BeQueer in fiamme: incendio doloso alla discoteca LGBTQ di Ponte San Giovanni

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Il Lido Tevere con il suo BeQueer organizzato insieme a Omphalos è stato (e sarà!) per più di quindici anni un posto sicuro per la comunità LGBTQ+ umbra, un luogo dove essere se stessi dimenticandosi di vivere nella stessa regione in cui è nato uno dei più popolari omofobi dell’Italia contemporanea, Simone Pillon, che ovviamente non ha speso neanche uno dei suoi tanti post per un “mi dispiace” all’associazione che ha diffamato (e non per dire, letteralmente). Adesso, a causa dell’incendio, salterà tutta la stagione e il locale potrebbe riaprire solo dopo quest’estate.

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«Il BeQueer, organizzato da Omphalos LGBTI e Lido Village di Ponte San Giovanni, offre dal 2007 uno spazio sicuro per tutta la comunità LGBTQIA+ (lesbica, gay, bisessuale, trans, queer, intersex, asessuale e altre minoranze sessuali) dove poter ballare, divertirsi, socializzare e al tempo stesso sostenere le attività e le battaglie di un’intera comunità», leggiamo sul sito ufficiale. In altre parole, il BeQueer è uno spazio dove essere se stessi senza preoccuparsi di discriminazioni, violenze e prevaricazioni. «È uno spazio sicuro per tutt* le identità fuori norma, e così vogliamo rimanga».

Tra l’altro, i ricavati delle serate vengono utilizzati per sostenere attività e battaglie di Omphalos e della comunità, che ha dovuto combattere contro una delle macchine social più terrificanti, quella di Simone Pillon. Ed è riuscita a vincere, proprio nelle ultime settimane, in un processo che risale al 2014, quando il leghista ex senatore era stato ritenuto colpevole, poi però la Corte di Appello aveva ribaltato la condannata e quindi fu scagionato. L’estate del 2021 è stato depositato il ricorso della Procura Generale della Repubblica contro la sentenza, e questo si aggiunse a quello già presentato nella prima metà del 2020 dalla stessa associazione per la parte civile.

Pillon ai tempi disse che Omphalos mira ad “adescare minorenni” o istiga “ai rapporti omosessuali“ nelle scuole, e questa è diffamazione ma non un’opinione. Per questo, la Corte di Appello di Firenze ha prosciolto l’imputato solo in quanto il reato si è estinto per intervenuta prescrizione, ma, ritenendo sussistente in capo all’ex senatore della Lega il reato di diffamazione contestatogli, Simone Pillon è comunque stato condannato a pagare le statuizioni civili della sentenza di primo grado e alla provvisionale di €30.000, riconosciuta dal Tribunale di Perugia. Ma non siamo qui per parlare delle sconfitte di un omofobo, quanto più di una grave perdita per la comunità LGBT.

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L’incendio doloso al BeQueer: omofobia o scopi commerciali?

Potrebbe essere omofobia, vista proprio la coincidenza con la vittoria del processo di Omphalos (occhio: non stiamo accusando nessuno, si ipotizza e basta), oppure potrebbe essere un semplice scopo commerciale in quanto proprio il 25 dicembre ci sarebbe dovuta essere una serata e, soprattutto, il locale è sempre pieno e pieno di giovani che lo preferiscono a tanti altri locali nella città di Perugia o della regione umbra. Ma adesso, le serate sono cancellate, fino a data da destinarsi.

«A causa dell’incendio che stanotte ha distrutto il locale in cui da anni il BeQueer ha una casa, ci troviamo costrettx ad annullare la serata del 25 dicembre. Stiamo già cercando un’alternativa per continuare la stagione e per darci una nuova casa, in attesa che la nostra venga ricostruita», scrive e condivide il BeQueer sui vari social. Più preoccupante, invece, il post scritto e condiviso da Omphalos, in cui parla dell’incendio doloso in uno dei luoghi simbolo della comunità LGBT in Umbria.

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«È notizia di questa mattina che un vasto incendio ha distrutto parte dello storico locale Lido Village di Ponte San Giovanni, sede da oltre 15 anni del BeQueer, la storica serata della comunità LGBTQIA+ umbra organizzata dalla nostra associazione. Dalle prime notizie che trapelano dalla stampa sembra che l’incendio si sia sviluppato da più punti e faccia quindi presagire un’intenzione dolosa dell’atto. Le indagini sono ancora in corso», scrivono nel comunicato stampa.

Si dicono poi «molto preoccupate per quanto successo, il Lido Village è un punto di riferimento da oltre 15 anni per tutta la comunità LGBTQIA+ dell’Umbria. Omphalos vi organizza regolarmente le serate BeQueer di raccolta fondi, per quello che è un appuntamento di richiamo anche fuori dai confini regionali. Confidiamo che le autorità possano far piena luce su quanto successo, nella speranza che possa essere escluso un atto violento indirizzato alla nostra comunità». Dicono poi di essere già a lavoro per cercare un altro luogo per ospitare, momentaneamente, la serata.

Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos, commenta la vicenda dicendo che la serata è come una «seconda casa, un luogo sicuro dove potersi esprimere liberamente fuori da giudizi e imposizioni della società. Dopo quanto successo, questo periodo festivo sarà sicuramente più buio per la nostra comunità. Ma Omphalos e tutto lo staff del BeQueer sono già al lavoro per tornare ad offrire quello spazio così importante per tutte noi». Tanta solidarietà a Omphalos e a tutte le persone che, al momento, hanno perso il proprio luogo sicuro.

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