Bambine nate con gli anticorpi: un simbolo di fiducia in questo 2021

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Finalmente una notizia rassicurante dopo un lungo anno di pandemia globale: a Padova due bimbe sono nate con gli anticorpi contro il Covid19. Anna Parolo, immunologa di 36 anni, e Valeria Bernardi, ginecologa di 37 anni, hanno ricevuto la dose di vaccino nel terzo trimestre di gravidanza, e da pochi giorni hanno dato alla luce Valentina e Anna.

Le due neomamme, che non erano mai state contagiate dal virus, si sono sottoposte ad inizio gennaio alla prima dose di vaccino, successivamente dopo tre settimane alla seconda. La gravidanza è stata regolare e le due donne non hanno segnalato effetti collaterali in seguito all’inoculazione del vaccino. Le bambine sono nate perfettamente in salute ed ora sono entrambe a casa con le rispettive famiglie.

Cosa sono gli anticorpi e perché sono così importanti?

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Fonte: Pinterest

Gli anticorpi sono delle proteine sintetizzate dal nostro sistema immunitario, in grado di agire contro altre molecole o sostanze che vengono identificate come estranee.

Gli anticorpi rivestono gli agenti patogeni, tra cui virus, batteri e sostanze nocive, in modo da renderli riconoscibili e facilitare la loro eliminazione dal nostro corpo.

Essi inoltre diminuiscono la capacità del patogeno di legarsi alle nostre cellule, di conseguenza l’organismo non verrà infettato.

Un’altra caratteristica molto importante degli anticorpi è la capacità di rimanere e risiedere nel nostro corpo, offrendo protezione contro un’eventuale nuova infezione che potrebbe essere causata dalla stessa malattia.

Molti studi avevano già rilevato la possibilità che madri contagiate da Covid19 potessero trasferire i propri anticorpi al feto, e questo è proprio il principio su cui si basano anche altri vaccini, compreso il vaccino antinfluenzale, noti per trasportare gli anticorpi dalla madre al bambino attraverso la placenta.

Le donne incinte possono ricevere il vaccino antiCovid19?

In base alle ultime notizie e alle dichiarazioni dell’OMS non è ancora ben chiaro se le donne incinte possano o meno ricevere uno dei vaccini.

Uno studio Morbidity and Mortality Weekly Report pubblicato a novembre ha determinato che anche le donne incinte sono a rischio di contrarre gravi patologie dovute al Covid, sebbene non siano tra le categorie maggiormente a rischio.

Tuttavia, lo studio ha rilevato che le donne hanno maggiore probabilità di essere ricoverate in terapia intensiva, di dover sostenere parto prematuro e di essere soggette ad un maggiore rischio di morte rispetto alle persone non gravide.

Beh, la soluzione mi sembra ovvia, somministriamo il vaccino a tutte le donne in dolce attesa! Sfortunatamente, non è così semplice. Le persone incinte non sono state attivamente coinvolte negli studi clinici in fase avanzata per nessun vaccino antiCovid, e la mancanza di dati certi ha portato la Food and Drug Administration (FDA) a non raccomandare i vaccini per le persone in gravidanza o in fase di allattamento.

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Nonostante le numerose incertezze, l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) e la Society for Maternal-Fetal Medicine (SMFM) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, che recita: «ACOG e SMFM sono a conoscenza della raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di non somministrare i vaccini COVID-19 alle donne in gravidanza a meno che non siano ad alto rischio di esposizione. ACOG e SMFM continuano a sottolineare che i vaccini COVID-19 attualmente autorizzati dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti non dovrebbero essere negati alle donne incinte che scelgono di ricevere il vaccino» .

La lunga dichiarazione prosegue: «In generale, SMFM raccomanda vivamente che le persone in gravidanza abbiano accesso ai vaccini COVID-19 in tutte le fasi delle future campagne sui vaccini e che ciascuna persona insieme al suo medico curante si impegnino in un processo decisionale condiviso in merito alla sua ricezione del vaccino».

Le due associazioni hanno sottolineato anche che i vaccini anti Covid a mRNA non contengono il vero e proprio virus vivo, ma parti di esso, in modo che l’organismo umano possa riconoscerlo e neutralizzarlo grazie agli anticorpi. Secondo SMFM, il rischio teorico di danno fetale da vaccini a mRNA è “molto basso” e gli operatori sanitari dovrebbero comunicarlo ai loro pazienti.

Anche per il personale sanitario viene posta la medesima questione: si stima che un numero considerevole di operatori sanitari possa sostenere una gravidanza o essere in allattamento durante le vaccinazioni contro il Covid.

Ma gli altri vaccini vengono somministrati durante la gravidanza? Sì, alcuni vaccini sono noti per essere sicuri anche durante la gravidanza, un esempio sono i vaccini antinfluenzali o il vaccino contro la pertosse, che addirittura vengono raccomandati in gravidanza già da molto tempo. La differenza tra questi e i vaccini per Covid19 sta nella sicurezza, poiché molti studi hanno dimostrato che i vaccini citati sono sicuri sia per la mamma sia per il bambino, ma non abbiamo ancora dati certi per quanto riguarda i vaccini anti Covid.

Quindi, cosa ne pensano gli ostetrici e come dovrebbero comportarsi le famiglie che aspettano un bambino?

Cosa ne pensano gli esperti

I medici nel campo della salute materna sono, come le donne incinte, in una fase di vigile attesa in questo momento. Ad oggi, c’è ancora troppa incertezza sulla sicurezza del vaccino Covid-19 durante la gravidanza.

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Fonte: Wikipedia

Oltre alla somministrazione del vaccino, che dovrebbe determinare la produzione e crescita degli anticorpi, il miglior modo per proteggere le donne incinte dall’infezione è seguire le direttive sanitarie.

Mantenere il distanziamento sociale, evitare riunioni al chiuso e indossare mascherine, queste norme devono essere valide per tutti, non solo per le donne incinte stesse.

Il dottor Anthony Fauci, immunologo e scienziato americano, afferma che almeno il 75% della popolazione dovrebbe aver contratto il virus o essere vaccinato per produrre anticorpi e garantire l’immunità di gregge, che permetterebbe una maggiore protezione anche per le donne incinte.

Tuttavia, siamo ancora lontani da questo traguardo.

Cosa mostrano gli studi clinici

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Ottenere il vaccino COVID-19 durante la gravidanza è stato un enorme punto di discussione di recente, poichè non esiste un quadro clinico chiaro della sicurezza durante la gravidanza, e soprattutto non è stata valutata la produzione effettiva di anticorpi.

Il Massachusetts General Hospital ha recentemente testato 131 donne di cui 84 in gravidanza, 31 in allattamento e 16 non in gravidanza, che hanno tutte ricevuto i vaccini Pfizer o Moderna.

La risposta immunitaria mediata dagli anticorpi è stata rilevata in modo forte nel gruppo di controllo composto da donne in gravidanza e in allattamento. Inoltre, gli anticorpi erano presenti nella placenta e nel latte materno di ogni campione prelevato.

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«Gli anticorpi generati dal vaccino materno sono stati rilevati nel sangue del cordone ombelicale di tutti i 10 bambini che hanno partorito durante il nostro periodo di analisi clinica » sostiene in un’intervista al CBS News la dottoressa Andrea Edlow, una specialista in medicina materno-fetale presso il Massachusetts General Hospital.

«I nostri dati suggeriscono che ricevere entrambe le dosi del vaccino permette un migliore trasferimento di anticorpi dalla madre ai neonati».

Il mese scorso, Pfizer ha annunciato di aver avviato la prima sperimentazione su larga scala del suo vaccino su donne in gravidanza. La sperimentazione prevede il termine entro l’inizio del 2023.

Per quanto riguarda il vaccino di Moderna, nonostante negli Stati Uniti abbia già ricevuto l’autorizzazione ad essere utilizzato in situazioni di emergenza, non è stata avviata alcuna sperimentazione sulle donne in gravidanza, ma è stato creato un registro per monitorare costantemente le donne incinte che sono state vaccinate.

Johnson & Johnson, che ha ricevuto l’autorizzazione all’uso di emergenza per il suo vaccino il mese scorso, ha affermato che prevede di includere le donne incinte e i neonati nei suoi studi relativi alla somministrazione e alla valutazione della presenza di anticorpi.

In seguito a questi casi straordinari molte sono le nuove ricerche mediche in atto, ma che ancora attendono di essere convalidate e rese utili per la pratica clinica.

La prima bambina nata con gli anticorpi in Florida

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Questo è il caso di un operatrice sanitaria attiva in prima linea contro il Covid nel sud della Florida. La donna ha ottenuto la sua prima dose del vaccino Moderna quando era incinta di 36 settimane.

Tre settimane dopo, prima di ricevere la seconda dose, ha dato alla luce una bambina sana che è risultata positiva agli anticorpi COVID-19.

La notizia è significativa, perché suggerisce che quando una donna incinta riceve il vaccino, può trasmettere anticorpi protettivi al suo neonato.

Il caso è documentato in uno studio prestampato (cioè non ancora sottoposto a revisione) di Paul Gilbert, MD, e Chad Rudnick MD, professori affiliati alla Florida Atlantic University.

Secondo lo studio gli anticorpi sono stati rilevati immediatamente dopo la nascita della bambina a seguito di un’analisi del sangue dal cordone ombelicale, e gli stessi anticorpi sono stati rilevati nella placenta prima del parto.

«Abbiamo dimostrato che gli anticorpi sono rilevabili nel campione di sangue del cordone ombelicale di un neonato dopo solo una singola dose del vaccino Moderna COVID-19», hanno scritto gli autori.

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«Pertanto, esiste un potenziale di protezione e riduzione del rischio di infezione da Sars-CoV-2 mediata dagli anticorpi ottenuti grazie alla vaccinazione materna».

Continuano gli scienziati: «La quantificazione della risposta immunitaria può aiutare a determinare il livello di anticorpi specifico per garantire l’immunità, e aiutare nel monitoraggio della risposta anticorpale nei singoli pazienti».

In conclusione affermano: «L’efficacia protettiva nei neonati e il momento ideale per la vaccinazione materna rimangono ancora sconosciuti. Invitiamo altri ricercatori a creare registri e a condurre studi su efficacia e sicurezza dei vaccini nelle donne in gravidanza o in allattamento e nella loro prole».

La voce delle due mamme italiane

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Fonte: https://www.padovaoggi.it/

«Sono felice che la mia Valentina abbia gli anticorpi contro il Coronavirus e quindi sia portatrice di un grande messaggio di speranza» sottolinea la neomamma Anna Parolo.

Così invece Valeria Bernardi: «Al terzo trimestre di gravidanza ho ricevuto per mia scelta la vaccinazione contro il Coronavirus, per motivi professionali, ma anche da considerazioni personali sull’utilità del vaccino per proteggere me e la mia bambina».

Soprattutto verso il termine della gravidanza la funzionalità polmonare è compromessa dall’utero gravido che spinge verso l’alto e in qualche modo ostacola la funzionalità respiratoria, pertanto potrebbe peggiore la gravità dell’infezione delle vie respiratorie dovuta al virus.

Conclude dicendo: «L’infezione da Coronavirus nei neonati può essere grave e avere conseguenze importanti: ho tenuto conto dei rischi minimi del vaccino e che molte società internazionali lo incoraggiano, la mia esperienza è stata sicuramente positiva». Sebbene gli studi siano ancora limitati, sono concordi nel suggerire che non ci sono effetti collaterali sulla mamma e sul feto.

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Il vaccino potrebbe essere dunque indicato anche in gravidanza, se ci troviamo di fronte a situazioni con fattori di rischio, come suggerito dalle Società di Ginecologia Italiane lo scorso 2 gennaio.  

La ricerca sta facendo passi da gigante, e ne stiamo avendo una prova definitiva proprio in quest’epoca contemporanea. Forse non ancora tutti i nodi sono venuti al pettine, ma questa notizia non può che farci sperare in una nuova rinascita.

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