Cambiamento climatico, ultimatum dall’ONU: «il peggio deve ancora venire»

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«Il peggio deve ancora venire e a pagarne il prezzo saranno i nostri figli e nipoti, più che noi stessi», queste le parole che leggiamo sul rapporto sul clima del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc) delle Nazioni Unite presentato oggi e che ci fa comprendere che la situazione è più grave del previsto e soprattutto di quello che pensiamo. Gli scienziati comunque hanno in mente un piano per riportare il sistema all’equilibrio dimezzando le emissioni di gas serra entro il 2030 e portarle a zero entro il 2050. Tuttavia, se non dovessero riuscirci, nel 2030 potremmo arrivare a 1,5 gradi e nel 2.100 fino a 4.

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Fonte: Pinterest

Questo rapporto è stato realizzato in toni davvero drammatici con la collaborazione di 234 scienziati di 195 Paesi diversi. Il loro non è solo un ultimatum, un’ultima richiesta d’aiuto agli esseri umani che hanno distrutto il paese che ci ospita, è soprattutto una presa di coscienza su cosa l’attività umana ha prodotto dei danni irreparabili sul nostro clima, come l’innalzamento dei livelli del mare, che potrebbe continuare a salire per i prossimi secoli o millenni.

«Credo sarà uno dei più importanti rapporti scientifici mai pubblicati» ha scritto sui social la climatologa Corinne Le Quèrè, che non ha partecipato alla stesura del documento. L’obiettivo dell’Arccordo di Parigi è di limitare il riscaldamento globale a +1,5 C rispetto all’era preindustriale, soprattutto perché potrebbero esserci anche delle conseguenze sulla vita delle persone. Il co-presidente del Gruppo di Lavoro I dell’IPCC, Panmao Zhai, ha affermato: «i cambiamenti climatici stanno già influenzando ogni regione della terra, in molteplici modi. I cambiamenti che stiamo vivendo aumenteranno con un ulteriore incremento del riscaldamento».

Cambiamento climatico: la situazione è tragica

Nell’ultimo rapporto sul clima “Cambiamento climatico 2021 – Le basi fisico-scientifiche”, secondo il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres «deve suonare una campana a morto per il carbone e i combustibili fossili, prima che distruggano il nostro pianeta». Infatti, se non riusciremo a cambiare al più presto la situazione, l’obiettivo di un riscaldamento globale non superiore ai 1,5 gradi Celsius «sarà rapidamente fuori portata».

Aggiunge poi Guterres: «L’odierno Rapporto è un codice rosso per l’umanità. I campanelli d’allarme sono assordanti e le prove sono inconfutabili: le emissioni di gas serra dovute alla combustione di combustibili fossili e alla deforestazione stanno soffocando il nostro pianeta e mettendo a rischio immediato miliardi di persone». Gli studiosi hanno anche confermato che il cambiamento climatico riguarda ogni regione della Terra e, nonostante durante il lockdown ci sia stata la riduzione globale del 7% dell’anidride carbonica, «non c’è stato alcun effetto apprezzabile sulla temperatura della Terra» (ANSA).

Riscaldamento più veloce

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Su unric leggiamo che «la relazione fornisce nuove stime delle possibilità di superare il livello di riscaldamento globale dell’1,5 p.m.C nei prossimi decenni e rileva che, a meno che non vi siano riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas a effetto serra, limitare il riscaldamento a circa 1,5 C o anche 2 C sarà fuori portata», in più «mostra che le emissioni di gas a effetto serra provenienti dalle attività umane sono responsabili di circa 1,1 C di riscaldamento dal 1850-1900, e trova che in media nei prossimi 20 anni, la temperatura globale dovrebbe raggiungere o superare 1,5 C di riscaldamento».

A riguardo, il copresidente del gruppo di lavoro I dell’IPCC, Valérie Masson-Delmotte, ha detto, «questo rapporto è una verifica della realtà. Ora abbiamo un quadro molto più chiaro del clima passato, presente e futuro, che è essenziale per capire dove siamo diretti, cosa possiamo fare e come possiamo prepararci».

Riguarda tutte le regioni

«Molte caratteristiche del cambiamento climatico dipendono direttamente dal livello di riscaldamento globale, ma ciò che le persone sperimentano è spesso molto diverso dalla media globale. Ad esempio, il riscaldamento terrestre è maggiore della media mondiale, ed è più del doppio dell’Artico», scrivono le Nazioni Unite, parole confermate poi da Panmao Zhai. Le conseguenze saranno tante e potrebbero essere anche irreversibili. Ad esempio:

  • «Il cambiamento climatico sta intensificando il ciclo dell’acqua. Ciò comporta precipitazioni più intense e inondazioni associate, nonché siccità più intensa in molte regioni.
  • Il cambiamento climatico sta influenzando le precipitazioni. Alle alte latitudini è probabile che le precipitazioni aumentino, mentre si prevede che diminuiranno su gran parte dei subtropici. Sono previste modifiche alle precipitazioni monsoniche, che varieranno per regione.
  • Le zone costiere vedranno un continuo innalzamento del livello del mare nel corso del XXI secolo, contribuendo a inondazioni costiere più frequenti e gravi nelle zone basse e all’erosione costiera. Eventi estremi al livello del mare che si sono verificati una volta in 100 anni potrebbero verificarsi ogni anno entro la fine di questo secolo.
  • Un ulteriore riscaldamento amplificherà lo scongelamento del permafrost e la perdita della copertura nevosa stagionale, lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte glaciali e la perdita del ghiaccio marino artico estivo.
  • I cambiamenti negli oceani, tra cui il riscaldamento, le ondate di calore marine più frequenti, l’acidificazione degli oceani e la riduzione dei livelli di ossigeno sono stati chiaramente collegati all’influenza umana. Questi cambiamenti riguardano sia gli ecosistemi oceanici che le persone che dipendono da essi, e continueranno almeno per il resto di questo secolo.
  • Per le città, alcuni aspetti del cambiamento climatico possono essere amplificati, tra cui il calore (poiché le aree urbane sono di solito più calde rispetto ai loro dintorni), le inondazioni dovute a forti precipitazioni e l’innalzamento del livello del mare nelle città costiere.»

Influenza umana

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Masson-Delmotte ha affermato «è stato chiaro per decenni che il clima della Terra sta cambiando, e il ruolo dell’influenza umana sul sistema climatico è indiscusso». Le Nazioni Unite aggiungono: «La relazione mostra anche che le azioni umane hanno ancora il potenziale per determinare il futuro corso del clima. È evidente che l’anidride carbonica (CO2) è il motore principale del cambiamento climatico, anche se altri gas a effetto serra e inquinanti atmosferici influenzano anche il clima.»

Infine, Zhai: «Stabilizzare il clima richiederà forti, rapide e durature riduzioni delle emissioni di gas serra e raggiungere emissioni nette di CO2 pari a zero. Limitare altri gas serra e inquinanti atmosferici, in particolare il metano, potrebbe avere benefici sia per la salute che per il clima».

Le opinioni online

Ovviamente non manca neanche l’opinione di Greta Thunberg, che da anni si batte per questa causa: «Il nuovo rapporto dell’Ipcc non contiene vere sorprese. Conferma ciò che già sappiamo da migliaia di studi e rapporti precedenti: che siamo in una situazione di emergenza», aggiungendo: «è un solido (ma cauto) riassunto della migliore scienza attualmente disponibile. Non ci dice cosa fare. Sta a noi essere coraggiosi e prendere decisioni basate sulle prove scientifiche fornite in questi rapporti. Possiamo ancora evitare le peggiori conseguenze, ma non se continuiamo come oggi, e non senza trattare la crisi come una crisi». Anche il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, scrive su Facebook:

«Sul clima, dall’ultimo rapporto ONU emerge un quadro allarmante. La velocità alla quale è cresciuta la temperatura della Terra negli ultimi 50 anni non è paragonabile a quella degli ultimi 2mila anni. Così la prospettiva è anche l’aumento di eventi catastrofici come inondazioni e nubifragi. È un tema che riguarda tutti noi e ogni aspetto della nostra vita. Bisogna dare una risposta efficace, senza perdere tempo.

Per questo abbiamo deciso di dotare il nostro Paese di una figura strategica in questo campo, cioè l’Inviato speciale per il cambiamento climatico, come già fatto da USA, Regno Unito, Francia e Germania. Si tratta della persona incaricata di seguire i negoziati e di rappresentare l’Italia a tutti i tavoli internazionali. Il prossimo passo ora è la sua nomina, che avverrà a settembre. Agiamo subito, in ballo c’è il futuro del Pianeta e dei nostri figli.»

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