di cinque persone arrestate per l’assalto a Capitol Hill

Cinque membri di una famiglia del Texas sono stati condannati mercoledì per il loro ruolo nell’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti  il ​​6 gennaio 2021, durante l’ufficializzazione del ruolo di Joe Biden come presidente degli Stati Uniti d’America. Il giudice distrettuale, capo del distretto di Columbia, Beryl Howell ha condannato Dawn e Thomas Munn a 14 giorni di reclusione, tre mesi di reclusione in casa e tre anni di libertà vigilata per il loro ruolo che ha portato quattro dei loro otto figli a Capitol Hill il ​​6 gennaio. Tre dei loro i figli adulti sono stati condannati alla libertà vigilata, con la figlia maggiore, Kristi, che ha ricevuto anche un breve periodo di reclusione domiciliare. 

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Screenshot che mostra Kristi Munn in Campidoglio, 6 gennaio 2021.

La famiglia Munn texana, di Borger, racconta CBS News, si era dichiarata colpevole di un’accusa di reato minore, riconoscendo di aver trascorso quasi un’ora all’interno del Campidoglio il 6 gennaio 2021 che ha coinvolto tantissime persone, compreso il tempo in una sala conferenze privata del Senato. I membri della famiglia sono stati anche accusati di vantarsi del proprio ruolo durante l’assalto o di aver travisato l’entità e la portata dell’attacco e del danno. Uno dei cinque è stato accusato di incolpare la polizia. Durante la sentenza di mercoledì, Howell ha definito la violazione del Campidoglio degli Stati Uniti una «violazione catastrofica» della sicurezza e ha affermato che la famiglia Munn «ha partecipato alla folla che ha fermato il processo democratico».

Ha aggiunto che Thomas Munn «avrebbe dovuto saperlo meglio prima di condurre la famiglia in una situazione caotica», e che alcuni membri della famiglia Mann hanno pubblicato post sui social media che «hanno contribuito alla disinformazione sul 6 gennaio». Dice ancora che il viaggio della famiglia «è andato così lontano dai binari, ci sono cinque membri della famiglia in piedi davanti a un giudice federale al momento della condanna». In più, la più giovane dei membri della famiglia accusati, Kayli, durante il suo colloquio con l’FBI ha parlato di un «uomo nero» affermando di aver visto antifa al Campidoglio a gennaio dello scorso anno.

E nonostante ciò, nonostante la condanna, nonostante quello che il complottismo di Donald Trump ha fatto loro, Dawn Munn ha affermato di continuare ad avere dei dubbi sulla legittimità e sulla “sicurezza” delle elezioni del 2020. Ha detto che «il paese è stato diviso tra valori conservatori e non conservatori». Il marito, dice di essersi «sentito sopraffatto». «Non sono mai stato interessato alla politica prima. Ho solo continuato a guardare cosa stava succedendo al telegiornale», ha confessato. In dichiarazioni individuali, probabilmente cercando perdono, le figlie Kristi e Kayli hanno affermato che i genitori le hanno cresciute «per fare del bene», perciò hanno riconosciuto che non avrebbero dovuto partecipare all’assalto di Capitol Hill. 

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Screenshot che mostra la famiglia Munn al Campidoglio degli Stati Uniti, 6 gennaio 2021.

Con le due figlie, c’era anche un terzo figlio, di età inferiore ai 18 anni, e un quarto di 25 anni. Nei documenti in tribunale prima dell’udienza di condanna, Dawn Munn ha fatto sapere che un assegno di stimolo federale li ha aiutati a pagare il viaggio. «Avevamo un’idea nella nostra testa che stavamo combattendo un mostro», ha detto la ventenne Kayli Munn, senza spiegare però chi il mostro fosse.

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