Tragedia a Brescia: 15enne uccisa per sbaglio dal fratello più piccolo

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Terribile tragedia nel Bresciano, a San Felice del Benaco, dove un uomo di 57 anni, un padre con un passato da assessore ai Servizi Social, ha assistito all’omicidio della figlia 15enne, Viola, per mano del figlio di 13 anni, che l’ha uccisa a causa di colpo partito per sbaglio. Roberto Balzaretti stava mostrando ai figli l’arma da caccia legalmente detenuta, quando il figlio per gioco la punta verso la sorella e fa partire un colpo. Non c’è stato nulla da fare per la piccola.

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Fonte: Pexels

Siamo abituati a sentire queste notizie dall’America, in cui comprare un’arma da fuoco è facile tanto quanto comprare un pacco di patatine. Sentiamo parlare di school shooting, di ragazzini che uccidono dei coetanei, e rimaniamo sconvolti ma allo stesso tempo ci sentiamo al sicuro, perché in Italia queste cose non succedono. Poi leggiamo la storia della piccola Viola, uccisa per sbaglio dal fratellino che non avrebbe mai e poi mai dovuto avere in mano un arma da fuoco, e ci rendiamo conto che queste cose avvengono anche a casa nostra.

La storia di come la piccola Viola è stata uccisa dal fratellino

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Fonte: Il Giorno

È successo ieri e ha sconvolto tutta Italia. Sembrava una tragedia, un’incidente terribile che ha messo fine alla vita di una ragazzina, ma la seconda versione della storia è ancora più sconvolgente. Infatti, inizialmente si pensava che fosse stato il padre a uccidere, per errore, la figlia, mentre puliva il fucile e un colpo era partito inavvertitamente. Si pensava che la stesse mostrando (oppure pulendo, è ancora da chiarire questo dettagli) ai figli e ai parenti e poi un colpo avrebbe colpito Viola, uccidendola sul colpo. Già così, ci sembrava una tragedia.

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Fonte: Today.it

«È senza dubbio un incidente. Un drammatico incidente», hanno detto gli inquirenti. Tuttavia, poi, oggi c’è stata una svolta davvero terribile nella ricerca della verità sull’omicidio della giovane Viola. A quanto pare, quando il colpo che l’ha uccisa è partito, il fucile non era nelle mani del padre, bensì del fratello di 13 anni. Questa svolta è emerse la scorsa notte durante l’interrogatorio del padre ascoltato dal pubblico ministero di Brescia Carlo Milanesi. Probabilmente Roberto Balzaretti inizialmente stava cercando di proteggere il figlio.

Da quanto emerge padre e figlio stavano mostrando il fucile alla ragazza, quando il figlio minore ha premuto il grilletto uccidendo la sorella con un colpo in pieno petto. Il ragazzino non è imputabile, ma resterà segnato a vita da questa tragedia e non possiamo neanche immaginare quello che starà provando in questo momento. Il padre, che mai e poi mai avrebbe dovuto dare nelle mani di un ragazzino un arma da fuoco carica, è indagato per omessa custodia delle armi e per aver messo nelle mani del figlio il fucile da caccia.

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